Il decreto sulle staminali è legge
Il decreto che disciplina "l'utilizzo" della terapia con cellule staminali è ora legge dello Stato: con il via libera definitivo del Senato della Repubblica (arrivato con 259 sì, 2 no e 6 astenuti) si conclude dunque un iter complesso e non privo di ostacoli e cambiamenti di rotta. Da oggi dunque, si consente a chi sta già seguendo la terapia con il metodo Stamina di continuare le cure, mentre parallelamente di dispone l'avvio di una fase di sperimentazione di 18 mesi, finanziata con un massimo di 3 milioni di euro direttamente dal ministero della Salute. Una sperimentazione che sarà condotta dal ministero, tramite l'Agenzia Italiana del farmaco ed il Centro Nazionale Trapianti (con la supervisione dell'Istituto Superioredi Sanità), con modalità che recepiscano "le indicazioni tese alla salvaguardia della sicurezza dei pazienti nella preparazione delle linee cellulari".
Soddisfazione dal sottosegretario alla Salute Paolo Fadda che sottolinea come si sia "riusciti a migliorare il testo nonostante il clima politico così difficile, grazie al grande senso di responsabilità, non solo alla maggioranza ma a tutti coloro che non hanno strumentalizzato questa materia. C'è stata piena sintonia tra governo, Parlamento, maggioranza, opposizione". Qualche perplessità invece da parte di Davide Vannoni, il fondatore di Stamina, che, pur riconoscendo come si tratti di un passo avanti, all'AdnKronos confessa: "Nell'insieme, però, esprimo pienamente il mio rammarico perché il testo che è diventato legge, al contrario di quello che era stato votato all'unanimità dal Senato inizialmente, risponde più all'interesse della comunità scientifica italiana e della burocrazia e non assolutamente alle esigenze dei pazienti". I dubbi riguardano soprattutto la fase di sperimentazione, dal momento che Stamina intende verificare che la metodica non venga cambiata e che dunque le indicazioni del Ministero non incidano negativamente sugli esiti dei test e sul risultato finale.