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Il governo Meloni ha approvato il decreto Ponte sullo Stretto, quando partono i lavori

Con il decreto legge sul Ponte sullo stretto appena approvato, il governo Meloni punta ad approvare il progetto esecutivo entro la metà del 2024 per poi partire con i lavori.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Il Ponte sullo Stretto di Messina sarà realtà. O almeno, questo è l'obiettivo del decreto legge appena approvato dal Consiglio dei ministri su impulso del vicepresidente Salvini – che è anche titolare di Infrastrutture e Trasporti – da mesi sponsor principale della realizzazione dell'opera. Dopo averne parlato praticamente ovunque per settimane, durante qualsiasi uscita pubblica, il leader della Lega ha portato in Cdm un decreto legge che punta a far partire i lavori entro il prossimo anno. Il testo si compone di sette articoli, in cui si va dall'assetto societario ai tempi in cui dovrà essere approvato il progetto.

Se tutto dovesse andare come previsto nel decreto legge, entro il prossimo anno partirebbero i lavori. Il passaggio esatto del testo – che ha indubbiamente una portata storica, visto che dell'opera si parla da cinquant'anni – è all'articolo 2, comma 8, lettera b:

il cronoprogramma relativo alla realizzazione dell’opera, con la previsione che il progetto esecutivo è approvato entro il 31 luglio 2024.

La data era stata già annunciata nei giorni scorsi ancora dal ministro Salvini, ma ora è impressa nero su bianco. Per il resto torna la società Stretto di Messina Spa, che il governo ha riattivato con la manovra di bilancio. La controllata farà capo principalmente al Tesoro, ma anche alle Regioni coinvolte. Si legge ancora:

partecipano R.F.I. S.p.a., ANAS S.p.a., le Regioni Sicilia e Calabria, nonché, in misura non inferiore al 51 per cento, il Ministero dell’economia e delle finanze, che esercita i diritti dell’azionista d’intesa con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, al quale ultimo sono attribuite funzioni di indirizzo, controllo, vigilanza tecnica e operativa sulla società in ordine alle attività oggetto di concessione.

E anche il Cda della società controllata viene spartito tra gli azionisti:

Il Consiglio di amministrazione è composto da cinque membri, di cui due designati dal Ministero dell’economia e delle finanze d’intesa con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, che ricoprono rispettivamente la carica di presidente e di amministratore delegato, un membro designato dalla Regione Calabria, un membro designato dalla Regione Sicilia e un membro designato da R.F.I. S.p.a. e ANAS S.p.a.

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