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Il governo dà più tempo a chi non ha pagato le tasse, nuove scadenze in arrivo per la rottamazione

Con il decreto Milleproroghe dovrebbero riaprirsi i termini per la rottamazione quater delle cartelle, così come per il ravvedimento speciale di chi non aveva dichiarato tutti i redditi. Lo prevedono due emendamenti della maggioranza, riformulati dal governo. Ecco quali saranno le nuove scadenze per mettersi in regola con il Fisco.
A cura di Luca Pons
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Scadenze più lunghe per la rottamazione quater delle cartelle esattoriali: tutti i pagamenti si potranno fare entro il 15 marzo 2024, anche quelli delle prime due rate già scadute. E per chi vuole mettersi in regola con le dichiarazioni dei redditi degli anni scorsi (con uno sconto sulle sanzioni), il ravvedimento speciale andrà avanti fino al 31 marzo. Questa almeno è l'intenzione del governo Meloni e della maggioranza, che ha presentato due emendamenti al decreto Milleproroghe, in discussione la settimana prossima nelle commissioni Affari costituzionali e Bilancio della Camera.

Le modifiche, secondo quanto riportato dal Sole 24 Ore, prevedono quindi di riaprire i termini per due delle misure che permettono di regolarizzare la propria posizione nei confronti dell'Agenzia delle Entrate con delle riduzioni delle sanzioni. Da una parte la rottamazione quater, dall'altra il ravvedimento speciale.

Come cambia la rottamazione quater delle cartelle

La rottamazione quater delle cartelle era stata lanciata l'anno scorso: chi voleva aderire ha potuto farlo fino all'inizio dell'estate, e negli ultimi mesi del 2023 sono partiti i pagamenti. La misura riguardava i debiti accumulati dal primo gennaio del 2000 al 30 giugno 2022, e permetteva di saldarli senza pagare né gli interessi di mora né le sanzioni, e neanche l'aggio. Il pagamento poteva essere unico (da effettuare entro il 31 ottobre 2023) o anche diviso in rate, fino a un massimo di diciotto. I versamenti avrebbero dovuto avvenire quattro volte all'anno: entro il 28 febbraio, poi il 31 maggio, il 31 luglio e il 30 settembre.

Al momento, le prime due rate sono scadute mentre la terza è dovuta entro il 28 febbraio 2024. Con l'intervento sul decreto Milleproroghe, invece, diventerebbe possibile versare tutto entro il 15 marzo, anche per chi non ha rispettato le scadenze. L'ennesimo rinvio, quindi, dato che le prime due rate erano già state rinviate al 18 dicembre 2023.

Fino a quando si può fare il ravvedimento per la dichiarazione dei redditi

C'è poi il ravvedimento speciale per chi non ha dichiarato tutti i propri redditi. Questa misura, infatti, permette di aggiungere le entrate non dichiarate in un certo anno, a condizione che comunque per quell'anno ci sia stata una regolare dichiarazione dei redditi. Si può andare fino alle dichiarazioni dei redditi del 2022, ovvero quelle che sono state presentate nel 2023. Chi lo fa deve versare le imposte dovute per le entrate non dichiarate, e anche le sanzioni previste, ma ridotte di un diciottesimo.

Per aderire bisognerà inviare la dichiarazione corretta ed effettuare il pagamento entro il 31 marzo 2024. Anche in questo caso, il pagamento si potrà dividere in rate, ma al massimo quattro: una entro il 31 marzo, poi il 30 giugno, il 30 settembre e il 20 dicembre. A meno che, in futuro, non arrivi una nuova proroga.

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