Il decreto Bollette ora è legge: ok alla fiducia in Senato con 99 sì, 54 no e 2 astenuti
L'Aula del Senato ha rinnovato la fiducia al governo sul dl bollette: il provvedimento, che vale quasi 5 miliardi nel 2023, ora è legge. Contiene misure che riguardano tre settori: caro-energia, sanità e fisco. Già approvato dalla Camera (anche in quel caso il governo ha posto la questione di fiducia), contiene misure per il sostegno delle famiglie e delle imprese per l'acquisto di energia elettrica e gas naturale e in materia di salute e adempimenti fiscali. I voti favorevoli sono stati 99, 54 i contrari e 2 gli astenuti. Il decreto doveva essere convertito in legge entro lunedì 29 maggio.
Fra le novità approvate durante l'esame parlamentare, c'è l’introduzione di un contributo sotto forma di credito d’imposta fino a un massimo di 200mila euro ed entro il tetto del 20% della spesa sostenuta per start up innovative nei settori dell’ambiente, delle energie rinnovabili e della sanità.
Sono state inoltre previste misure di semplificazione temporanee per l'installazione di impianti fotovoltaici. E sono state estese le misure per la definizione agevolata dei ruoli per Regioni ed Enti locali, relativamente agli istituti previsti dalla legge di Bilancio dello stralcio dei debiti fino a mille euro e della definizione agevolata dei carichi affidati all’agente della riscossione (‘rottamazione-quater’).
Gli interventi in Aula: chi ha votato a favore chi ha votato contro
"Questo decreto, entrato in vigore il primo di aprile, ha già in larga parte svolto il proprio effetto: dare un sostegno concreto alle famiglie e alle imprese più colpite dalla crisi energetica. E nonostante una manovra economica fatta solo pochi mesi fa, vengono messi in campo interventi per circa 5 miliardi di euro", ha detto il Adriano Paroli (Fi) intervenendo in Aula del Senato durante le dichiarazioni di voto sul decreto.
"È stata ora ampliata la platea delle famiglie che possono beneficiare della tariffa agevolata per la fornitura di energia elettrica e viene confermato il bonus sociale per i cittadini che si trovano in una condizione di disagio economico. Per le imprese – ha proseguito – sono previste la proroga di alcuni crediti d'imposta, la rideterminazione della base imponibile ai fini del calcolo del contributo di solidarietà temporaneo e la possibilità per l'ISMEA di dare garanzia diretta per i finanziamenti a micro, piccole e medie attività agricole e della pesca che investono nell'autosufficienza energetica e nella riduzione dei costi di approvvigionamento energetico. Una norma, questa. concepita e voluta da Forza Italia".
"Il decreto affronta, inoltre, le criticità del servizio sanitario nazionale, a partire dal problema delle liste d'attesa per arrivare alle aggressioni ai medici e agli infermieri nei pronto soccorso, e introduce misure per andare incontro al contribuente e iniziare un nuovo percorso di conciliazione con il fisco".
"Lo scorso 23 marzo, proprio in quest'Aula, nel corso del question time al ministro dell'economia Giorgetti, sottoponevo all'attenzione del governo la questione del caro-energia – ha detto il senatore UDC Antonio De Poli, intervenendo in Senato, nel corso delle dichiarazioni di voto, annunciando il voto favorevole del gruppo Civici d'Italia-UDC-Noi Moderati-MAIE – I rincari delle bollette di luce e gas, infatti, sebbene in un contesto meno grave rispetto al passato, continuano purtroppo a mettere in grave difficoltà soprattutto l'anello più debole della catena del nostro tessuto sociale: le famiglie con i redditi più bassi e le imprese, soprattutto le piccole medie imprese. Al governo, pertanto, chiesi in quell'occasione di non abbassare la guardia e di prevedere forse sostegno mirate. Oggi, con questo provvedimento, che ha un perimetro normativo più ampio, si dà anche una risposta concreta".
"Alla sinistra che pone muri ideologici con le derive ambientaliste, lancerei oggi un messaggio: con la politica dei no questo paese è rimasto fermo. Con il centrodestra al governo si cambia registro. Nel sottosuolo italiano ci sono potenzialmente 10 miliardi di metri cubi di gas. Su questo punto sono convinto che è doveroso dare risposte serie, non demagogiche, individuando soluzioni, definendo una strategia energetica sostenibile (sostenibile sì ma a 360 gradi, dal punto di vista ambientale, economico e soprattutto sociale!). Questo provvedimento conferma il nostro approccio concreto. Il governo ha fatto bene e questa maggioranza lo sostiene convintamente. Andiamo avanti su questa strada".
