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Il governo Meloni risponde alla Francia dopo l’attacco sui migranti: “Una pugnalata alle spalle”

Una sfilza di ministri hanno risposto alle parole del ministro dell’Interno francese, che ha accusato l’esecutivo italiano di non saper gestire l’immigrazione. Da Tajani a Salvini, si sono levate anche le voci degli esponenti della maggioranza in Parlamento. Non ha replicato, invece, Giorgia Meloni.
A cura di Luca Pons
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"Il ministro dell'Interno ha fatto delle dichiarazioni incomprensibili e inaccettabili. Una pugnalata alle spalle, perché il clima tra Italia e la Francia era positivo, ero stato invitato dal ministro Colonna per un incontro bilaterale per studiare cosa fare insieme". Antonio Tajani, ministro degli Esteri del governo Meloni, ha commentato al Tg4 così l'incidente diplomatico nato oggi dalle parole di Gerald Darmanin, ministro dell'Interno francese che ha accusato l'esecutivo italiano di essere incapace di gestire i flussi migratori.

"Mentre ero a Fiesole ho visto la dichiarazione contro il presidente del Consiglio, contro il governo italiano, contro l'Italia senza motivo, se non quello della politica interna", ha detto Tajani. "La Francia è libera di fare ciò che ritiene all'interno dei propri confini, ma esiste una politica migratoria europea. Il fenomeno migratorio non riguarda solo Italia o Grecia".

Per quanto riguarda i rapporti internazionali, il ministro ha aggiunto a Cinque minuti su Rai 1: "Siamo amici della Francia e dobbiamo continuare ad essere amici della Francia, ma non possiamo farci offendere". La ministra degli Esteri Catherine Colonna, che avrebbe dovuto incontrare oggi Tajani, "mi ha riinvitato ad andare a Parigi: ritengo che la maggior parte del governo francese non la pensa come il ministro degli Interni ma l'offesa c'è stata, senza alcun motivo".

Le risposte indignate del governo Meloni, da Crosetto a Salvini

Tajani è stato solo uno dei ministri del governo Meloni a prendere una posizione dura contro Darmanin e, per estensione, l'esecutivo francese. Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, è intervenuto con una nota chiedendo delle scuse formali da parte di Darmanin: "Questa strana e incomprensibile attitudine di alcuni esponenti di governi europei di cercare di interferire nella vita pubblica italiana oggi ha superato il livello di guardia", ha detto.

"Gli enormi flussi migratori cui assistiamo oggi sono purtroppo frutto dei troppi errori compiuti per decenni in Africa da molte nazioni. Vorremmo parlare anche con la Francia di come risolvere i problemi dell'immigrazione in modo serio e comune, non litigare in pubblico per ottenere un titolo di giornale o un voto in più", ha concluso Crosetto.

Il ministro dei Trasporti e leader della Lega, Matteo Salvini, ha risposto invece con un post sui social: "Sono orgoglioso di essere amico di Marine Le Pen e di essere al governo con Giorgia Meloni, e non accetto lezioni sull'immigrazione da chi respinge in Italia donne, bambini e uomini, continuando invece ad ospitare assassini e terroristi che in Italia dovrebbero tornare".

Maggioranza compatta in Parlamento: "Attacchi inaccettabili, infondati e gratuiti"

Si sono allineati anche i capigruppo parlamentari della maggioranza. Da Forza Italia, Paolo Barelli (Camera) ha parlato di "offese inaccettabili verso l'Italia" e ha invitato Darmanin a "pensare all'ordine pubblico e alla gestione dei migranti nel suo Paese", mentre Licia Ronzulli (Senato) ha detto a Porta a porta che "Nel momento in cui il nostro Paese viene attaccato così gratuitamente, inaspettatamente e violentemente, l'Italia va difesa". Ronzulli ha criticato la risposta del Partito democratico, che con Giuseppe Provenzano ha scritto: "L'opposizione al governo Meloni la fa l'opposizione italiana (e stiamo guadagnando terreno). Il ministro francese Darmanin può serenamente dedicarsi ai suoi problemi interni".

Da Fratelli d'Italia, il capogruppo al Senato Lucio Malan ha scritto in una nota che le parole del ministro sono state "del tutto fuori luogo e indegne", se non "una grossolana interferenza" negli affari italiani. "Le parole del ministro stonano in maniera pesante con quei principi di solidarietà e di cooperazione ai quali è improntato il Trattato del Quirinale". Il suo omologo alla Camera, Tommaso Foti, ha aggiunto: "Il governo transalpino farebbe bene a pensare ai propri problemi, tra cui il dissenso popolare scaturito da scelte su pensioni e altri provvedimenti, su cui il governo italiano non ha aperto bocca nel pieno del rispetto dell'autonomia francese. Più volte la Francia si è permessa di entrare nel merito di questioni e scelte politiche squisitamente italiane, bollando la nostra Nazione come "disumana" in merito alla gestione degli immigrati irregolari, che lo Stato francese puntualmente respinge alle frontiere".

Maurizio Lupi, capo politico di Noi moderati, ha affermato: "Ricordo ai francesi che l'Italia è un Paese fondatore dell'Unione europea e bene ha fatto il ministro Tajani a rispondere per le rime al governo d’Oltralpe, che ha espresso posizioni inaccettabili, poi smorzate", aggiungendo che ora "soffiare sul fuoco fa male a tutti, all’Italia, alla Francia, all’Europa".

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