Il direttore di ActionAid Palestina a Fanpage: “A Gaza ospedali senza corrente si trasformano in obitori”
Nadim Zaghloul, direttore di ActionAid Palestina, che si trova in questo momento in Cisgiordania, ha rilasciato un'intervista a Fanpage.it sulla crisi umanitaria provocata dal conflitto israelo-palestinese, che sta colpendo oltre due milioni di persone. ActionAid lavora nei Territori Palestinesi Occupati da molti anni, sostenendo la popolazione che vive senza i servizi di base, privata della libertà e dei diritti umani. ActionAid è impegnata in diversi interventi di emergenza, con fornitura di assistenza umanitaria essenziale, tra cui cibo e medicine.
Secondo le ultime notizie che arrivano da Gaza nella notte ci sono stati ancora bombardamenti israeliani, soprattutto al confine, come raccontano video postati sui social dai residenti e una nota dell'Aeronautica israeliana. Israele afferma di aver sganciato in sei giorni 6000 bombe, per un peso di 4000 tonnellate, sugli obiettivi di Hamas a Gaza, colpendo oltre 3.600 obiettivi. Il bilancio delle vittime secondo il ministero della Sanità di Gaza, sotto il controllo di Hamas, è di almeno 1.537 morti e 6.612 feriti. L'esercito israeliano ha ordinato l'evacuazione di 1,1 milioni di abitanti di Gaza, intimando loro di rifugiarsi a Sud entro 24 ore e invitandoli a non avvicinarsi all'area delle recinzioni al confine, perché i militari colpiranno "in modo significativo l’area della città di Gaza nei prossimi giorni". Secondo l'Onu l'ordine di evacuazione rischia "di trasformare quella che è già una tragedia in una catastrofe", perché è impossibile che tale movimento "abbia luogo senza devastanti conseguenze umanitarie".
Qual è la situazione a Gaza in questo momento? Continuano i raid aerei e i bombardamenti?
I bombardamenti a Gaza continuano a colpire edifici residenziali civili. L'ultimo bilancio delle vittime fornito dal ministero della salute dell'enclave è di 1.537. Più di 6.600 persone sono state ferite. Il bombardamento aereo di Gaza si è intensificato.In Israele, più di 1.300 persone sono state uccise. I jet israeliani stanno rilasciando volantini sulla parte settentrionale di Gaza, dicendo alla gente di lasciare le loro case "immediatamente". Le organizzazioni umanitarie internazionali chiedono la creazione di "corridoi umanitari", ma l'enclave rimane sotto assedio totale.
Siete in contatto con i vostri operatori umanitari nella Striscia di Gaza? La comunicazione è ancora possibile?
Continuiamo a comunicare con i nostri colleghi e partner e con le organizzazioni umanitarie, per coordinare la nostra risposta umanitaria. Continuiamo a chiamare i nostri colleghi per assicurarci che loro e le loro famiglie siano al sicuro.
Quanti operatori umanitari avete nella Striscia di Gaza? Il vostro staff è al sicuro?
Abbiamo tre operatori umanitari, fino ad ora sono al sicuro, ma sono stati costretti a fuggire dalle loro case e a rifugiarsi in altri luoghi. L'appartamento di un nostro collega è stato raso al suolo.
È ancora possibile portare aiuti umanitari ai civili nella Striscia di Gaza?
Se la chiusura di Gaza continuasse e Israele continuasse a negare l'ingresso e la consegna di assistenza umanitaria alla Striscia di Gaza, allora diventerebbe impossibile portare aiuti umanitari ai civili. Ci siamo uniti ad altre organizzazioni umanitarie chiedendo l'apertura di corridoi umanitari sicuri e la cessazione delle ostilità, che sarebbero cruciali per alleviare le sofferenze di milioni di persone a Gaza.
Qual è la situazione negli ospedali in Cisgiornania e a Gaza? Ci sono medicine a sufficienza?
In Cisgiordania gli ospedali riescono a operare e possono curare attualmente le ferite provocate dagli attacchi delle forze israeliane e dei coloni israeliani. Per quanto riguarda le condizioni degli ospedali a Gaza, dal momento che Gaza smette di ricevere corrente elettrica, gli ospedali non hanno corrente, il che mette a rischio i neonati nelle incubatrici e i pazienti più anziani che necessitano di ossigeno. La dialisi renale si ferma, e non si possono effettuare radiografie. Senza elettricità, gli ospedali rischiano di trasformarsi in obitori. Il sistema sanitario di Gaza sta iniziando a collassare: 1.354 morti e 6.049 feriti. Pazienti salvabili morti per mancanza di personale, risorse, letti. Le terapie intensive sono piene, così come le sale operatorie. Non c'è nemmeno abbastanza spazio nei corridoi.