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Il discorso di Mattarella al G7: “Antichi fantasmi sono riapparsi nel mondo”

Durante la cena con i leader presenti a Borgo Ignazia per il primo giorno del G7, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha posto l’attenzione sulle “insidie dei neoimperialismi e dei neocolonialismi”. Per il Capo dello Stato, “oggi le regole di convivenza internazionali rispettose dei popoli sono messe a dura prova”.
A cura di Giulia Casula
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"Oggi registriamo che il crescente processo di interdipendenza promosso dalla globalizzazione è bruscamente venuto meno, unitamente alla spinta verso valori e obiettivi globalmente condivisi. Antichi fantasmi sono riapparsi e il linguaggio della cooperazione, e della costruzione di regole di convivenza internazionali rispettose dei popoli, viene messo a dura prova, lasciando il posto a crescenti tensioni geopolitiche, quando, purtroppo, non a conflitti". Lo ha dichiarato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, durante la cena coni capi di Stato e di governo presenti al G7 di Borgo Egnazia.

"Rispetto all'incontro del G7 che la Repubblica italiana ha presieduto sette anni fa, a Taormina, il contesto internazionale è profondamente mutato. L'ambizione di nuovi attori di giocare un ruolo più profilato interpella la capacità della comunità internazionale – e in essa del G7 – di promuovere processi positivi orientati alla pace e allo sviluppo", ha proseguito. "Per taluno si tratta di procedere alla realizzazione comunque, spesso in modo affannoso, di nuovi assetti internazionali, nella presunzione che saranno più vantaggiosi per sè di quelli raggiunti nei decenni che hanno fatto seguito alla Seconda guerra mondiale mentre, spesso, aprono, invece, spazi a insidie di neo-colonialismi se non di neo-imperialismi", ha aggiunto. "Si affaccia la convinzione che sia possibile sostituire alla comunità internazionale, alle sue regole, al criterio di pari dignità fra gli Stati, la violenza e la sopraffazione".

Per il Capo dello Stato il secondo elemento che caratterizza il G7 è costituito dalla "adesione convinta a un sistema di regole, che vede nella Carta delle Nazioni unite la sua manifestazione più alta. La cura di questo sistema di regole, la prima delle quali consiste nel divieto di minaccia e uso della forza nei rapporti fra gli Stati, è un aspetto, oggi, tristemente sfidato", ha dichiarato di fronte ai leader ospiti nel Castello Svevo di Brindisi. "Sostenendo l'indipendenza dell'Ucraina, difendiamo principi generali di convivenza fra le nazioni, sui quali poggia, dal secondo dopoguerra in poi, la libertà, la sicurezza, la prosperità dei nostri popoli nonché lo sviluppo e il ruolo crescente di quelli che allora erano, loro malgrado, spettatori della storia".

"La terza dimensione del G7 che vorrei richiamare è quella di una piattaforma aperta. A partire dal Vertice del 2007 in Germania veniva introdotto il cosiddetto ‘processo Heiligendamm' che apriva il G7 al resto del mondo e coinvolgeva nell'esercizio altri cinque Paesi, rappresentativi di tutti i continenti, per un dialogo sui grandi temi globali dello sviluppo economico, dell'innovazione e del cambiamento climatico", ha ricordato Mattarella. "Temi ulteriormente ampliati, a L'Aquila, nel 2009, a quelli della sicurezza alimentare e dell'energia. Il formato del G7 è, quindi, in grado di adeguarsi ai mutamenti del contesto internazionale, e lo conferma questa edizione, nella consapevolezza che non possono essere affrontati in un circuito limitato".

Per il Presidente della Repubblica nuove tematiche come "lo sviluppo sostenibile del continente africano, i flussi migratori, la rivoluzione indotta dall'intelligenza artificiale" hanno trovato "giusto spazio nel Vertice di Borgo Egnazia e sollecitano collaborazione con gli altri attori rilevanti dello scacchiere mondiale". Mattarella è poi tornato sulle tensioni in Medio Oriente: "I negoziati in corso per giungere al cessate il fuoco devono rappresentare una tappa per intraprendere un concreto percorso politico verso una pace duratura, che non può che fondarsi sulla soluzione a due Stati", ha detto. Occorre la volontà di perseguirla da parte di tutti gli attori coinvolti, per non abbandonare il dialogo a metà, come già accaduto in troppe occasioni, con l'inevitabile ripresa, nel tempo, del conflitto, con violenza e vittime sempre maggiori", ha concluso.

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