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Il decreto antiterrorismo è legge. Alfano esulta: “Difendiamo democrazia e libertà”

Via libera definitivo al decreto antiterrorismo da parte del Senato: restano enormi dubbi su alcune misure (incomplete e poco chiare).
A cura di Redazione
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Via libera definitiva al disegno di legge di conversione del decreto legge “Misure urgenti per il contrasto al terrorismo, nonché proroga delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia”. Si tratta del controverso dl antiterrorismo, sul quale il Governo aveva posto la questione di fiducia, tagliando la discussione nell’Aula del Senato, dopo le polemiche seguite all’approvazione della Camera dei deputati: i voti favorevoli al Governo sono stati 161, i contrari 108 con una astensione.

Immediato il commento entusiasta del ministro dell’Interno Angelino Alfano: “Il decreto antiterrorismo è legge! Da oggi più forti nella lotta al terrorismo per la difesa della democrazia e della libertà”. E palese la soddisfazione al Viminale, che ha rilasciato una nota in cui si parla di una legge che “rafforza la normativa penale in materia di terrorismo internazionale e affida al procuratore nazionale Antimafia il coordinamento delle inchieste sul terrorismo” e che contiene alcune novità di rilievo come “l'innalzamento delle pene per il delitto di arruolamento con finalità di terrorismo anche internazionale, il reato di ‘organizzazione di trasferimenti per finalità di terrorismo' finalizzato a colpire i foreign fighter, e le sanzioni penali per i cosiddetti ‘lupi solitari' che organizzano attentati in Italia”.

Come dicevamo, il provvedimento presenta una serie di criticità e di aspetti poco chiari, come del resto rilevato nella relazione illustrativa seguita al dibattito in Commissione. Stralciata la norma che avrebbe consentito di “controllare” computer, smartphone e tablet di ogni cittadino (resta da capire se “rientrerà dalla finestra” quando si deciderà di mettere mano alla questione “intercettazioni”), restano altri elementi molto controversi, in particolare per quel che concerne la prevenzione, le misure per il contrasto del proselitismo attraverso internet dei foreign fighters e il controllo sui provider e sui siti web. Qui abbiamo provato a riassumere tutti gli elementi che non ci convincono.

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