Il ddl Zan slitta a settembre dopo l’ultimo scontro tra Italia Viva e Pd-M5s-Leu
Il ddl Zan è stato ufficialmente rimandato a dopo la pausa estiva, ma non si sa ancora realmente a quando. Si parla di settembre, ma sembra difficile si possa arrivare al voto prima delle amministrative di inizio ottobre. L'ultimo rinvio si è consumato ieri, con una riunione dei capigruppo infuocata come non mai: da una parte Italia Viva, dall'altra Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e Liberi e Uguali. Il centrodestra, in silenzio, ad assistere mentre i gruppi del centrosinistra litigavano tra di loro. Dall'incontro, di cui pare si potessero sentire le urla dai corridoi del Senato, si esce con un ulteriore rinvio e accuse reciproche di voler affossare la legge contro l'omotransfobia.
Anche dopo la lite in capigruppo, chiusa con il rinvio, continua il botta e risposta tra i rappresentati dei partiti di centrosinistra in Senato. Secondo il renziano Faraone, Italia Viva avrebbe chiesto durante la riunione di trovare un accordo con il centrodestra per portare il testo in Aula prima della pausa estiva. Rispondono gli altri tre capigruppo: Malpezzi del Pd, Santangelo del Movimento 5 Stelle e De Petris di Leu. Secondo il resto del centrosinistra non c'è stata alcuna proposta avanzata da parte di Faraone, che piuttosto avrebbe chiesto un tavolo di maggioranza per risolvere la questione.
Insomma, dopo mesi di stallo la situazione sembrava essersi sbloccata con il passaggio in Commissione, ma l'iter del disegno di legge Zan sembra ancora destinato a subire grandi rallentamenti. La situazione nel centrosinistra non si sblocca: Pd, 5 Stelle e Leu non si fidano della Lega, né tantomeno di Italia Viva, non vogliono compromessi al ribasso e sono consapevoli che qualsiasi modifica fosse fatta al testo poi questo andrebbe riapprovato alla Camera, con il rischio affossamento definitivo. Dall'altro lato Italia Viva insiste sul fatto che i numeri per andare in Aula con il testo così com'è non ci sono – anche se a Montecitorio è passato proprio con i voti dei renziani – e si resta in questa impasse. In tutto ciò la destra contraria alla legge contro l'omotransfobia guarda il centrosinistra che fa tutto da solo, affossando il ddl senza bisogno di interventi esterni.