Il consigliere regionale di FdI che ama la caccia e insulta le donne animaliste
Sergio Berlato è un consigliere regionale in Veneto e prossimo europarlamentare di Fratelli d'Italia (entrerà in carica dopo la Brexit). È anche un amante della caccia, eletto la scorsa estate alla presidenza dell'Associazione cacciatori veneti, che in queste ore si trova al centro delle polemiche per aver pubblicato una vignetta sessista e di pessimo gusto dedicata "a tutte le signorine animaliste e vegane" che lo avevano criticato per essere un "appassionato cacciatore".
Nel post offensivo e volgare condiviso su Facebook da Berlato si vede una donna a una visita ginecologica: il medico le chiede da quanto tempo non ha rapporti sessuali e, per rispondere alle richieste di chiarimento della donna, le indica uno schermo su cui si vede una ragnatela. "Dedico questa vignetta a tutte le signorine animaliste e vegane che in questi giorni mi hanno fatto dono dei loro insulti e delle loro minacce, solo per il fatto che sono un appassionato cacciatore", scrive il consigliere.
L'illustrazione ha scatenato una valanga di critiche e polemiche. Emanuela Bignami, di Animalisti Italiani, ha commentato, chiamando in causa la leader di FdI, Giorgia Meloni: "Questo "signore" di gran classe è parlamentare europeo e ci rappresenta in Europa. Ho fatto lo screenshot del suo post nel caso ci ripensasse. Forse ha dimenticato che il suo presidente di partito Giorgia Meloni è una donna, chissà cosa ne penserà della sua ironia sessista".
Anche il portavoce di Alleanza Popolare Ecologista (Ape), Rinaldo Sidoli, ha commentato il post, comunicando che presenterà "un esposto in procura presso il Tribunale di Roma per reato di diffamazione che potrà essere sottoscritto da tutte le donne che si sono sentite offese e diffamate". Anche Sidoli poi si rivolge a Meloni: "Ci auguriamo che nelle prossime ore arrivino delle scuse da Fratelli d'Italia. Nell'attesa ci appelliamo a Giorgia Meloni perché prenda le distanze da certe affermazioni denigratorie verso l'impegno di volontarie a difesa degli animali. Simili volgarità non dovrebbero appartenere al linguaggio di un rappresentato dello Stato. In quelle poche parole vi è racchiuso un razzismo viscerale contro tutto il genere femminile, costretto, indipendentemente da ciò di cui si occupa, a dover rendere conto della propria vita sessuale. Una ironia che scade nel triviale per noi è inaccettabile".
Subito arriva la replica di Berlato, che precisa che il suo post non fosse contro tutte le donne animalista, ma solo verso quelle che lo hanno insultato e minacciato per la sua posizione sulla caccia. Il consigliere annuncia anche di presentarsi a sua volta in procura in difesa della sua persona e della sua famiglia:
"Reiterati sono stati gli inaccettabili insulti e le pesanti minacce, anche di morte, a cui sono stato sottoposto, assieme alla mia famiglia, da parte di sedicenti animalisti che mi hanno pesantemente aggredito sui social per il solo fatto di essere un appassionato cacciatore.
Anziché denunciare alle autorità competenti gli autori e le autrici di questi misfatti per diffamazione aggravata e minacce, ho preferito ridicolizzarli attraverso la pubblicazione di una vignetta, non di mia produzione ma reperita e reperibile sul web, rivolgendomi non a tutte le animaliste che rispetto pur avendo convinzioni molto diverse dalle loro, ma solo a quelle che hanno ritenuto di farmi gratuitamente e reiteratamente dono dei loro inaccettabili insulti e delle loro gravi minacce, anche di morte. Dal momento che sia io che la mia famiglia siamo stati resi oggetto più volte degli insulti e delle minacce da parte di questi sedicenti animalisti e che questi insulti e queste minacce continuano ad essere reiterati, sarà mia cura rivolgermi alla Procura della Repubblica per veder tutelata la mia onorabilità assieme a quella dei miei famigliari. Sono stato eletto con le preferenze per tre legislature in Consiglio regionale del Veneto e per quattro legislature, sempre con le preferenze, al Parlamento europeo. La mia fedina penale è perfettamente pulita e la mia credibilità personale e la mia correttezza sono attestate anche dal consenso che mi viene ripetutamente dimostrato dai miei numerosissimi elettori. Saranno le autorità competenti a verificare chi veramente abbia oltrepassato i limiti della legalità e della decenza".