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Il governo Meloni sta davvero risolvendo il problema delle borse agli studenti meritevoli?

Meloni in conferenza stampa ha annunciato che il governo si sta occupando delle borse di studio per gli studenti più meritevoli, con basso reddito. Si tratta però di un piano fumoso, Palazzo Chigi non ha fornito dettagli. Il Mur ha già stanziato 36 milioni in manovra per le borse. Ma secondo l’Udu queste risorse sono insufficienti, e non bastano a eliminare la figura dell’idoneo non beneficiario.
A cura di Annalisa Cangemi
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Durante la conferenza stampa di inizio anno la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha annunciato uno degli obiettivi su cui intende lavorare per i prossimi mesi. Oltre alla riforma del Pnrr e alla riforma della Giustizia, la premier ha detto che si occuperà delle "borse di studio per gli studenti più meritevoli che non hanno condizioni di reddito adeguate. È una delle piccole cose nel cassetto che spero di poter realizzare in tempi adeguati", ha spiegato.

La dichiarazione di Meloni è stata seguita ieri dalle parole della ministra dell'Università Anna Maria Bernini: "Il diritto allo studio è una priorità di questo Governo. Il piano di borse di studio per studenti meritevoli senza adeguate condizioni di reddito annunciato dal presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che ringrazio per l'impegno, va in questa direzione".

La ministra in un post su X ha sottolineato: "Abbiamo fatti e numeri già prodotti dal Mur e dall'azione di governo. Nel 2023 abbiamo stanziato 17 milioni di euro per eliminare l'odiosa figura degli idonei non beneficiari di borsa studio coprendo, per la prima volta, tutti gli aventi diritto. Nell'ultima legge di Bilancio abbiamo più che raddoppiato questo sforzo, stanziando ulteriori 36 milioni".

"Si tratta – ha aggiunto Bernini – di un impegno molto importante che valorizza il diritto allo studio nel nostro Paese e che ora il presidente del Consiglio intende ulteriormente rafforzare".

"Il nostro obiettivo è quello di fornire alle studentesse e agli studenti i mezzi più idonei per coltivare il proprio talento. È uno sforzo che deve vedere tutti coinvolti, dal Governo alle Regioni cui spetta un ruolo fondamentale sul diritto allo studio".

Per il 2022-2023 per il diritto allo studio sono stati ripartiti tra le Regioni 601 milioni di euro, cifra che comprende lo stanziamento a bilancio di 307,8 milioni di euro del Fondo Integrativo Statale (Fis), 250 milioni di euro del Pnrr e 43 milioni di euro di Fondi PON destinati esclusivamente alle regioni del Sud Italia (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia). Ad aprile 2023 (dati Mur) risultavano ancora 5mila idonei non beneficiari in sette Regioni: Abruzzo, Calabria, Veneto, Sicilia, Molise, Lombardia, Lazio.

Secondo quanto riferito dal Mur, lo scorso anno con gli altri 17 milioni stanziati per il Fondo Integrativo Statale (Fis), insieme ai fondi delle Regioni, sono stati coperti tutti gli aventi diritto. Ma questo è avvenuto solo a settembre 2023, quindi non a inizio anno scolastico, un ritardo strutturale che di fatto trasforma la borsa in un rimborso spese, lasciando scoperti per un anno migliaia di studenti, costretti in molti casi a lavorare per mantenersi. In ogni caso un quadro definitivo dell'effettiva copertura di tutte le borse degli idonei non beneficiari del 2022/2023 si potrà avere soltanto a febbraio 2024, quando sarà ultimata la rilevazione dell'Ufficio statistico del Mur.

Ma quel che è certo è che già adesso, per il 2023/2024, risultano studenti idonei non beneficiari, e il numero è in aumento. Per l'anno 2023/2024, nonostante siano stati stanziati ulteriori 36 milioni, come ha detto la ministra, le risorse potrebbero non essere sufficienti. La ragione è legata anche a un aumento della spesa dovuto a un allargamento della platea potenziale degli studenti che avrebbero diritto alla borsa. Il Mur infatti, per l’anno accademico 2023/2024, ha aumentato gli importi minimi delle borse di studio e i limiti massimi dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE) e dell’Indicatore della Situazione patrimoniale Equivalente (ISPE) per l'accesso ai benefici relativi al diritto di studio, proprio per rispondere all'emergenza inflazione. Per cui se le Regioni non faranno anche quest'anno la loro parte, i fondi per le borse di studio, pur essendo raddoppiati, potrebbero non bastare.

L'allarme è stato lanciato anche dall'Udu, che oltre a denunciare il "paradossale taglio di 300mila euro al fondo affitti, nonché il taglio di 16 milioni agli organismi internazionali correlati alla ricerca", ha detto che per eliminare la figura dell'idoneo non beneficiario non bastano i 36 milioni aggiuntivi per le borse di studio. Secondo l'Unione degli Universitari, calcolando l'inflazione, servirebbero almeno 200 milioni per il diritto allo studio.

Per questo potrebbe essere determinante integrare le risorse con il piano annunciato da Meloni in conferenza stampa. Ma non è chiaro al momento da dove arriveranno le coperture per le borse di studio per gli studenti meritevoli che versano in condizioni economiche disagiate, che la premier ha promesso ieri. In manovra questi soldi semplicemente non sono previsti, e Palazzo Chigi non ha comunicato al Mur i dettagli del piano. Non si sa nulla sui requisiti che saranno richiesti a questa platea potenziale, né l'ammontare complessivo dei fondi. Per il momento insomma si tratta solo di buone intenzioni del governo, che ammette in questo modo l'esistenza di un problema: con il costo degli affitti alle stelle gli studenti meritevoli a basso reddito non possono scegliere liberamente se e dove studiare.

Proprio per questo le opposizioni, Pd e Alleanza Verdi Sinistra, avevano proposto degli emendamenti alla Legge di Bilancio per finanziare borse di studio e studentati. Proposte che sono state bocciate dalla maggioranza. "I buoni propositi meloniani per l'anno che verrà – ha commentato la parlamentare di Avs della commissione cultura di Montecitorio Elisabetta Piccolottisono ovviamente conditi dalla solita stucchevole retorica sul merito. Vuole un consiglio per il 2024? Quest'anno legga le nostre proposte o riceva le associazioni degli studenti. Abbiamo un sacco di idee e soprattutto tante soluzioni". 

"La Presidente Meloni oggi riconosce che c'è un problema sulle borse di studio per gli studenti, come da tempo sottolinea chi denuncia il fenomeno inaccettabile degli ‘idonei non beneficiari', specie in diverse Regioni governate dalla destra. Verrebbe da dire che il riconoscimento avviene però ‘a babbo morto'", si legge in una nota Alfredo D'Attorre, responsabile Università nella segreteria Pd. "La Presidente del Consiglio – ha detto D'Attorre – annuncia di voler intervenire, ma non si comprende come e quando, visto che la legge di bilancio è stata appena approvata e il governo ha dato parere negativo a tutti gli emendamenti del Pd e delle altre forze di opposizioni, con i quali si voleva affrontare il problema". 

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