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Il figlio di Sibilla Barbieri: “Ultimi giorni strazianti, mia madre era esausta, non doveva soffrire così”

Cappato si è autodenunciato questa mattina per la vicenda di Sibilla Barbieri, malata oncologica terminale morta in Svizzera con il suicidio assistito. Domani si autodenunceranno anche Scalfarotto, Magi e Manconi. Il figlio dell’attrice: “Gli ultimi giorni di vita di mia madre sono stati estremamente strazianti”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Sibilla Barbieri, attrice, regista e produttrice romana era una malata oncologica terminale, e si è spenta una settimana fa, a 58 anni, accompagnata dal figlio Vittorio, in una clinica in Svizzera dove ha potuto accedere alla "morte volontaria", visto che in Italia non le è stato possibile, nonostante la sua richiesta presentata a inizio agosto.

La sua vicenda è stata raccontata in una conferenza stampa, organizzata dal partito Radicale e dall'associazione Luca Coscioni, alla quale hanno partecipato, oltre al figlio di Sibilla, Vittorio, i radicali Marco Perduca e Marco Cappato e l'avvocato Filomena Gallo. Il figlio Vittorio Parpaglioni, Perduca e Cappato si sono autodenunciati, per averla aiutata a morire.

In un video Sibilla stessa aveva raccontato la sua condizione: "Sono malata oncologica da dieci anni, ho fatto tutte le cure che mi sono state proposte ma purtroppo non hanno più funzionato, sono una malata terminale e non ho più tempo, ho provato a chiedere aiuto per il suicidio assistito in Italia, a casa mia".

Anche Magi, Scalfarotto e Manconi si autodenunciano

Anche il senatore Ivan Scalfarotto, l'ex senatore e presidente della Commissione diritti umani Luigi Manconi e il deputato Riccardo Magi si autodenunceranno domani per il suicidio assistito avvenuto in una clinica Svizzera della regista Sibilla Barbieri. Scalfarotto, Magi e Manconi – fa sapere l'Associazione Coscioni – informeranno domani le forze dell’ordine dell’aiuto fornito all’organizzazione dell’accompagnamento in Svizzera di Sibilla Barbieri, finalizzato all’ottenimento dell’aiuto medico alla morte volontaria che le era stato illecitamente negato in Italia.

Con loro ci sarà anche Marco Cappato, responsabile legale dell’Associazione Soccorso Civile, attraverso la quale sono state organizzate tutte le azioni di disobbedienza civile, e Filomena Gallo, Segretaria dell’Associazione Luca Coscioni e legale difensore. Dopo essere andati in caserma per esporre i fatti, Manconi, Scalfarotto, Magi, Cappato e Gallo terranno una conferenza stampa presso la sala stampa della Camera dei Deputati, alle ore 14.30.

La famiglia ha presentato due esposti contro la l'Asl Roma 1

La famiglia ha presentato due esposti alla Procura della Repubblica contro l'Asl Roma 1, "due esposti – ha spiegato l'avvocato e amica di Sibilla, Filomena Gallo – presentati, uno dalla madre e dalla sorella e uno dai figli di Sibilla, affinché la magistratura rilevi i reati esistenti, per noi si configura anche il reato di tortura: l'azienda saanitaria non ha dato seguito alla richiesta di Sibilla in tempi celeri, dopo tutta la documentazione fornita anche dall'oncologo. Si sarebbe dovuto procedere come previsto dalla sentenza della Corte Costituzionale".

"Per anni Sibilla si è battuta per vivere – ha aggiunto Marco Cappato -, poi ha scelto l'aiuto di Vittorio, con coraggio anche rispetto alle conseguenze che potrebbero esserci per lui. Non è possibile interpretare in modo diverso la sentenza della Consulta: Sibilla era dipendente da trattamenti di sostegno vitale, quindi negarle quel diritto ad autodeterminarsi è stata una violenza di Stato. Spero che di questa vicenda non fosse informato il governatore del Lazio Rocca che ora deve chiarire cosa è accaduto nello sviluppo delle decisioni. Altrimenti dovrebbe dimettersi, la politica si assuma le sue responsabilità". Secondo i Radicali, peraltro, "tutto ciò è frutto dell'ignavia del legislatore italiano, che sceglie di non fare una legge, nonostante i richiami della Corte costituzionale ad emanare una legge in materia siano tre".

"Mia madre era talmente esausta che ha chiesto l'anticipo della procedura in Svizzera dal 31 al 30 ottobre – ha detto il figlio Vittorio -, era arrivata al limite massimo di esistenza terrena… Gli ultimi giorni di vita sono stati strazianti e non dovevano esserlo, si è spinta fino al limite, all'ultimo secondo, questo ha fatto in modo che tutti avessimo più sofferenza".

