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Ddl Zan, ultime notizie sul disegno di legge

Il disegno di legge Zan ha i numeri per passare in Senato?

Il disegno di legge Zan contro l’omotransfobia arriverà in Senato il prossimo 13 luglio, dopo essere stato approvato alla Camera lo scorso novembre. Nulla è ancora deciso e con il voto a scrutinio segreto potrebbero anche esserci delle sorprese. Saranno ad ogni modo decisivi i 17 voti dei senatori di Italia Viva. Vediamo un po’ cosa dicono per ora i numeri.
A cura di Annalisa Girardi
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Il ddl Zan arriverà nell'Aula del Senato il prossimo 13 luglio, dopo mesi di stallo. Oggi in un vertice di maggioranza a Palazzo Madama l'ultimo tentativo di trovare un'intesa tra le forze politiche è finito in un nulla di fatto. Tutto si deciderà tra una settimana esatta e non è affatto scontato come finirà: il voto in Aula sarà infatti a scrutinio segreto e potrebbero esserci delle sorprese. Lo scorso 4 novembre, quando era in carica il governo giallorosso, la Camera ha approvato il disegno di legge contro l'omotransfobia con 265 voti favorevoli, 193 contrari e un astenuto. Ora, al Senato, saranno fondamentali (in un senso o nell'altro) i 17 voti di Italia Viva, ma non è ancora chiaro come potrebbero votare i senatori renziani.

Senza questi voti, difficilmente il ddl passerà. Al momento dovrebbe contare solo sui 75 senatori del Movimento Cinque Stelle, i 38 del Partito democratico, i 6 di Liberi e Uguali e poi un'altra quindicina tra gruppo Misto e Autonomie. "La legge Zan così com'è potrebbe passare, ma rischia di non farcela perché c'è lo scrutinio segreto, e a scrutinio segreto molti potrebbero non votarla", ha commentato Matteo Renzi. Non è chiaro, quindi, come si comporteranno i senatori di Italia Viva, anche se, come ha ricordato lo stesso Renzi, alla Camera il gruppo ha votato a favore. Sempre alla Camera, anche alcuni deputati di Forza Italia hanno votato in modo favorevole, in dissenso dal resto degli azzurri.

Tra i berlusconiani c'è già chi ha detto che voterà a favore. Si tratta della senatrice Barbara Masini, che in un'intervista con Repubblica ha commentato: "Ho una compagna, ma non mi batto a favore del ddl Zan mossa da ragioni personali. La mia è una battaglia di giustizia e libertà. Non capisco perché un omosessuale non dovrebbe sentirsi rappresentato da un partito di destra e soprattutto da un partito liberale come Forza Italia".

Ad ogni modo, i voti contrari dovrebbero essere circa 50 da Forza Italia, 20 da Fratelli d'Italia, 64 dalla Lega e altri 7 dai cattolici. Che portano il numero di voti sfavorevoli praticamente alla stessa quota di quelli per il ddl Zan. Rimangono quindi fondamentali i voti di Italia Viva, che saranno decisivi o per approvare il disegno di legge, o per affossarlo.

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