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Covid 19

Zona rossa o arancione a Natale: Cts spinge per dpcm con nuove restrizioni

Si è conclusa la riunione del Cts sulle nuove misure anti Covid per Natale e il Cts ha formulato una proposta che si articola in tre punti: più controlli da parte delle forze dell’ordine, divieto di assembramenti e ovunque precauzioni massime. Ora ci sarà un nuovo vertice con il presidente del Consiglio Conte per varare la nuova stretta.
A cura di Annalisa Cangemi
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Inasprimento delle misure e maggiori controlli. Il Cts suggerisce al governo misure più dure per Natale. Si è conclusa la riunione degli esperti del Comitato, convocata per valutare una nuova stretta anti Covid per Natale. I tecnici dovevano mettere a punto le indicazioni per un possibile nuovo dpcm in vista delle festività, alla luce del fatto che la circolazione del virus non è in diminuzione, e l'Rt è salito a 0,89.

Il piano del Cts prevede sostanzialmente tre linee di azione: più controlli, divieto di assembramenti e ovunque precauzioni massime, per evitare il ripetersi delle scene che si sono verificate nello scorso week end, quando una folla di gente si è riversata nelle strade per dedicarsi agli acquisti natalizi. La possibilità più concreta a questo punto è che la maggior parte delle Regioni siano rosse o arancioni nei giorni di festa. A differenza delle zone gialle in quelle arancioni e rosse i bar e i ristoranti sono chiusi (consentiti solo asporto e domicilio), e i cittadini non possono uscire dal proprio Comune. Per cui è possibile che in tutte le Regioni saranno adottate queste regole più rigide.

Il Cts ha formulato le sue proposte, contenute in un documento, e il governo tornerà a riunirsi in un nuovo vertice, alla presenza del premier Giuseppe Conte e dei capi delegazione delle forze di maggioranza, per decidere quali saranno le nuove misure da varare. Quindi tra domani e giovedì l'esecutivo incontrerà le Regioni per un ulteriore confronto.

Le proposte del Cts

Il Comitato chiede un potenziamento dei meccanismi di controllo per garantire il rispetto delle norme in vigore, attraverso un coinvolgimento "massivo" delle forze dell’ordine. Nel verbale però non si fa riferimento alle chiusure possibili o eventuali delle Regioni, né si citano le zone rosse, arancioni o gialle. E non si è espresso nemmeno sul nodo spostamenti, che saranno bloccati già dal 21 dicembre, lasciando di fatto la decisione a Palazzo Chigi su come e dove chiudere in base ai dati in possesso.

I tecnici puntano poi il dito contro gli assembramenti incontrollati, sia nei luoghi aperti sia in quelli chiusi. Il Cts, scrivono gli esperti, "valuta con molta preoccupazione il riscontro di grandi aggregazioni tra persone osservate in diverse aree del Paese, soprattutto nei centri storici e nelle aree metropolitane, nonché la difficoltà di contenimento/prevenzione delle aggregazioni medesime".

Per i tecnici bisogna prestare particolare attenzione ai "rischi specifici relativi alla mobilità ed alla aggregazione nei contesti familiari e sociali, oltre alla preoccupazione che aggregazioni non controllate di persone possano ripercuotersi negativamente sul consolidamento del controllo del contagio che, ad oggi, registra un indice Rt nazionale inferiore a 1 e che necessita di azioni di grande prudenza in occasione del periodo delle festività natalizie".

Il terzo punto evidenziato è quello della nuova stretta per Natale. Il Cts invita il governo a valutare "l’opportunità di una modulazione in ordine alla tempistica ed alla durata dei provvedimenti che andranno ad essere implementati, alla tipologia di restrizioni specifiche previste, nonché alla dimensione spaziale e territoriale di applicazione, anche con riguardo – nell’adozione delle misure – alle specificità del rischio del periodo natalizio sopra illustrate".

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