Il generale Vannacci è stato messo sotto inchiesta per verificare se ha violato regole dell’Esercito
Il generale Vannacci, al centro delle polemiche per il suo libro Il mondo al contrario, accusato di razzismo, sessismo e omofobia, "è stato avvicendato nel suo incarico" di comandante dell'Istituto geografico militare di Firenze, una decisione presa per "tutelare sia l’Esercito sia il generale Vannacci, sovraesposto mediaticamente dalla vicenda legata al suo libro". A comunicarlo con una nota sono stati il ministero della Difesa e lo Stato maggiore dell'Esercito, i quali hanno anche specificato che "parallelamente è stata avviata un’inchiesta volta all’accertamento dei fatti".
Si è aperta, quindi, l'inchiesta sul generale che sta creando divisioni anche all'interno del governo Meloni, tra il ministro Crosetto che lo ha criticato e rimosso dall'incarico, e altri – come Matteo Salvini – che invece ne hanno preso le difese. Per saperne di più, basta consultare il Testo unico dell'ordinamento militare: infatti, la nota ha specificato che l'inchiesta era un "atto dovuto ai sensi degli artt. 552 e 553 del Testo unico".
Prima di tutto, bisognerà capire a che tipo di inchiesta è sottoposto Vannacci. L'articolo 552, infatti, riguarda la distinzione tra inchiesta sommaria e inchiesta formale. Nel primo caso si parla di indagini "disposte nell’immediatezza dell’evento e condotte secondo modalità semplificate, anche allo scopo di evitare la dispersione degli elementi utili per gli eventuali ulteriori accertamenti". Insomma, per le situazioni in cui è importante la rapidità e ogni perdita di tempo rischia di compromettere il risultato dell'inchiesta. Entro quindici giorni viene nominato un ufficiale inquirente che eseguirà l'inchiesta, ed entro 90 giorni deve arrivare un rapporto.
Nel secondo caso, invece, le inchieste formali vengono "disposte quando la gravità dell’evento richiede nell’immediato un approfondito esame". Oppure possono arrivare dopo una prima inchiesta sommaria, se dai risultati di quella sembra "necessario esperire indagini più articolate e complesse, al fine di accertare le cause dell’evento". In questo caso non si procede con un solo ufficiale, ma con una commissione d'inchiesta, che consegna un rapporto finale entro 120 giorni.
La norma, a meno di casi gravi, è quindi di partire con un'inchiesta sommaria e poi eventualmente procedere in modo più approfondito. Ma quando si può parlare di casi "gravi", o di eventi con una "particolare risonanza"? A chiarirlo è l'articolo successivo, il numero 553. Dunque, si parla di eventi gravi se ci sono "avvenimenti dannosi che interessano personale, mezzi o beni del Ministero della difesa, quali, a titolo esemplificativo, incidenti e infortuni rilevanti connessi all’impiego operativo, all’attività addestrativa e comunque al servizio", ma anche "furti, smarrimenti o danneggiamenti di materiali e apparati particolarmente delicati e importanti, come a esempio armi e munizionamenti, ed eventi relativi alla situazione sanitaria nei reparti".
Se la definizione si fermasse qui, si potrebbe escludere che il caso di Vannacci rientri tra quelli gravi o di forte risonanza. C'è, però, un altro punto: sono considerati anche "gli accadimenti che potrebbero avere riflessi negativi sull’opinione pubblica per la loro delicatezza o per il numero di persone coinvolte". Insomma, dato che lo stesso ministro Crosetto aveva scritto che le opinioni di Vannacci "screditano l'Esercito, la Difesa e la Costituzione" c'è da pensare che la questione possa rientrare in questa categoria. In ogni caso, l'inchiesta è avviata e nelle prossime settimane dovrebbero emergere i primi elementi.