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Il governo Meloni taglia il bonus fiscale per i “cervelli in fuga” che tornano in Italia: cosa cambia

Sconto sulle tasse ridotto per gli “impatriati”, cioè quei lavoratori molto qualificati che tornano in Italia dopo anni all’estero. Dal 2024, lo sconto sull’Irpef passerà dal 70% al 50%, e ci saranno requisiti più stringenti anche per la residenza. La misura per ora è stata approvata dal governo Meloni in via preliminare.
A cura di Luca Pons
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Il governo Meloni ha deciso di tagliare i bonus fiscali per i ‘cervelli in fuga' che tornano in Italia. Con un decreto approvato – per adesso in via preliminare – a inizio settimana, infatti, nel 2024 si ridurrà lo sconto Irpef per i lavoratori altamente qualificati o specializzati che spostano la residenza fiscale in Italia. Fino ad oggi lo sconto per i lavoratori cosiddetti "impatriati" era del 70%, mentre dal 2024 passerà al 50%. E non sarà l'unica novità: cambieranno i requisiti di residenza e anche quelli lavorativi. La misura, insomma, verrà limitata da quasi tutti i punti di vista.

Come funziona oggi lo sconto fiscale per i ‘cervelli in fuga'

Al momento la norma, stabilita dal decreto Crescita del 2019, funziona così: un lavoratore (dipendente o autonomo) che è stato residente fuori dall'Italia negli ultimi due anni deve spostarsi in Italia, impegnarsi a restarci per almeno due anni, e svolgere la sua attività lavorativa prevalentemente sul territorio italiano. A queste condizioni, a partire dall'anno in cui trasferisce la residenza fiscale e per i successivi quattro anni, il pagamento delle tasse è molto agevolato: per ogni 100 euro guadagnati, solo 30 vengono calcolati per stabilire l'Irpef da pagare.

Ad esempio, quindi, un lavoratore che rispetta tutti i requisiti e guadagna 100mila euro all'anno, paga l'Irpef come se avesse un reddito di 30mila euro. In sostanza, è uno sconto del 70% sull'imposta da pagare.

Non solo, ma ci sono delle condizioni ulteriomente agevolate per chi si sposta al Sud. Chi trasferisce la residenza in Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sardegna o Sicilia, ottiene uno sconto del 90%. Per ogni 100 euro di tasse che normalmente dovrebbe versare, ne paga dieci. È possibile prolungare questo bonus per altri cinque anni, con uno sconto solo al 50%, se si ha un figlio minorenne o se si compra casa dopo essersi trasferiti.

Cosa cambia con la riforma, tasse più alte nel 2024

Per sapere cosa ha deciso il governo, anche se il decreto è stato approvato solo in via preliminare, basta leggere il comunicato diffuso da Palazzo Chigi: dal 2024 ci sarà un "nuovo regime agevolato". Questo potrà durare "per un massimo di cinque anni", e non è chiaro se resterà la possibilità di estenderlo in caso di figli o di acquisto di una casa.

Ma soprattutto, cambiano le cifre: la "riduzione della tassazione" sarà del 50%, e non più del 70%. E ci sarà un limite di reddito: 600mila euro all'anno. Resteranno le agevolazioni aggiuntive per il Sud Italia? Anche su questo il testo non fa chiarezza, ma sembra possibile che verranno eliminate.

Sarà anche più stringente il requisito di residenza. Bisogna essere stati fuori dall'Italia per almeno tre anni, invece di due. Chi se ne va prima di essere rimasto in Italia per almeno cinque anni, poi, dovrà restituire tutto lo sconto con gli interessi. Non importa se sia per motivi di lavoro, per scelta personale, per legami familiari o altro.

Chi potrà utilizzare il nuovo sconto Irpef

Restano gli stessi invece i lavoratori coinvolti. Si parla di "elevata qualificazione o specializzazione", che concretamente vuol dire alcune categorie specifiche: imprenditori, dirigenti di alto livello, chi svolge una professione intellettuale o scientifica o comunque con un alto livello di specializzazione, e le professioni tecniche.

C'è una novità importante, però: il trasferimento deve avvenire in Italia  perché c'è un nuovo rapporto di lavoro, con un'azienda diversa da quella dove si lavorava prima, e che non faccia parte neanche dello stesso gruppo. Insomma, niente trasferimento in Italia per uno spostamento di sede, ad esempio.

Non cambierà nulla per docenti e ricercatori che tornano dall'estero, e neanche per gli sportivi. Questi ultimi hanno già adesso diritto a uno sconto del 50%, e non del 70%, a condizione che versino anche uno 0,5% del loro reddito per potenziare i settori giovanili. Per ricercatori e docenti, invece, la riduzione è del 90% e resterà su questo livello anche l'anno prossimo.

Perché l'intervento del governo Meloni sta creando polemiche

Nel 2021, oltre 21mila persone – con un reddito lordo da 120mila euro in media – hanno approfittato dello sconto fiscale per i ‘cervelli in fuga', secondo il ministero dell'Economia. In Italia sono molti più i giovani che se ne vanno rispetto a quelli che entrano nel Paese, e a patirne le conseguenze è soprattutto il Sud Italia, come i numeri hanno mostrato più volte negli ultimi anni.

L'agevolazione fiscale per tornare in Italia, in una situazione simile, è considerata un incentivo per compensare in parte queste partenze. Proprio Fratelli d'Italia peraltro aveva presentato pochi mesi fa una proposta per espanderla, facendola durare più a lungo per chi aveva molti figli.

La riforma del governo Meloni invece ha scatenato le preoccupazioni di molti: la modifica non tocca solo chi attualmente vive all'estero e sta valutando di tornare in Italia, che potrebbe essere scoraggiato, ma anche chi ha già iniziato le procedure per trasferirsi in Italia e per qualche motivo non ha ancora spostato la sua residenza fiscale. O anche chi si è già trasferito da mesi. Infatti, per avere la residenza fiscale in un Paese bisogna restarci per la maggior parte dell'anno. Questo significa che chi si è trasferito nella seconda metà del 2023 – da luglio in avanti – contando sul regime agevolato, dal 2024 si troverà a pagare molto più del previsto.

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