Il governo invia all’UE il Piano per il clima, ma nessuno lo ha potuto leggere
Per il governo Meloni l'obiettivo è stato centrato il Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica, ha trasmesso a Bruxelles la proposta del Piano Nazionale integrato e Energia e Clima, entro la scadenza prevista. Per il ministro Gilberto Pichetto Fratin il testo è in linea con i propositi e "centra quasi tutti i target fissati dalle normative europee", e in alcuni casi "supera significativamente gli obiettivi comunitari al 203o". Il documento, fanno sapere dal Mase con entusiasmo, "conferma l'impegno dell'Italia sul clima e per la sicurezza energetica", e parla di un "transizione realistica" per il nostro paese.
Non sono dello stesso avviso le opposizioni, che denunciano come del piano ad oggi l'opinione pubblica sappia poco o nulla, essendosi il governo limitato a delle consultazioni tramite un questionario. "Abbiamo chiesto in parlamento, con question time e interrogazioni parlamentari che venissero condivise le linee guide del nuovo Pniec, ma non abbiamo ricevuta nessuna risposta o disponibilità alla discussione", spiega a Fanpage.it Annalisa Corrado, responsabile Clima e Conversione Ecologica della segreteria nazionale del Partito Democratico. Ma una richiesta di maggiore trasparenza e disponibilità al confronto è arrivata anche da fuori il parlamento, non solo da parte delle associazioni ambientaliste, ma anche dalle associazioni delle imprese che si occupano di energie rinnovabili, come Elettricità Futura.
"Una modalità che non ci stupisce, il governo non discute di niente con nessuno. Non ci stupisce ma ci preoccupa visto che parliamo di scelte strategiche per il nostro paese. Anche i numeri aggregati presentati alla stampa con grande clamore, sono in realtà cifre che mostrano timidezza. La destra non ci crede alla transizione ecologica", prosegue Corrado. Un esempio su tutti di questa timidezza: "Il governo ha messo nero su bianco l'obiettivo del 65% di rinnovabili per i consumi elettrici, ma noi crediamo si possa arrivare senza problemi all'80% e anche il 40% dei consumi finali da fonti di energia pulita è una cifra bassa. La Spagna, che ha inviato anch'essa ieri il suo piano parla del 48% per i consumi finali e dell'81% dei consumi elettrici. Sono obiettivi possibili".
Per l'esponente della segreteria Schlein, di formazione ingegnera, una lunga esperienza di ricerca e militanza green alle spalle, il governo Meloni dà un'indicazione chiara: mantenere il paese dipendente dal gas, come mostra l'impegno diplomatico nel cosiddetto Piano Mattei. "Ma finché non conosceremo il Pniec nel dettaglio è difficile capire quale sia la strategia immaginata dall'esecutivo, questi dati così non vogliono dire molto, abbiamo bisogno di entrare nel merito di scelte e politiche industriali".
Anche per Alleanza Verdi Sinistra il Piano conferma che la scelta del governo Meloni è quella di puntare sul gas, rallentando la transizione alle rinnovabili. "Il Pniec sancisce la trasformazione dell’Italia in un hub del gas europeo, attraverso la realizzazione di nuovi rigassificatori e gasdotti. – sottolinea Angelo Bonelli – Le notevoli emissioni di CO2 verrebbero compensate, con la realizzazione di sistemi di cattura e stoccaggio della CO2 che ENI vorrebbe realizzare a Ravenna per 500 milioni di metri cubi. Questo porterebbe l’Italia a dipendere dalle fonti fossili, impedendo quindi quella necessaria transizione verso il risparmio energetico e le rinnovabili.”