Decreto Ponte sullo Stretto, via libera della Camera che lo approva tra le polemiche
Il decreto sul Ponte sullo Stretto incassa il via libera dalla Camera: 182 i voti favorevoli, 93 i contrari, un solo astenuto. Il provvedimento definisce l'assetto della Stretto di Messina Spa, la società incaricata dei lavori, e riavvia la progettazione. Questa mattina i deputati avevano anche votato la fiducia al governo sul provvedimento, i voti a favore erano stati 206, a fronte di 124 contrari e 5 astenuti. Dopo il via libera, il testo passerà all'esame del Senato.
Nei giorni scorsi il ministero dei Trasporti aveva fatto chiarezza sui costi dell'opera, affermando che ci vogliano complessivamente 13,5 miliardi di euro. Questo, almeno, è il limite indicato nel Documento di economia e finanza e riformulato dal governo in seguito all'aumento dei prezzi dei materiali. Nel 2011, infatti, il costo calcolato era di circa otto miliardi e mezzo di euro.
Il dibattito in Aula è stato acceso. Poco prima del voto finale, i deputati di Alleanza Verdi-Sinistra hanno mostrato uno striscione e indossato delle magliette che portavano la scritta "No ponte". Antonino Iaria, capogruppo del Movimento 5 stelle in commissione Trasporti, ha parlato del "mito del progetto faraonico del ponte più lungo del mondo" che in realtà "nasconde un decreto che serve solo a chiudere la vicenda giudiziaria tra Stato, società Stretto di Messina e vincitore dell'appalto del 2012, creando un vero e proprio mostro giuridico per evitare una nuova gara e accontentare i ricorrenti". Invece, "il progetto del ponte è nello sfondo ed è solo propaganda salviniana e fuffa. Una volta raggiunto lo scopo di chiudere il contenzioso, con ulteriori costi per lo Stato, succederà la stessa cosa della Tav: l'ennesima opera incompiuta", anche perché "non ci sono finanziamenti certi".
"Il Ponte sullo Stretto di Messina è fondamentale e strategico. Da siciliano non posso che esprimere soddisfazione e ringraziare il lavoro di Matteo Salvini perché finalmente, dopo anni, si parla di un collegamento stabile tra la Sicilia e il resto del continente", aveva commentato già questa mattina in Aula il deputato della Lega, Anastasio Carrà. Dopo l'esame, poi, la Camera ha approvato anche un ordine del giorno che richiedeva di garantire al Ponte "un'identità culturale nazionale, europea e mediterranea. Si sancisce così che l'opera diventi il simbolo del genio architettonico che ha strabiliato il mondo", ha commentato il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli, di Fratelli d'Italia.
Sui costi non sono mancate le polemiche. Anche il Wwf oggi è tornato a criticare l'opera, sottolineando che oltre a un forte impatto ambientale c'è anche da considerare proprio quello economico. E tenendo conto degli investimenti correlati, come quelli sulla rete ferroviaria, l'organizzazione afferma: "Oggi il governo in carica accetta, a scatola chiusa e senza fare alcuna seria verifica della sostenibilità economico-finanziaria dell'opera, un costo prudenziale del Ponte stimato in 14,6 miliardi di euro (fonte Def), il 367% in più di quanto previsto a suo tempo nell'offerta economica (3,9 miliardi di euro) presentata dal GC Eurolink in occasione della gara nel 2003".