Il decreto Ucraina è legge: via libera all’invio di armi a Kiev per tutto il 2023
Il decreto Ucraina è legge. Dalla Camera è infatti arrivato il via libera definitivo con cui si proroga fino alla fine dell'anno, al 31 dicembre 2023, la possibilità di inviare materiali e mezzi militari a Kiev, per sostenere il Paese contro l'aggressione russa. Il provvedimento è stato approvato con 215 voti a favore e 46 contrari: si sono espressi contro il Movimento Cinque Stelle, Verdi e Sinistra e anche Paolo Ciani del Partito democratico.
Il testo era già passato in Senato, quindi con l'approvazione anche a Montecitorio diventa definitivamente legge. L'autorizzazione a inviare armi all'Ucraina era stata decretata dallo scorso governo allo scoppio della guerra ed era poi scaduta il 31 dicembre 2022. Giorgia Meloni ha sempre sostenuto di essere favorevole al sostegno militare fino a quando questo sarà necessario, affermando che lo spazio per i negoziati si aprirà solamente quando le due parti partiranno dalla stessa posizione a livello militare.
Se l'Occidente smettesse di inviare armi, sostiene il governo, la guerra terminerebbe con una vittoria della Russia. Scenario che chiaramente si cerca di scongiurare. Dall'altra parte, chi chiede lo stop all'invio di armi ritiene che, a quasi un anno dal conflitto, queste abbiano ostacolato le trattative, non facendo altro che spingere per l'escalation.
"La logica del supporto militare a oltranza, portata alle sue estreme conseguenze, potrebbe condurci presto a non parlare più di invio armi, ma di invio di truppe, quindi a un coinvolgimento diretto della Nato. Cosa faremo quando Zelensky ci chiederà non più solo armi ma anche uomini? È ipocrita chi parla di pace e, nello stesso momento, sposa la via dell'escalation militare. Dite la verità ai cittadini: l'Italia e l'Europa stanno entrando in guerra. Abbiate il coraggio di dirlo", ha commentato il deputato Cinque Stelle Marco Pellegrini intervenendo in dichiarazione di voto.
in Aula non sono arrivate solo critiche nel merito, ma anche nel metodo. "Il governo è autorizzato a inviare armi fino alla fine del 2023 e lo fa con decreti che non passano dall'Aula. Noi chiedevamo semplicemente che ogni volta che il governo decide di inviare armi passi per il Parlamento. La democrazia parlamentare viene bocciata", ha invece commentato il segretario di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, attaccando appunto le modalità con cui il governo ha deciso di continuare a inviare armi.