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Il caso Pozzolo

Pozzolo indagato per lesioni colpose, il test della polvere da sparo eseguito dopo la festa

Dopo la festa di Capodanno durante cui è partito un colpo dalla sua pistola personale, il deputato di Fratelli d’Italia Emanuele Pozzolo è stato interrogato a lungo dalle forze dell’ordine, poi ha provato a ricorrere all’immunità parlamentare rifiutando di sottoporsi al test dello stub, vestiti compresi, per verificare se addosso avesse tracce di polvere da sparo. Alla fine, il test è stato eseguito alle 7:25 del primo gennaio. È stato aperto un fascicolo di indagine per lesioni colpose.
A cura di Tommaso Coluzzi
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La festa col botto, la nottata in caserma e, infine, il tentativo di giocarsi l'immunità parlamentare. Il deputato di Fratelli d'Italia, Emanuele Pozzolo, risulta ora indagato per lesioni colpose, accensioni ed esplosioni pericolose, e omessa custodia di armi. In procura a Biella è stato aperto un fascicolo nei suoi confronti del deputato, proprietario della pistola che la notte di Capodanno ha ferito una persona durante la festa organizzata a Rosazza. Pozzolo ha detto di non essere stato lui a premere il grilletto: si tratta di un atto dovuto per poter compiere tutte le indagini del caso.

Pozzolo è stato sentito a lungo dalle forze dell'ordine subito dopo i fatti di Rosazza. Gli inquirenti hanno cercato di arrivare rapidamente a una conclusione, consapevoli che, con il passare delle ore, sarebbe stato più complesso capire cos'è realmente successo alla festa in Pro loco. Lo stesso Pozzolo ha dato due versioni diverse dell'accaduto: prima dicendo che non aveva sparato lui, poi che il colpo è partito mentre stava mostrando l'arma a un ragazzo. Le indagini sull'esplosione del colpo di pistola, che – aspetto da non sottovalutare – ha ferito un uomo a una gamba, proseguono, ma il deputato meloniano ha già provato a utilizzare un vantaggio che deriva dal suo status di parlamentare.

Pozzolo, secondo quanto riportato in queste ore, durante la nottata in procura avrebbe provato a fare ricorso all'immunità parlamentare, rifiutando di sottoporsi al test dello stub, vestiti compresi, per verificare se addosso avesse tracce di polvere da sparo. Parliamo dell'esame – molto preciso a livello scientifico – che viene effettuato per ricostruire chi può aver esploso il colpo. A differenza di quanto trapelato nelle scorse ore, però, alla fine il test è stato eseguito: secondo quanto riportato nel verbale dei Carabinieri del nucleo investigativo di Biella alle 7:25 del primo gennaio, è stato eseguito il prelievo di eventuali residui di polvere da sparo sulla mano destra e sinistra di Pozzolo, sul giubbotto, sul pile e sui jeans indossati dal deputato.

I campioni verranno inviati al Ris di Parma per gli esami, insieme alla pistola sequestrata per il confronto con il bossolo repertato. La Prefettura di Biella, inoltre, ha proceduto alla revoca del porto d'armi per la difesa personale rilasciato al parlamentare di Fratelli d'Italia. Non solo, ma secondo la Stampa sarebbe partito anche l'iter per ritirare le altre sei armi che Pozzolo tiene in casa. Non si tratta di un sequestro, ma dato che non c'è più il necessario porto d'armi le pistole e i fucili saranno tolti dalla casa del deputato. Tra una settimana (dando a Pozzolo il tempo di presentare eventuali obiezioni) si effettuerà il ritiro, poi ci saranno due mesi per fare ricorso al Tar, o tre mesi per appellarsi al presidente della Repubblica. Trascorso questo tempo, le armi saranno rottamate o Pozzolo potrà decidere di farle avere a qualcuno che conosce che abbia il porto d'armi giusto.

In queste ore, i carabinieri stanno raccogliendo le testimonianze dei presenti per capire cosa sia accaduto realmente. Al momento non sono state depositate querele di parte. L'uomo di 31 anni, rimasto ferito lievemente a una gamba, è il genero di uno dei membri della scorta del sottosegretario Delmastro, presente alla festa organizzata dalla sorella Francesca. Secondo quanto raccolto dalle prime indagini, Pozzolo, che aveva trascorso il Capodanno in famiglia nella vicina Campiglia Cervo, era passato alla Pro loco per un saluto. A l'una e mezza avrebbe tirato fuori la pistola calibro 22, regolarmente detenuta, per mostrarla ad alcuni presenti. Poi lo sparo e il mistero: chi ha premuto il grilletto?

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