Il governo ha un piano per tagliare le liste d’attesa nella sanità
Le strade per tagliare le liste d'attesa nella sanità, secondo il ministero della Salute, sono sostanzialmente due: proporre più straordinari a medici e infermieri, pagare le strutture private per ridurre i tempi. Nei giorni in cui si è parlato molto dei tagli nella Nadef, che hanno fatto saltare in piedi le opposizioni e non solo, il governo Meloni fa filtrare di essere al lavoro per un intervento nel settore della sanità. Secondo quanto riporta oggi il Sole24Ore, infatti, l'obiettivo primario dell'esecutivo è limitare la piaga delle attese infinite per fare un semplice esame medico o un intervento chirurgico che da semplice routine diventa d'emergenza.
Il piano a cui sta lavorando il ministro Schillaci dovrebbe valere almeno 350 milioni di euro, e prevede di introdurre una autorità nazionale di vigilanza su ciò che accade negli ospedali. Il compito del nuovo ente sarebbe quello di verificare che tutto avvenga in maniera lineare e nei tempi corretti, intervenendo sia in itinere che al termine delle procedure per eliminare le possibili problematiche insorte. Nello specifico, la prima stretta avverrebbe sui medici di base che prescrivono troppe visite specialistiche ed esami, ingolfando le liste d'attesa e togliendo il posto a chi ha bisogno urgente di quelle prestazioni. La "inappropriatezza prescrittiva" riguarderebbe il 20% delle ricette. Sempre secondo il quotidiano, il ministero della Salute potrebbe incaricare di questo ruolo l'Agenas.
Per convincere i medici e gli infermieri a lavorare di più in straordinario, il governo vuole detassare il lavoro extra, rendendolo ancora più appetibile. Se non si dovesse riuscire in questo modo a tagliare le liste d'attesa, il ministero prevede di appoggiarsi al privato pagando per effettuare l'esame o la visita in un'altra struttura. Almeno per tornare a dei tempi accettabili.