Il governo Meloni non ha mantenuto le promesse sul decreto di aiuti all’Emilia Romagna
Il decreto di aiuti all'Emilia Romagna e alle altre zone colpite dagli alluvioni delle scorse settimane è stato annunciato dal governo Meloni il 23 maggio, dopo una riunione del Consiglio dei ministri. Come avviene di solito, il governo ha diffuso un comunicato con le misure principali del decreto, ma senza indicare i dettagli. Il testo è stato pubblicato – e il decreto è entrato in vigore – più di una settimana dopo. Ma i conti non tornano.
Più volte, negli scorsi giorni la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha affermato che nel decreto ci sarebbero state misure per oltre due miliardi di euro. "Abbiamo tirato fuori 2,2 miliardi in 72 ore", ha affermato Meloni il 26 maggio, durante un evento elettorale in Sicilia. La stessa cifra è stata poi ribadita in varie interviste. Tuttavia, leggendo il testo ufficiale, questo numero non ha riscontro. Pagella politica ha calcolato che le misure che richiedono fondi statali ammontino a circa di 1,6 miliardi di euro. Oltre 500 milioni di euro in meno, quindi, rispetto a quanto annunciato e promesso.
Estrazioni del Lotto e biglietti dei musei non bastano
Il testo definitivo del decreto mostra anche dove il governo ha scelto di prendere questi soldi. Le misure annunciate, da questo punto di vista, erano sembrate subito insufficienti: si parlava dell'aumento di un euro sul prezzo dei biglietti dei musei pubblici, e di estrazioni eccezionali di Lotto e Superenalotto. Questi interventi sono rimasti, ma sono accompagnati da tagli più sostanziosi in altri ambiti.
Per quanto riguarda i biglietti dei musei, si stabilisce che per "finanziare e avviare gli interventi di tutela e ricostruzione del patrimonio culturale, pubblico e privato, inclusi i musei" nelle zone colpite, ma anche per sostenere i lavoratori dello spettacolo e dei cinema, dal 15 giugno 2023 al 15 settembre 2023 i biglietti di ingresso in "istituti e luoghi di cultura" saranno maggiorati di un euro. Starà al ministero della Cultura, entro il 2 luglio, stabilire con un decreto come esattamente verranno usati queste risorse.
Per quanto riguarda le estrazioni straordinarie di Lotto e Superenalotto, si sa solo che avverranno nel 2023 e che gli introiti – una bozza di relazione tecnica li stimava in 45 milioni di euro, nel migliore dei casi – andranno al Fondo per le emergenze nazionali. A questo si aggiunge, come già annunciato, che fino a fine 2023 i beni mobili confiscati dall'autorità giudiziaria verranno messi prima del previsto e i proventi andranno allo stesso fondo.
I tagli sugli aiuti previsti nel decreto Bollette
Come detto, però, la maggior parte delle risorse arriva da altre fonti. Ad esempio, viene cancellata una misura approvata dal governo solo due mesi fa e inserita nell'ultimo decreto Bollette. Questa aveva ridotto il contributo di solidarietà che le grandi aziende energetiche devono versare allo Stato, attingendo dagli extra-profitti che sono arrivati negli scorsi mesi con l'aumento dei prezzi dell'energia.
Perciò, le aziende energetiche torneranno a versare un contributo di solidarietà più alto. Il taglio era valso 404 milioni di euro, soldi che ora invece saranno dedicati a misure come il bonus una tantum per i lavoratori autonomi, che costerà poco più di 253 milioni di euro, e ad aggiungere 200 milioni di euro al Fondo per le emergenze nazionali. Altri 127 milioni di euro circa arriveranno da una riduzione del fondo dedicato al bonus riscaldamento che dovrebbe partire a ottobre 2023, inserito sempre nel decreto Bollette di fine marzo.
Per pagare la Cig straordinaria si riduce il Fondo di integrazione salariale
Ci sono misure che hanno dei finanziamenti rivolti specificamente a loro: la principale è la cassa integrazione straordinaria fino a 90 giorni per i lavoratori delle zone colpite. Questa, che sarà erogata e gestita dall'Inps fino a esaurimento risorse, avrà a disposizione 620 milioni di euro per circa 300mila persone. Più della metà, 400 milioni, saranno ottenuti azzerando i contributi statali al Fondo di integrazione salariale, un fondo che sostiene i lavoratori dipendenti nel caso in cui l'attività dell'azienda per cui lavorano sia sospesa o terminata.
Altri 50 milioni saranno presi dal Fondo sociale per occupazione e formazione, e 20 milioni tolti a una norma per il pensionamento anticipato approvata nel 2016. Gli ultimi 150 milioni di euro, invece, arriveranno dai soldi risparmiati tagliando il reddito di cittadinanza.
Infine, 300 milioni di euro saranno spesi dal governo in modo indiretto: sono fondi di Simest, la società italiana per le imprese all'estero. Questi potranno andare in aiuti a fondo perduto alle aziende esportatrici che si trovano nelle zone colpite, per rimborsare i danni subiti. In questo caso i soldi verranno presi dalle risorse già a disposizione di Simest, che comunque fa riferimento al governo dato che è controllata dal ministero dell'Economia tramite la Cassa depositi e prestiti.