Secondo Avs invece "si chiama decreto Bollette ma in realtà è un provvedimento omnibus. Si chiama decreto Bollette ma fa poco o nulla per gli aiuti per le famiglie. Il governo si è concentrato a premiare gli evasori, a privatizzare ulteriormente la sanità, chi può paga e chi non può aspetta o rinuncia alle cure, e niente sugli extraprofitti incassati dalle aziende energetiche. In questo provvedimento non c’è nulla di strategico. Come al solito, la destra è forte con i deboli e debole con i forti. Per tutte queste ragioni Alleanza Verdi e Sinistra vota convintamente contro questo provvedimento", ha detto il senatore dell’Alleanza Verdi e Sinistra Tino Magni, durante la dichiarazione di voto sul dl.
Anche il M5s ha votato contro: "Con questo decreto continuate a fare i Robin Hood al contrario: togliete ai poveri per strizzate l’occhio ai ricchi. Avete infilato nel Dl Bollette un potenziamento dello scudo penale per omessi versamenti Iva superiori a 250 mila euro, altro che una mano ai piccoli contribuenti in difficoltà – detto Mariolina Castellone (M5S), vicepresidente del Senato – Continuate a non tassare come si deve gli extraprofitti energetici. Anzi, avete tagliato la base imponibile producendo un minor gettito di 400 milioni. Non volete tassare gli extraprofitti assicurativi e farmaceutici. Non tassate infine gli extraprofitti bancari".
"Forse vi spaventano le proteste dell’Abi, l’associazione bancaria italiana. Allora vi suggeriamo di provare a trovare un po’ di coraggio rileggendo le recenti parole dell’ad di Intesa Sanpaolo, la principale banca italiana, che si è detto disponibile a pagare una tassa sugli extraprofitti. Per l’ennesima volta, quindi, vi chiediamo di approvare la nostra proposta, ovvero creare un Fondo di sostegno a chi non ce la fa a pagare le rate del mutuo, nel frattempo amentate a dismisura, alimentandolo proprio con i proventi di un contributo sugli extraprofitti bancari. In precedenza avete tagliato strumenti essenziali per le imprese come Superbonus e Transizione 4.0, avete tagliato i Fondi affitti e morosità incolpevole, avete tagliato la rivalutazione delle pensioni ad alcune fasce di pensionati, avete tagliato la spesa sanitaria in rapporto al Pil, che dal 7,4% raggiunto in pandemia adesso viaggia verso il 6,2%, addirittura di meno del 2019, anno pre-pandemico. Per questo annuncio il voto contrario del mio gruppo", ha aggiunto.
Critico anche il Pd: "Dove sono in questo provvedimento le tanto celebrate famiglie, dove sono le risposte alle principali preoccupazioni degli italiani, come il caro vita, come poter vedere i figli studiare e avere un sistema sanitario adeguato? Questo provvedimento risponde poco e male a queste esigenze, anzi in alcuni casi non fa che peggiorare la situazione, perché alimenta un clima di incertezza se non di diffidenza verso lo Stato. Al di là dei proclami il governo dimostra di non avere una programmazione, una visione per rispondere alle preoccupazioni italiani e per questo motivo il Pd vota contro", ha detto Alberto Losacco (Pd) nel corso delle dichiarazioni di voto in Aula.
"Questo decreto – ha aggiunto il dem – era nato per dare continuità agli interventi contro il caro energia, ma poi si è arricchito di così tante materie che si fatica a vedere una ratio. Per quanto riguarda la sanità ci saremmo aspettati un investimento sul Ssn, sulla stabilizzazione del personale e sul rinnovo del contratto, invece si investe sulle chiamate a gettone, che non danno continuità assistenziale e premiano la fuga dei medici verso il sistema privato. Sul caro bollette c'è una parziale proroga delle misure di indennizzo, senza alcun impegno alla loro stabilizzazione, ma la coperta è corta di fronte agli aumenti medi di 300 euro a famiglia e del 35% per le imprese, soprattutto le energivore e le gasivore, che arrancano di fronte alla competizione. Sul fronte del fisco si strizza l'occhio a chi non paga le tasse, con buona pace dei contribuenti onesti".