Il consigliere Joe Formaggio (FdI) con il mitra in mano: “Sempre dalla parte della lobby delle armi”
"Sempre al fianco della lobby dei cacciatori e delle armi". Il consigliere regionale del Veneto di Fratelli d'Italia Joe Formaggio si è espresso così in un post subito finito al centro di polemiche. Il Consiglio regionale veneto ha postato una foto in cui Formaggio sorride e impugna un fucile mitragliatore, a una fiera delle armi di Verona. Il consigliere ha detto di esserci andato "come rappresentante della Regione del Veneto" e, appunto, ha sottolineato l'importanza "della lobby dei cacciatori e delle armi nel nostro territorio".
La contestazione è partita dai consiglieri regionali dell'opposizione, che hanno ritenuto grave sia la foto e il messaggio, sia il fatto che questi siano stati postati sui canali ufficiali della Regione Veneto. È stato criticato proprio che Formaggio abbia detto di partecipare "in rappresentanza della Regione". Il presidente del Consiglio regionale, il leghista Roberto Ciambetti, è stato chiamato in causa sulla vicenda, ma ha dichiarato di non poter "fare una censura preventiva" di ciò che un consigliere dice, "per quanto non condivisibile" e ha aggiunto che "non sono convinto che la lobby delle armi sia lieta di essere rappresentata da Joe Formaggio". In ogni caso, Ciambetti ha annunciato che si lavorerà a "una policy per siti e social istituzionali".
Il consigliere del Partito democratico Jonatan Montanariello ha attaccato: "Grave lo spot di Formaggio a favore della lobby delle armi. Grave che il Consiglio regionale diffonda foto con arma in pugno. Propagandare, con il benestare istituzionale, l’uso delle armi, è un incitamento alla barbarie". Elena Ostanel, altra consigliera di opposizione, ha detto che presenterà un'interrogazione per capire "se è vero che il consigliere Formaggio era presente alla Fiera in rappresentanza della Regione e con quale tipo di mandato". Per Erika Baldin, del Movimento 5 stelle, "l’ultima sparata di Joe Formaggio mostra il vero volto della destra e fa il pari con la proposta di Fazzolari di insegnare a sparare nelle scuole". Il sottosegretario Fazzolari, alcuni giorni fa, ha smentito di aver mai fatto questa proposta.
La risposta del consigliere: "Sempre meglio la fiera delle armi che Sanremo"
"Forse gli amici del Pd e del M5s avrebbero preferito postassi un bacio come quello fra Fedez e Rosa Chemical ma ho altri gusti". Questa la risposta del consigliere alle polemiche. Quella foto "l'hanno scattata a me. Dopodiché, se il Consiglio ha ritenuto di pubblicarla, se ne chieda conto al Consiglio", ha aggiunto. "Non è una novità che Joe Formaggio sia posizionato lì, non vedo dove sia il problema. Sono armi sportive, ci sono anche le armi da soft air, la guerra simulata, non è uno spot pro Putin o pro Zelensky".
Formaggio ha aggiunto anche di essere andato alla fiera con il figlio: "Meglio portarlo alla fiera delle armi che lasciarlo a casa a guardare la schifezza di Sanremo", ha detto, e ha insistito sulla sicurezza del porto d'armi in Italia: "Ricordo che chi ha il porto d’armi ha anche la fedina penale pulita e un buono stato di salute mentale. Siamo in Italia per fortuna, non negli Usa dove chiunque, anche un ragazzino, può acquistare un’arma". Il consigliere ha concluso dicendo di possedere delle armi e di usarle "per sport, caccia e difesa personale".
Chi è Joe Formaggio, da sindaco a consigliere sempre controverso
Nel suo comunicato alla stampa, Formaggio ha rivendicato "con orgoglio quando da sindaco di Albettone" contribuì "a creare il poligono di tiro più grande del Veneto". In realtà, ciò che si ricorda di più del periodo in cui Joe Formaggio era sindaco di Albettone, in provincia di Vicenza, sono le sue numerose uscite controverse, spesso a sfondo omofobo o razzista.
Nel 2015, ancora sconosciuto alle cronache nazionali, Formaggio si spese molto per sostenere Graziano Stacchio, uomo che aveva sparato in una gioielleria contro un rapinatore, poi morto. Le indagini su Stacchio furono poi archiviate perché era stato un caso di legittima difesa, ma prima che l'inchiesta prendesse questa piega Formaggio (come altri esponenti della Lega più noti) si era schierato platealmente a sostegno dell'uomo. Ha poi fatto lo stesso in anni successivi, in numerosi casi simili.
Nel 2018, è stato condannato a risarcire con 12mila euro due associazioni che l'avevano denunciato per alcune frasi razziste pronunciate durante la trasmissione La Zanzara. "Dimmi cosa viene a fare un immigrato ad Albettone che rischia la pelle. Lo devono capire che siamo razzisti", aveva detto. Erano seguiti altri commenti, come: "Esportiamo cervelli e importiamo n*gri, pensa dove andremo", e "facciamo il più grande allevamento d’Europa di maiali se dovesse essere che vogliono aprire una moschea ad Albettone", oltre a "i nomadi delinquono. Loro ce l’hanno nel Dna. Io ho già preparato delle delibere che prima di mandarmi qualsiasi profugo il prefetto deve dirmi come si chiama e che malattie ha avuto nella sua vita e noi ti aspettiamo col fucile in mano".
Gli attacchi alla ministra Kyenge, il partito fascista che non andava vietato e Putin "podestà d'Italia"
Sempre nel 2018, quando era ancora sindaco, e di nuovo a La Zanzara, Formaggio attaccò l'allora ministra Cecile Kyenge: "Ditemi a che cazzo serve un partito come l'Afro Italia Power della Kyenge", in Italia "non c’è razzismo, non c’è odio razziale. Una come la Kyenge è stata persino ministro e ha preso 80mila preferenze alle europee". Anzi, "siamo anche troppo democratici, consentiamo tutto. Casomai c'è razzismo al contrario contro gli italiani". Se si continua "con queste puttanate", aveva detto, "qualcuno farà il partito dei bianchi, il White Power".
Nella stessa intervista aveva aggiunto che il partito fascista non avrebbe dovuto essere cancellato: "È una puttanata che abbiano vietato il Partito nazionale fascista, non dovrebbe essere al bando. Io al ristorante ho un bel busto di mezzo metro di Mussolini. Me l'hanno regalato e lo tengo lì. La maggior parte della gente che viene al mio ristorante si fa un selfie con la testa di Mussolini. Sono tutti deficienti allora?".
Aggiunse anche che Vladimir Putin, presidente della Russia, era "un bel figo" che avrebbe visto bene "come podestà d'Italia", e infine si lanciò in un attacco alla minoranza rom: "Un giudice mi ha contestato pure il fatto che piuttosto di affittare una casa ai rom le avrei dato fuoco. La casa è mia, potrò farne ciò che voglio o no? No. Non si può neanche quello, vabbé. Allora la tengo chiusa che ci corrano dentro le pantegane. Meglio le pantegane dei rom, almeno ogni tanto vado la e le saluto".