Il deputato del Movimento 5 Stelle che vuole sentire Putin alla Camera: “Serve la controparte”
"Non invitiamo solo il presidente ucraino Volodimir Zelensky, sentiamo anche la controparte Vladimir Putin". A lanciare la provocazione è il deputato del Movimento 5 stelle Nicola Grimaldi. Martedì prossimo è fissato per le 11 alla Camera il videocollegamento del leader di Kiev, in linea con quelli che ha tenuto negli ultimi giorni in giro per l'Europa. L'intervento è stato sollecitato dall'ambasciata di Kiev e subito accolto dal presidente di Montecitorio Roberto Fico, che non si cura dei distinguo sorti all'interno del gruppo parlamentare del suo Movimento.
L'ultimo è proprio quello di Grimaldi, che invita a organizzare una videoconferenza con il presidente russo. Proprio per evitare potenziali imbarazzi la Camera ha deciso che la seduta sarà composta dal discorso di Zelensky e dall'unico intervento del premier Mario Draghi. Ma non sono escluse eventuali manifestazioni di contrarietà da parte di dissidenti interni grillini, nonché da parte degli ex membri M5s ora de L'Alternativa, diversi leghisti e alcuni esponenti di LeU.
Grimaldi giustifica l'idea parlando di necessaria par condicio "per capire la situazione". Secondo lui l'invio di armi dall'Italia all'Ucraina non è poi "risolutivo per il conflitto" e la pace deve "passare dal negoziato e dalla diplomazia". Tuttavia il deputato si rende conto che "è quasi impossibile trattare con la Russia in questo momento, mentre continuano gli attacchi”.
Assieme al collega Davide Serritella si è astenuto sul voto della Camera sul ddl Ucraina. Tra gli altri grillini che si oppongono alla linea del governo ci sono invece Gabriele Lorenzoni ed Enrica Segneri. Fino al 2018, d'altronde, la posizione del Movimento sulla Russia era ben diversa. Qualche settimana fa è stata l'ex ministra della Salute Giulia Grillo a ricordarlo, spiegando che nel M5S si metteva addirittura in discussione la Nato, mentre governare "ci ha fatto cambiare idea". Gli imbarazzi più forti, però, ci sono sicuramente nella Lega, il cui segretario Matteo Salvini ha per anni dipinto Putin come un leader da cui prendere spunto.