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Opinioni

Il disprezzo di Delmastro per le vite dei detenuti, di fronte il record di suicidi in carcere

Ieri l’ultimo suicidio in carcere: sono 67 i detenuti che si sono tolti la vita. Il sottosegretario Delmastro era nel carcere di Taranto (quasi il 50% di sovraffollamento), ma si rifiuta di visitare le celle: “Non mi inchino a La Mecca dei detenuti”. L’esponente di Fratelli d’Italia disprezza ancora una volta le vite che sono sua responsabilità.
A cura di Valerio Renzi
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Ieri l'ultimo suicidio in carcere. Un detenuto di 35 anni si è tolto la vita nel penitenziario di Parma. Era stato appena trasferito da Ancona e si trovava in isolamento. Dall'inizio dell'anno si sono tolti la vita 67 detenuti. Un trend drammatico: nel 2022 si tolsero la vita 85 detenuti, il numero più alto dal 1990. Il 2024 rischia di essere peggio.

Nonostante questo il dibattito politico resta lontanissimo dal trovare soluzioni per svuotare le carceri e affrontare alcuni dei problemi strutturali: un ricorso eccessivo alla carcerazione preventiva, la mancanza di strutture alternative al carcere, troppi pochi posto nelle Rems per i detenuti con problemi psichici. Figurarsi con questo governo parlare di amnistia o indulto per svuotare le carceri.

Ieri, a Ferragosto molti esponenti politici si sono recati in visita nelle carceri del nostro paese, così come i garanti dei detenuti. Un impegno organizzato dai Radicali e dall'associazione Nessuno Tocchi Caino, che ha visto coinvolti tra gli altri il segretario di Italia Viva Matteo Renzi e il vicecapogruppo Pd alla Camera e Segretario di Demos Paolo Ciani.

Un Ferragosto in carcere anche per il Governo. Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha visitato il carcere femminile della Giudecca, e successivamente a visitare una struttura appena rimessa a nuovo per la messa in prova. Il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro delle Vedove, è andato invece nella casa circondariale di Taranto. Nel carcere pugliese l'esponente di Fratelli d'Italia ha scelto di non visitare i detenuti, ma di incontrare solo gli agenti della Polizia Penitenziaria.

"Non mi inchino a La Mecca dei detenuti”, ha dichiarato all'uscita dal carcere di Taranto. Parole sprezzanti nei confronti degli esponenti politici che esercitano il potere ispettivo, una prerogativa di parlamentari e consiglieri regionali che è una garanzia democratica, ma soprattutto parole violente nei confronti di chi si trova chiuso in cella.

Nel carcere di Taranto sono detenute 900 persone, per 500 posti disponibili. Un sovraffollamento che sfiora il 50%. Nonostante questo Delmastro ha ritenuto superfluo, o peggio sbagliato, andare a incontrare quegli uomini la cui vita è responsabilità dello Stato e di quelle istituzioni di cui Delmastro è uno dei massimi rappresentanti.

L'esponente del partito di Meloni se ne frega della vita dei detenuti, della loro dignità, del loro futuro, nonostante siano una sua precisa responsabilità. Peccato che il carcere sia una macchina di sofferenza, emarginazione e morte che non risparmia la Polizia Penitenziaria: dall'inizio dell'anno sono 7 gli appartenenti al corpo che si sono tolti la vita.

Oltre che a sostenere gli agenti ogni qual volta esce fuori un'inchiesta per torture, pestaggi e violenze, Delmastro dovrebbe occuparsi di tutto l'universo carcerario per salvare anche le vite di chi indossa una divisa. Ma non sembra interessato: gli basta mostrare il volto più feroce del governo, il ghigno di chi vuole solo buttare la chiave e seppellire e nascondere le vite dei detenuti.

In un'intervista di qualche anno fa, l'ex garante nazionale dei detenuti Mauro Palma invitava tutti noi a pensare il carcere non come un organismo chiuso, ma estremamente sensibile a quello che accade fuori, attento a ogni segnale di speranza. Gli effetti di un ministro che parla dei suicidi in carcere come di "un flagello imprevedibile", e di un sottosegretario che non vuole "inchinarsi a La Mecca dei detenuti", di un parlamento dove si discute solo di inasprire le pene e mai di come svuotare le carceri si traducono drammaticamente in numeri. I numeri dei suicidi, degli atti di autolesionismo, delle vite inghiottite.

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Giornalista pubblicista e capo area della cronaca romana di Fanpage.it. Ho collaborato prima prima di arrivare a Fanpage.it su il manifesto, MicroMega, Europa, l'Espresso, il Fatto Quotidiano. Oltre che di fatti e politica romana mi occupo di culture di destra e neofascismi. Ho scritto per i tipi di Edizione Alegre "La politica della ruspa. La Lega di Salvini e le nuove destre europee" (2015) e per Fandango Libri "Fascismo Mainstream" (2021).
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