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Il convegno anti-gender in Croazia pagato dall’Ue: la mossa di Meloni per riunire i pro-vita europei

Dal 18 al 20 ottobre si tiene a Dubrovnik, in Croazia, l’European Congress of Families, finanziato con soldi dell’Ue e organizzato da ECR, che punta a riunire la galassia dei conservatori per fare propaganda pro-famiglia e anti-gender. Parteciperà all’evento anche la ministra della Famiglia Eugenia Roccella.
A cura di Jennifer Guerra
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Un grande raduno conservatore pro-famiglia e anti-gender, finanziato con i soldi dell’Unione Europea, a cui parteciperanno ministri e parlamentari di Fratelli d’Italia insieme ai più influenti conservatori del mondo: è quanto succederà a Dubrovnik dal 18 al 20 ottobre, durante l’European Congress of Families organizzato dal partito europeo dei conservatori e riformisti, l’ECR. L’evento è stato presentato alla sala stampa di Montecitorio il 9 ottobre dall’eurodeputato Antonio Giordano, segretario generale dell’ECR, il partito di cui è presidente Giorgia Meloni.

In conferenza stampa Giordano ha ricordato che si tratta di un convegno e non di un congresso, anche perché, come spiegato sul sito, l’iniziativa è stata finanziata attraverso i fondi che l’Unione mette a disposizione per “promuovere la conoscenza della cultura e della politica europea”. Ma il titolo scelto per la kermesse, European Congress of Families, non può che riecheggiare il famigerato World Congress of Families, un raduno conservatore che nel 2019 fece tappa con molte polemiche anche a Verona. E non a caso Brian S. Brown, il presidente dell’associazione International Organization for the Family che organizza il WCF, sarà uno degli ospiti di punta a Dubrovnik.

Dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, il WCF ha scelto di volare basso. Diverse inchieste avevano già dimostrato numerosi legami tra l’IOF e il Cremlino, a partire dall’influenza del filoputiniano Alexey Komov, rappresentante russo dell’organizzazione, e dell’oligarca Konstantin Malofeev, finanziatore dell’edizione di Mosca del 2014. Così le ultime edizioni hanno mantenuto un basso profilo e si sono tenute in America Latina, con poca affluenza russa e maggiore presenza della destra conservatrice americana.

Ma questo non ha impedito ai suoi rappresentanti di continuare la propria attività di lobbying dentro e fuori le istituzioni: secondo il Forum europeo per i diritti sessuali e riproduttivi, le lobby della destra cristiana avrebbero speso nel giro di dieci anni più di 700 milioni di dollari in propaganda conservatrice. Nel 2021, Wikileaks ha rivelato che il gruppo spagnolo HazteOir, attraverso la piattaforma di CitizenGO nel cui consiglio d’amministrazione c’è anche Brian Brown, avrebbe finanziato il partito conservatore Vox con diversi milioni di euro, violando le regole sulla trasparenza dei finanziamenti ai partiti. Tra le campagne di CitizenGO, ce n’è una per abrogare la legge sull’aborto in Spagna. A luglio Vox ha lasciato il gruppo ECR per unirsi a quello dei “Patrioti” di Orbán, che figurano tra gli invitati dell’evento di Dubrovnik, ma Meloni continua a essere “amica e alleata” degli spagnoli, com’è stata definita nel discorso di “addio”

Il nome di Brian Brown e la galassia del World Congress of Families sono collegati anche ad altri ospiti, come quello di Lola Velarde, direttrice del “Political Network for Values”. Anche in questo caso Brown è nel consiglio di amministrazione. O come quello dell’ex deputata del parlamento inglese Miriam Cates, che nel 2023 ha partecipato a un altro convegno insieme a Brown. Nella lista dei partecipanti dell’European Congress of Families spicca anche la leader del movimento di estrema destra croato U ime obitelji (“Nel nome della famiglia”) Željka Markić, già speaker del Congresso delle famiglie di Verona del 2019. Markić, fu tra le organizzatrici del referendum che ha inserito un emendamento nella costituzione croata che definisce il matrimonio solo come l’unione di un uomo e di una donna e si è opposta alla ratifica della convenzione di Istanbul contro la violenza sulle donne. Anche nella scorsa edizione avevano partecipato diversi esponenti del WCF come Sharon Slater, a capo dell’organizzazione Family Watch International, che secondo un’inchiesta di Open Democracy avrebbe avuto una grande influenza nell’approvazione delle leggi contro l’omosessualità dell’Uganda, che prevedono anche la pena di morte in alcuni casi.

Mancano all’appello i rappresentanti delle associazioni pro family italiane, ma il nostro Paese sarà ben rappresentato: su 38 speaker, 13 sono italiani. Il nome più importante di tutti è quello della ministra per la Natalità Eugenia Roccella, che aveva già partecipato anche alla scorsa edizione del convegno. Ci sono poi diversi politici di Fratelli d’Italia, tra cui la vicepresidente del Parlamento europeo Antonella Sberna, ma anche il segretario internazionale della giovanile del partito di governo Gioventù nazionale, Maicol Pizzicotti Busilacchi.

Anche se Antonio Giordano durante la conferenza stampa ha insistito sulla natura trasversale dell’evento, è difficile pensare che l’European Congress of Families sia un normale convegno sulla famiglia senza colore politico. Specie se così tanti speaker provengono dalla galassia di un’organizzazione definita più di una volta un “gruppo d’odio” contro la comunità LGBTQ+ e che supporta posizioni estremiste contro l’aborto e i diritti delle donne.

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Jennifer Guerra è nata nel 1995 in provincia di Brescia e oggi vive in provincia di Treviso. Giornalista professionista, i suoi scritti sono apparsi su L’Espresso, Sette, La Stampa e The Vision, dove ha lavorato come redattrice. Per questa testata ha curato anche il podcast a tema femminista AntiCorpi. Si interessa di tematiche di genere, femminismi e diritti LGBTQ+. Per Edizioni Tlon ha scritto Il corpo elettrico. Il desiderio nel femminismo che verrà (2020) e per Bompiani Il capitale amoroso. Manifesto per un Eros politico e rivoluzionario (2021). È una grande appassionata di Ernest Hemingway.
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