Il consigliere Fdi contro la sorella di Giulia Cecchettin: “Imbarazzante e ingombrante sua presenza”
Un nuovo attacco contro Elena Cecchettin, sorella di Giulia, la ragazza massacrata dall'ex Filippo Turetta, ora in carcere. Dopo i commenti offensivi arrivati dal consigliere veneto della Lega Stefano Valdegamberi, che ha definito satanista la sorella di Giuli, e dopo le parole del consigliere regionale della Lega in Emilia-Romagna, Matteo Montevecchi, secondo cui il patriarcato non esiste, in questo caso l'attacco proviene da un consigliere di Brindisi di Fratelli d'Italia, Cesare Mevoli.
L'esponente di Fdi sui social ha definito "fortemente imbarazzante" la "sovraesposizione mediatica di Elena Cecchettin, sorella della povera Giulia, con attacco frontale a tutti gli uomini, unito a forte desiderio di repressione e di ‘educazione alternativa".
"La sorella della sfortunata Giulia – scrive Mevoli – sale in cattedra e senza che nessuno glielo chieda, colpevolizza e detta le regole che tutti gli uomini devono pedissequamente osservare".
"Ricordiamo a questa ragazza, grande appassionata di Bafometto, croci capovolte e pentacoli, che i Veri Uomini sanno perfettamente come comportarsi e convivono in modo pacifico con le Donne da sempre. Rispettandone l'essenza, i sentimenti e la sensibile natura. Chi commette abusi e/o omicidi va in galera, semplice. Ma quelli, non sono Veri Uomini. I Veri Uomini non hanno bisogno dei consigli di una ragazza che farebbe meglio a rispettare la sorella, stringendosi attorno alla famiglia in un dignitoso silenzio di preghiera".
In un post successivo, Mevoli riferendosi a presunti responsabili di femminicidi, e postando anche la foto di Filippo Turetta, scrive ancora: "Ma quale patriarcato, questo è il vostro uomo rieducato. Guardateli, guardateli bene in faccia. Guardate le altre immagini presenti sul web di questi due qua: i volti puliti, le sopracciglia curate, le spalline strette nelle loro camicette su misura, i braccini sottili, le manine intonse. Sono i figli della mascolinità tossica? Non crediamo proprio, questi sono i vostri uomini rieducati, decostruiti, femminilizzati".
"Parlano di loro come bravi ragazzi, famosi per la loro mitezza, gente che non ha mai dato un problema e noi ci crediamo; questi qua, pavidi e remissivi – conclude – probabilmente non hanno nemmeno mai partecipato ad una scazzottata. Ed è esattamente di questi ometti che dovete avere paura: gelosi, insicuri, invidiosi, spaventati, egocentrici, possessivi, isterici, incapaci di affrontare i problemi. In una parola, deboli".
Il Pd contro il consigliere di Fdi
Dal Pd arrivano a Mevoli richieste di dimissioni e una ferma condanna: "Con le sue allucinanti teorie del ‘maschio alfa che non uccide', il consigliere brindisino di FdI, Cesare Mevoli, è riuscito inconsapevolmente a dimostrare quanto siano vere e fondate le parole di Elena Cecchettin. Quando ho letto il suo post ho provato vergogna, come padre, come uomo e come essere umano. Perché la politica c'entra davvero poco con tutto questo", ha scritto in una nota il parlamentare del Pd Claudio Stefanazzi.
"Ascoltare considerazioni di questo tenore e di questa gravità soprattutto da un rappresentante delle istituzioni, fa onestamente accapponare la pelle perché ci fa capire, qualora fosse ancora necessario, quanto radicata e pervicace sia una certa cultura di dominio e sopraffazione maschile. Questa cultura non parla solo il linguaggio della violenza ma anche quello della negazione e dello svilimento del problema e delle vittime".
"A Cesare Mevoli – ha aggiunto – non ho consigli da dare, né dimissioni da chiedere. Mi pare abbastanza evidente che il suo sia un caso ormai perso e irrecuperabile soprattutto sul piano umano. La presenza di persone come lui nella vita di tutti i giorni e nelle istituzioni ci ricorda quanto sia difficile portare avanti il nostro impegno per Giulia e per tutte le donne. Ci obbliga a ricordare esattamente contro cosa e per chi dobbiamo combattere ogni giorno".
Il consigliere di Fdi non si scusa
"Come sempre il Pd butta in caciara ogni cosa, l'importante è alzare polveroni e distrarre la gente dalla inconcludenza dei loro governi passati, nazionali o cittadini che siano. Io non rinuncerò mai ad esprimere il mio punto di vista, che sia condiviso o meno. Se non si limitassero ai titoli, ma approfondissero, scoprirebbero che sotto al mio post ci sono tante donne che condividono e la pensano come me. Che facciamo, togliamo a tutte e tutti il diritto di parola? Se ne facciano una ragione, ci sono italiani che non la pensano come loro", ha replicato Cesare Mevoli.
"Quanto al post, e alle accuse che mi vengono rivolte – ha aggiunto – io ho contestato ad una ragazzina il diritto di pretendere che ‘tutti gli uomini devono (debbano) chiedere scusa'. Scusa a chi? Per quale motivo? In Italia e nel mondo ci sono uomini che uccidono donne, donne che uccidono uomini, genitori che uccidono figli e figli che uccidono genitori. Sono tutti omicidi, e tutti vanno puniti secondo legge. Ma non credo che ci siano categorie particolari che debbano scusarsi. Le donne hanno ruoli sempre più importanti nella società, possono ricoprire ogni tipo di incarico e lo fanno pure bene. Noi abbiamo scelto di farci guidare da una donna, a capo del partito, e col lavoro quotidiano le abbiamo affidato la guida della Nazione, cosa che le sta riuscendo benissimo. Ad avercene, altre così".
"La signorina Cecchettin ha tutta la nostra solidarietà per quanto accadutole ma piuttosto che imbarcarsi in una crociata a senso unico, pretenda giustizia per la sorella nei confronti dell'unico responsabile, chi l'ha assassinata brutalmente. Perché le donne sono Sacre, e come dice un vecchio adagio, ‘non si battono neanche con un fiore'".
Il Pd attacca: "Si dimetta, le scuse non bastano più"
"Il consigliere Mevoli dovrebbe dimettersi, le scuse non bastano più. Apostrofare la sorella di Giulia come una ‘ragazzina' è l'ultimo evidente segnale di un linguaggio omofobo che lo contraddistingue ed evidenzia la sua inadeguatezza a ricoprire un ruolo istituzionale. Il sindaco di Brindisi cosa aspetta a prendere le distanze da un suo consigliere lontano anni luce dalla cultura socialista ed egualitaria tra uomo e donna? O il Sindaco di Brindisi ha cancellato anche la sua precedente storia?", hanno scritto in una nota Domenico De Santis, segretario Pd Puglia, e Lia Azzarone, presidente regionale del Pd.