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Il governo ha convocato d’urgenza una riunione sul Pnrr perché la quarta rata rischia di slittare

La quarta rata del Pnrr rischia seriamente di slittare al prossimo anno, visto che sono stati raggiunti meno della metà degli obiettivi prefissati: il ministro Fitto ha convocato una riunione d’urgenza a Palazzo Chigi.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Una riunione d'urgenza convocata all'improvviso a Palazzo Chigi da Raffaele Fitto. Un obiettivo: non perdere la quarta rata del Pnrr. O meglio, per non vederla slittare almeno al 2024. Il ministro per gli Affari Europei ha deciso di riunire alle 13:30 la cabina di regia del Piano nazionale di ripresa e resilienza, spostata negli scorsi mesi proprio a Chigi. All'ordine del giorno c'è la "revisione della quarta rata del Pnrr". Il sottotitolo, però, è un altro: cercare di capire come colmare i ritardi che continuano ad accumularsi e che, dopo la terza rata, ora sembrano riguardare anche la quarta.

Entro il 30 giugno il governo avrebbe dovuto chiedere alla Commissione Ue l'erogazione della quarta rata ma, di fatto, da Roma non sono state inviate richieste a Bruxelles. Il motivo è semplice: dei 27 obiettivi da raggiungere nei primi sei mesi del 2023, l'Italia si è fermata a dieci. Ne restano 17 incompiuti, troppi per pensare che la Commissione possa chiudere un occhio. Da tempo si punta sulla rimodulazione dell'intero Piano. Una modifica strutturale che va concordata con l'Unione europea e su cui pende la scadenza del 31 agosto. Se ne parla praticamente dall'inizio dell'anno, ma ancora non si sa – concretamente – quando queste modifiche verranno messe nero su bianco insieme alla Commissione.

Nel frattempo, la rata da 16 miliardi di euro che doveva essere richiesta ora e arrivare dopo l'estate, è stata bloccata e – se tutto andrà bene – potrebbe essere erogata nel 2024. La terza rata, da 19 miliardi, è bloccata da mesi e sarebbe dovuta arrivare a febbraio di quest'anno. Ormai il ritardo è cronico, visto che la valutazione della Commissione – che sarebbe dovuta durare un paio di mesi – è in corso da otto. E se la terza rata sembra essere prossima al via libera, la quarta ora sembra un miraggio. Il governo ha chiesto all'Ue di rivedere alcuni dei 27 obiettivi che l'Italia avrebbe dovuto raggiungere, ma probabilmente non basterà.

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