Vittorio ha anche spiegato, rispondendo a una domanda in conferenza stampa, di essersi offerto "volontariamente" di accompagnare la madre in Svizzera per il suicidio assistito, e ha ricordato così i suoi ultimi giorni: "Mia madre era una donna ed è tuttora, chissà dove, decisa e determinata, non ha mai tentennato rispetto alla sua voglia di autodeterminarsi, di essere libera – ha detto -. Con i suoi sguardi, con i suoi momenti ci ha sempre dato affetto. Mia madre è sempre rimasta una madre, fino all'ultimo, non ha mai pesato su di noi. Quando siamo arrivati in clinica ci eravamo già detti tutto, non avevamo più bisogno di parlare, ma solamente di guardarci".

Sibilla era "attaccata alla vita", "iscritta da sei anni all'associazione Luca Coscioni" e aveva fatto richiesta alla "sua" Asl di poter accedere alla morte volontaria ma, ha spiegato Marco Perduca, "di fronte a questa necessità di prendere una decisione immediata l'Asl si è presa settimane e mesi".

"Quando questa estate, dopo l'ultimo colloquio con i suoi medici, è stato chiaro che non c'era nessuna terapia per fare tornare indietro il cancro, che era avanzato ai polmoni, al cervello, alla spina dorsale, lei ha chiamato Marco Cappato, ha preso contatto con la Svizzera ma anche con l'Italia perché poteva procedere anche in Italia e ha inviato una richiesta all' Asl Roma 1 – ha aggiunto Filomena Gallo -. La richiesta è rimasta inascoltata fino a settembre, finché non abbiamo inviato diffida ed è stato fissato un appuntamento il 19 settembre con un team di esperti" che poi hanno visitato la paziente dando parere negativo sul suicidio assistito.

"Mi ha chiamato piangendo, forse mi sono presentata troppo bene, mi ha detto – ha continuato Gallo con emozione -, spiegandomi che i medici le avevano proposto trattamenti per la spina dorsale… Dopo aver sentito il suo oncologo ha inviato una email all'Asl in cui spiegava che l'intervento sulla spina non avrebbe fermato il tumore nelle altri parti del suo corpo". Secondo l'Asl però non era possibile accedere alla morte volontaria come prevista dalla sentenza Cappato della Corte costituzionale perché la paziente "era priva di qualunque terapia di sostegno alla vita" mentre, poi, ha concluso Gallo, "un verbale del comitato etico ha riconosciuto che Sibilla aveva tutti i requisiti per potervi accedere".

Cappato: "Contro Sibilla violenza di Stato"

"Contro Sibilla c’è stata violenza di Stato. Aveva diritto ad essere aiutata dal Servizio Sanitario a interrompere una sofferenza diventa insopportabile. Ma Regione Lazio ha violato la legge, e l’ha costretta ad andare in Svizzera per non subire una tortura contro la propria volontà". Lo scrive su Facebook Marco Cappato in relazione alla morte in una clinica in Svizzera dalla regista Sibilla Barbieri, malata oncologica, dopo essersi somministrata un farmaco letale.

Per Cappato, "il Presidente di Regione Lazio Rocca ha ora il dovere di accertare le responsabilità di quanto accaduto, oppure di dimettersi". "Vittorio, figlio di Sibilla, oggi non si è solo autodenunciato insieme a Marco Perduca e a me" per il suicidio assistito "ma ha anche denunciato il servizio sanitario per la violenza subita da lei e da tutta la loro famiglia".

Verdi e Sinistra presentano interrogazione a Rocca

"La vicenda di Sibilla Barbieri dimostra nuovamente i ritardi del nostro Paese e le inadempienze della politica in materia di suicidio assistito. È necessario ed urgente accertare se, a fianco di tali ritardi, vi siano state anche inottemperanze da parte delle strutture sanitarie regionali. Per questo, ho presentato un'interrogazione al Presidente Rocca, che detiene la delega alla sanità nel Lazio, per conoscere se fosse al corrente della vicenda e se le decisioni prese dalla Asl Roma 1 siano coerenti con la sentenza 242 della Consulta (Cappato/Antoniani) del 2019. Il sistema sanitario deve garantire il diritto alla salute, alla dignità e all'integrità delle persone", ha scritto in una nota Claudio Marotta, capogruppo per Verdi e Sinistra in Consiglio regionale del Lazio.

"Il diritto di disporre della propria vita e del proprio corpo non sono negoziabili e le strutture sanitarie devono dare applicazione alla sentenza della Consulta. Domani presenterò il testo dell'interrogazione alla conferenza alla Camere dei Deputati con Marco Cappato alle 14:30", ha aggiunto Marotta.

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