Il consigliere del ministro Valditara Amadori: “Non mi dimetto, mio libro non è anti femminile”
"Le polemiche per la mia collaborazione sul tema della violenza di genere al ministero? Preciso che non ho una consulenza, sono solo un consigliere del ministro Valditara e seguo alcuni progetti all'Istruzione sull'apprendimento", ha spiegato all'AdnKronos Alessandro Amadori, il professore finito nella polemica per la nomina a Viale Trastevere a coordinatore del progetto ‘Educare alle relazioni'.
Nomina che è stata fortemente criticata per via delle posizioni di Amadori sul tema della violenza di genere, considerate irrispettose nei confronti delle donne. "La convinzione che abbiamo maturato nella nostra ricerca è che anche le donne sanno essere cattive, persino estremamente cattive, per quanto in modi e forme differenti da quelli degli uomini", è uno dei passaggi più controversi del suo libro del 2020 ‘La guerra dei sessi. Piccolo saggio sulla cattiveria di genere', scritto insieme a Cinzia Corvaglia. E ancora: "Parlando di male e di cattiveria, dovremmo concentrarci solamente sugli uomini? Che dire delle donne? Sono anch'esse cattive? La nostra risposta è ‘sì', cioè che anche le donne sanno essere cattive, più di quanto pensiamo".
Il quotidiano Domani oggi ha riportato diversi stralci del libro, su cui è subito scoppiata la polemica politica: dal novembre 2022 Amadori è infatti "esperto ad alta qualificazione" del ministero dell'Istruzione e del Merito, con il compito di coordinare il progetto di educazione affettiva nelle scuole. Un compito ritenuto incompatibile con le sue idee secondo le opposizioni, che hanno chiesto le dimissioni di Amadori e a Valditara di riferire in Aula.
Ma il professore ha chiarito all'Ansa che non intende fare un passo indietro. "Dimissioni? Assolutamente no, se non c'è una richiesta del ministro Valditara".
"Nel libro non c'è nessun intendimento anti femminile, ma quello di arrivare a una nuova alleanza tra i generi". Il capitolo ‘Il diavolo è anche donna' "vuole con un'iperbole dire che l'aggressività non è solo maschile ma anche femminile. Non possiamo rappresentare gli uomini tutti cattivi e le donne come tutte buone".
"Ci potrebbe essere il rischio", ha aggiunto, che questa teoria possa giustificare le violenze sulle donne e "sarà mia cura di fare di tutto per evitarlo".
Il professore, che ha scritto anche un libro scritto a ridosso delle ultime politiche in tandem con il ministro Valditara, ‘L'italia che vogliamo', con prefazione di Matteo Salvini, ha spiegato così le sue posizioni: "Ho solo sostenuto che anche da parte delle donne c'è una sfera di aggressività, che non è quella criminale dell'uomo, ma porta a valutazioni troppo rigide nei confronti dei maschi". Amadori quindi ha citato il suo volume: "Come si legge nel libro ‘La guerra dei sessi', che ho pure scritto con una donna (Cinzia Corvaglia, ndr), le donne usano uno schema quasi antropologico per valutare i maschi, aumentando le distanze tra i sessi. Mentre se da una parte bisogna imbrigliare l'aggressività maschile, dall'altra anche per le donne serve un percorso per arrivare a una vera alleanza di genere".
"Queste – ha detto – sono cose su cui sto studiando da tre anni, e noto che i due sessi sono sempre più separati e esercitano forme crescenti di rigidità, quella maschile è criminale, quella femminile è la cifra di una crescente separazione, anche se è vero che da parte loro si sta assistendo a una certa maturazione".
"L'aggressività – ha sottolineato il direttore Scientifico di Yoodata – è parte del genere umano, dell'uomo e anche della donna, non si può considerare il maschile come unica forma di ogni male, ogni genere lo esprime in forma diversa. Oggi c'è una emergenza di quello maschile, ma dobbiamo lavorare sui due generi contemporaneamente, altrimenti non ci sarà soluzione".
Cosa ha scritto Amadori nel suo libro
Ecco alcuni passaggi del libro di Alessandro Amadori, laureato in psicologia sperimentale a Padova: "Eravamo partiti dalla cattiveria maschile, indagando in particolare il femminicidio, e strada facendo ci siamo accorti che questo crimine, nella sua inaccettabile brutalità, è in qualche modo il contraltare di una sostanziale fragilità psichica maschile", scrive l'autore.
E "una piccola ma appariscente popolazione di donne approfitta di questa tendenza maschile alla sottomissione e ne fa una vera e propria fonte di business", aggiunge. Del resto, nella descrizione del volume che si può reperire negli store on line si legge che "la tesi in questione è che a breve comincerà una vera e propria guerra dei sessi, il cui esito potrebbe essere una società non più patriarcale ma ginarchica. L'ipotesi non è solo fantapolitica, ed è uno dei possibili esiti dello scontro fra il maschile e il femminile. Scontro che in realtà è già iniziato e che ciascun genere sessuale combatte con le armi della propria specifica cattiveria. Che il principio maschile nella società sia in via di demolizione è ormai chiaro". Teorie che ora rischiano di costare caro ad Amadori, anche se Valditara lo ha già difeso, bollando gli attacchi al suo consulente come "squallide polemiche".
"Finora le donne sono state down e gli uomini up. Non vorrei che arrivassimo alle donne up e agli uomini down. Basta con questa logica dell'up e del down", ha detto ancora Amadori in un'intervista ad Affaritaliani.it.
Secondo il sociologo, "quella maschile e quella femminile sono due forme di aggressività che si esprimono in modo differente, nella frequenza e nell'intensità. I maschi quasi sempre sono brutali, primitivi, criminali. Una violenza che sfocia nello stupro e nel femminicidio. Un'emergenza dietro la quale c'è una non maturazione dell'immaginario maschile. La violenza delle donne non è quasi mai fisica, raramente lo è, sono meno aggressive e agiscono più sul piano psicologico. Ma il tema va affrontato nel suo insieme, altrimenti abbiamo un rovesciamento dei ruoli".
Ecco perchè, propone Amadori, "dobbiamo sederci attorno a un tavolo e trovare un nuovo modello armonico per il rapporto di genere nel 21esimo secolo. A questo proposito lancio un appello al genere maschile: facciamo qualcosa di simile a quello che negli Anni Sessanta e Settanta hanno fatto le donne. Rimettiamoci in discussione in chiave moderna superando le logiche arcaiche. Se le donne vogliono aiutarci sono benvenute, ma il salto di qualità spetta a noi maschi. Se non lo faremo non supereremo mai la violenza di genere". Infine una precisazione: "Anche le donne sono cattive? Certo, è una banalità. In quanto appartenenti al genere umano hanno anche le donne un rapporto con l'aggressività in generale", ha concluso Amadori.