Il Csm boccia la responsabilità civile dei giudici
Per la seconda volta in pochi mesi il Consiglio Superiore della Magistratura ha bocciato la norma sulla responsabilità civile dei giudici che impone la responsabilità diretta ai magistrati. La norma conosciuta anche con il nome di emendamento Pini era già stata presentata in passato e introdotta recentemente, a febbraio con il voto parlamentare nel dl comunitaria. Per l'Organo di autogoverno dei giudici la norma metterebbe a rischio l'l'indipendenza della magistratura perché il magistrato "destinato a scegliere tra tesi contrapposte, potrebbe essere condizionato e influenzato in tale scelta e portato a preferire la soluzione che lo possa meglio preservare dal rischio dell'esercizio dell'azione diretta".
Rischio condizionamento per i giudici – Con 19 voti favorevoli, 3 contrari e un astenuto il Csm ha ribadito il suo no alla responsabilità diretta dei giudici in caso di errore, a votare contro la delibera i tre membri laici in area Pdl. Nella breve delibera emanata questa sera si fa chiaro riferimento ad una sentenza della Corte Costituzionale che ribadisce l'indispensabile autotomia della magistratura per poter tutelare correttamente i diritti fondamentali di ciascuno. Il pericolo paventato dal Csm ricalca quello avanzato da molti politici sul rischio di avere giudici che scrivano la sentenza con mano tremolante. In particolare il rischio che in fase conclusiva di un processo, sull'esito finale possano pesare in maniera decisiva considerazioni non meramente giuridiche ma di salvaguardia della propria responsabilità.
Per il Csm la legge italiana è in linea con quella europea – Per il Csm è impensabile che ogni cittadino possa agire direttamente nei confronti del magistrato in caso si senta danneggiato invece che contro lo Stato come accade oggi, perché vi è il rischio che attraverso questa forma di intervento le persone possano in qualche modo condizionare il giudice. In pratica per il Csm vi è la possibilità che le persone si scelgano i loro giudici sotto la minaccia dell'azione nei loro confronti. Nella stessa delibera si ricorda anche che la legge italiana in merito è in linea con gli altri Paesi europei e che nessuna richiesta formale dell'Unione Europea ci chiede di modificare la legge sulla responsabilità dei giudici.