Il governo Meloni pensa a una nuova tassa, le accise sulle auto elettriche come quelle sulla benzina
Nei prossimi anni, è prevedibile che il numero di auto elettriche in Italia aumenterà, anche considerando che l'offerta diventerà sempre più ampia e tendenzialmente i prezzi si abbasseranno. Questo però potrebbe creare un problema non da poco per le casse dello Stato: il calo delle entrate per le accise sui carburanti. Se meno persone fanno il pieno di benzina o diesel, scenderà anche il gettito legato alle accise, che in Italia valgono circa il 30% del prezzo pagato alla pompa. Così, il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti ha fatto sapere che il governo sta già lavorando per capire come spostare questa tassazione, dalle auto alimentate a combustibili fossili e quelle elettriche: una nuova forma di accise, insomma.
Il discorso è stato sollevato mercoledì all'Automotive dealer day organizzato alla Fiera di Verona. Qui il ministro è intervenuto in collegamento, e ha detto esplicitamente che il governo sta riflettendo sulla necessità di "tenere presente l’evoluzione delle basi imponibili sulla base della trasformazione del sistema economico". Tradotto, nei prossimi anni non basterà continuare a far pagare le tasse sugli stessi prodotti del passato (in questo caso i carburanti fossili), perché il settore dell'automotive sta cambiando.
Giorgetti ha anche fatto un esempio: "Pensate all’effetto che avrà l’elettrificazione sullo spostamento delle accise del carburante alle nuove forme di alimentazione. E non si tratterà solo di una riduzione del gettito, ma di significativa traslazione". Si parla, quindi, di "traslare" le accise del carburante alle nuove forme di trasporto, incluse le auto elettriche. Per limitare, di fatto, quella "riduzione del gettito" che sarà una ovvia conseguenza della diffusione dei nuovi modelli di auto.
D'altra parte, la stima è che lo scorso anno solo con le accise sui carburanti lo Stato abbia incassato 25 miliardi e 259 milioni di euro. È un aumento di circa 7,2 miliardi rispetto al 2022, soprattutto perché in quell'anno erano ancora attivo il taglio delle accise lanciate dal governo Draghi, che il governo Meloni ha poi deciso di eliminare. Sono entrate di tutto rispetto, e se dovessero calare servirà un piano: "Si tratta di un ambito su cui il Mef ha già iniziato a lavorare, anche in considerazione dell’aggiornamento della normativa europea sulla tassazione dei prodotti energetici", ha fatto sapere Giorgetti.
Finora, il governo Meloni è stato tutt'altro che entusiasta riguardo alla diffusione di modelli elettrici in Italia. Più volte Matteo Salvini ha ribadito di essere contrario alle riforme green per incentivare questo tipo di auto, perché si tratterebbe di misure che aiutano la Cina, tra i principali produttori mondiali di veicoli elettrici. In passato il ministro per l'Ambiente Pichetto Fratin ha sminuito il problema della mancanza di produzione in Italia, dicendo che è semplicemente perché costano troppo per i cittadini. Tuttavia, il governo Meloni finora ha ritardato il lancio dei nuovi bonus auto (già finanziati) che potrebbero dare una mano proprio in questa direzione.
Dopo le parole di Giorgetti, è arrivata la reazione dell'opposizione, è in particolare di Alleanza Verdi e Sinistra. Angelo Bonelli e Francesco Alemanni (Europa Verde) hanno parlato di un "ennesimo attacco alle politiche ambientali e alla transizione ecologica. Un governo che prometteva di togliere le accise sui carburanti oggi cosa fa? Mette nuove tasse sull'auto elettrica, ostacolando il percorso verso una mobilità sostenibile e a basse emissioni. Unito al ritardo degli incentivi, che hanno azzerato le vendite di auto elettriche, con questa mossa sembra ci sia proprio l'intenzione di ammazzare la mobilità elettrica. Non hanno una visione, il loro unico obiettivo è fare la guerra alla transizione ecologica".