Il governo Meloni approva il Def in Cdm: il Pil cresce solo la metà del previsto nel 2025

Il Consiglio dei ministri riunito questa sera ha approvato il Documento di economia e finanza, o Def, per il 2025. È un documento che ogni anno ha un importante valore sia economico che politico, perché contiene le stime del governo su come andrà l'economia italiana. Per il 2025, la previsione è che il Pil crescerà dello 0,6% mentre la vecchia previsione era dell'1,2%. Esattamente la metà.
Quest'anno le regole formali sul Def cambiano: dato che è in vigore il Piano strutturale di bilancio, approvato dall'esecutivo italiano sei mesi fa e valido per i prossimi sette anni, dopo un cambiamento tecnico non si parlerà di Def ma di Documento di finanza pubblica, o Dfp. La sostanza però cambia poco: l'attenzione massima è rivolta alle previsioni per il futuro. Sono le previsioni cosiddette "tendenziali", che non tengono conto degli interventi del governo nei prossimi mesi, ma solo della situazione attuale.
Le previsioni del Def sul futuro dell'Italia: crescita economica dimezzata
"Abbiamo deciso di adottare stime di crescita allineate a quelle recentemente ridotte da Banca d'Italia", ha detto il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, "quindi abbiamo una crescita reale del Pil di 0,6% nel 2025, 0,8% nel 2026 e 0,8% nel 2027, dimezzando di fatto la previsione del Piano che era 1,2%". Un calo netto, che probabilmente si lega anche all'incertezza internazionale sui dazi statunitensi e sul riarmo. La previsione della Banca d'Italia è che la crescita nei prossimi due anni sarà invece dello 0,7%, anche più bassa.
Altro numero importante è quello del deficit, cioè quanto aumenterà il debito pubblico di anno in anno. L'obiettivo, per entrare nei paletti di bilancio europei, è portarlo sotto il 3%. La stima del ministero dell'Economia è che sarà del 3,3% quest'anno, poi del 2,8% nel 2026. E dovrebbe scendere ancora nel 2027, fino al 2,6%.
Il Def arriva "in una situazione molto complessa sotto l'aspetto economico globale", ha aggiunto Giorgetti. "Tutto ciò rende molte complicate e difficili, persino aleatorie le previsioni di lungo periodo, ma anche quelle di medio termine". Nelle stime del governo, comunque, non è inclusa la "riprogrammazione del Pnrr" che arriverà "entro fine maggio". Le previsioni, insomma, potrebbero cambiare moltissimo da qui alla fine dell'anno.
Sull'aumento di spesa militare "si dovrà esprimere il Parlamento"
In conferenza stampa, il ministro ha anche detto che "in questo momento" la spesa militare e per la difesa manterrà "l'orientamento e l'andamento originario" e che l'Italia è già "in linea con la richiesta del 2%" del Pil che da anni la Nato porta avanti. In realtà l'Italia secondo molti calcoli spende meno di questa somma, ma Giorgetti ha specificato che "in base ai nostri criteri di contabilizzazione" si potrebbe arrivare alla percentuale dovuta: probabilmente saranno calcolate nella spesa per la difesa anche delle misure che in passato non lo erano.
Il Parlamento dovrà poi esaminare il Def e approvare una risoluzione: il testo va inviato alla Commissione europea entro il 30 aprile. Entro la fine di aprile i governi dovranno anche far sapere se intendono approfittare della possibilità di sospendere i paletti di bilancio Ue per aumentare la spesa militare. Sul punto il governo non ha ancora deciso, e il ministro ha detto che "si dovranno esprimere" Camera e Senato.
Gli attacchi dell'opposizione
Decisamente critiche le opposizioni: "Quello presentato in Cdm non è il nuovo Def ma il raggiro del Parlamento", ha detto il capogruppo Pd al Senato Francesco Boccia. "Mentendo al Paese dimezzano le stime di crescita, che non sono mai state reali, e di fronte alla verità di oggi sono costretti ad ammettere un ulteriore taglio del 50% rispetto a quello che avevano scritto poco più di tre mesi fa nella loro legge di Bilancio da noi contestata. Non sanno che pesci prendere ma vogliono solo nascondere la verità di una evidente crisi economica alle parti sociali".
I parlamentari del M5s delle commissioni Bilancio e Finanze di Camera e Senato hanno diffuso una nota criticando "il nuovo Def senza obiettivi programmatici, ma solo con proiezioni tendenziali", che "restituisce ugualmente lo strazio economico a cui il governo Meloni sta sottoponendo il Paese. La crescita ormai si conferma assolutamente azzerata". Meloni e Giorgetti "hanno ereditato un Paese che cresceva e un debito pubblico sceso di 20 punti nei tre anni dopo la pandemia. Hanno dilapidato tutto".
Peppe De Cristofaro, capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra al Senato, ha attaccato: "Il governo non sa cosa fare di fronte a quello che sta succedendo nel mondo. Il ministro Giorgetti decide di non decidere e la Meloni acconsente. Presentano un Def con previsioni aleatorie, parole del ministro, ma il Paese ha bisogno di risposte. Siamo di fronte al fallimento del sovranismo di governo". Riccardo Magi, segretario di +Europa, ha concordato: "Le politiche economiche dei sovranisti sono una autentica sciagura per l'economia e per i cittadini. Il governo aveva gonfiato i numeri per mera propaganda e ora ha dovuto dimezzare le previsioni di crescita del Pil. Sono costretti ad ammettere il fallimento delle loro politiche".