Il figlio di Salvini sulla moto d’acqua della polizia: archiviazione per i tre agenti
Archiviazione, perché i fatti non sussistono, per i tre poliziotti della scorta di Matteo Salvini che avevano cercato di impedire al giornalista di Repubblica, Valerio Lo Munzio, di riprendere il figlio del leader della Lega, allora ministro dell'Interno, mentre faceva un giro su una moto d'acqua della polizia a Milano Marittima. Un fatto che risale al 30 luglio del 2019, per il quale i tre agenti erano indagati per peculato d'uso della moto d'acqua e per violenza privata sul cronista. In questo caso la procura aveva chiesto l'archiviazione per tenuità del fatto: il giudice per le indagini preliminari di Ravenna ha invece optato per una formula piena.
La vicenda, nell'estate del 2019 a poche settimane dalla crisi del governo gialloverde, aveva suscitato molte polemiche. Il figlio dell'ex ministro aveva fatto un giro sulla moto d'acqua della polizia e un giornalista aveva cercato di riprendere la scena, ma era stato fermato da due uomini in costume che si identificarono come poliziotti. Il giorno seguente, durante una conferenza stampa, il cronista aveva chiesto chiarimenti proprio allo stesso Salvini, domandandogli come mai gli agenti gli avessero impedito di filmare quanto stesse accadendo. Il leader della Lega gli aveva risposto: "Vada riprendere i bambini in spiaggia visto che le piace tanto".
L'allora titolare del Viminale, alla notizia dell'apertura delle indagini a carico dei tre poliziotti, si era anche rivolo ai giudici: "Prendetevela con me, non con altri, che non c'entrano niente. Lasciate che i poliziotti inseguano i delinquenti e non che siano convocati come delinquenti. Se un errore c’è stato l'errore è mio. Convochi me, lo dirò a quel magistrato. Non ho parole. Posso signor procuratore, chiederle una cortesia, lasci lavorare questi poliziotti, chiami me. Se devo pagare pago io. Tre poliziotti indagati, li conosco: per cosa? Per il giro di 5 minuti sulla moto d'acqua di mio figlio".