Il futuro ministro dell’Interno Matteo Salvini allo stadio fa pubblicità al marchio di Casa Pound
Dismessi gli abiti parlamentari, tolte camicia, giacca e cravatta, Matteo Salvini ieri sera era allo stadio per la finale di Coppa Italia disputata tra la sua squadra del cuore, il Milan, e la Juventus allo stadio Olimpico. Al posto della felpa d'ordinanza da comizio, il leader della Lega ha scelto un abbigliamento casual con tanto di cappellino rossonero. Mentre arriva il semaforo verde da Silvio Berlusconi a una maggioranza M5s-Lega, si gioca la partita e Salvini viene inquadrato alle spalle dell'ex capitano Andrea Pirlo mentre parla al telefono.
Il fermo immagine rimbalza sui social: con chi starà parlando? Le trattative per i nomi dei ministri e del presidente del consiglio si descrivono come febbrili, gli sherpa sono a lavoro. Ai più sfugge un particolare che però, all'alba del governo battezzato come ‘giallo-verde', è rivelatore. Matteo Salvini indossa una giacca Pivert (‘picchio', in francese), ovvero la marca d'abbigliamento legata ai vertici dell'organizzazione neofascista Casa Pound, dove politica e affari si mischiano e legano in maniera indissolubile, tra franchising, negozi e ristoranti. Il titolare del marchio è il leader di Blocco Studentesco Francesco Polacchi, mentre i negozi sono affidati ai leader cittadini dell'organizzazione. La Pivert in pubblicità investe soprattutto nel giornale online di Casa Pound, da poco arrivato in edicola ‘Il Primato Nazionale', così investimenti e proventi rimangano in circolazione all'interno degli interessi del gruppo neofascista.
Non certo un marchio che si trova in ogni boutique, ma che denota lo stile e l'identità di un determinato ambiente con cui evidentemente il leader del Carroccio ha familiarità. Il ministro dell'Interno in pectore si presenta in uno stadio con il marchio di un gruppo a cui sono legati decine di episodi di violenza politica, di cui uno dei vicepresidenti è stato condannato in primo grado per aver aiutato un latitante di camorra ad ottenere un documento, protagonisti di rapporti politicamente imbarazzanti con il clan Spada a Ostia. Salvini, da paladino della legalità, dovrebbe forse prestare più attenzione a chi fa pubblicità.