Il Gip militare archivia (in parte) Vannacci sulle accuse di istigazione all’odio e a commettere reati
Il Gip militare di Roma ha archiviato (parzialmente) il procedimento contro il generale Roberto Vannacci – oggi europarlamentare con la Lega – legato a due denunce sul contenuto del libro "Il mondo al contrario". Le accuse riguardavano un presunto caso di istigazione a disobbedire alle leggi o a commettere reati: il giudice per le indagini preliminari le ha archiviate con riferimento a tutti i fatti contestati, ad eccezione di una eventuale diffamazione militare relativa ad un soggetto menzionato nel libro. In quest'ultimo caso ha incaricato la Procura militare di svolgere ulteriori indagini con un termine di quattro mesi.
"Prendiamo atto con soddisfazione della decisione del giudice e attendiamo l'esito delle ulteriori indagini disposte, nella convinzione che la parte del libro indicata non abbia contenuto diffamatorio, nemmeno per il militare individuato dall'ordinanza, che difatti non risulta aver mai sporto denuncia", ha commentato l'avvocato del generale, Giorgio Carta. Il procedimento era stato aperto dopo l'arrivo di alcune denunce, presentate tra gli altri anche dal Sindacato dei Militari e dall'associazione Tripla Difesa, in cui era stato ipotizzato il reato di istigazione all'odio razziale.
"Come già espresso dal mio legale, nel confermare la fiducia nella magistratura esprimo soddisfazione per l'archiviazione disposta dal gip e, con medesima fiducia, attendo l'esito delle ulteriori indagini disposte convinto di non aver diffamato alcuno", ha commentato Vannacci. Per poi aggiungere: "Questa ulteriore archiviazione avvalora l'infondatezza di moltissime accuse che tanti opinionisti, personaggi mediatici, politici e una certa stampa – che addirittura ha diffuso con dovizia di particolari la presunta incolpazione di peculato mai presa in esame né dalla magistratura ordinaria né da quella militare – non hanno mancato di evidenziare, sottolineare ed esaltare con lo scopo evidente di denigrare la mia figura e di ostacolare la mia elezione. Gli italiani sono stati più accorti nel non conferire importanza a quanto divulgato con grande leggerezza e senza alcuna evidenza di prove".
Vannacci è finito al centro di un'altra indagine in questi mesi: la Procura di Roma gli contesta infatti il reato di falso ideologico in atto pubblico in relazione alle spese effettuate quando era in servizio a Mosca. Su questo caso indaga anche la Procura militare, che ha ipotizzato anomalie nelle richieste di rimborsi e indennizzi nel periodo in cui il generale si trovava in Russia tra il 2021 e il 2022. Nella lente degli inquirenti ci sarebbero spese non autorizzate per l'auto di servizio, nonché rimborsi per cene ed eventi che in realtà non si sarebbero mai tenuti.