video suggerito
video suggerito
Opinioni

Finisce in un pareggio il confronto tra i candidati alle primarie del centrosinistra – LE PAGELLE

Chi ha vinto e chi ha perso nel confronto televisivo per le primarie del centrosinistra? Per noi è un pareggio Renzi – Bersani, in un dibattito sereno, forse fin troppo.
68 CONDIVISIONI
primarie-centrosinistra-confronto

Un dibattito sereno, tranquillo e privo (o quasi) di accenni polemici o botta e risposta al vetriolo. Una bella pagina di democrazia. O una noia fintamente politically correct, a seconda delle aspettative e delle inclinazioni personali. Ma certamente un confronto pacato, nel quale si è riusciti a parlare di contenuti, senza scendere né in personalismi, né in tecnicismi su regole e numeri. Ed è per questo che è abbastanza difficile fare delle valutazioni, stabilire "chi ha vinto e chi ha perso", chi ha guadagnato consensi e che invece ha dilapidato credibilità e rendite di posizione. Noi ci proviamo, con la stessa leggerezza, con tanta modestia, facendo appello anche alla percezione rilevata sui social media e con una sola certezza: nel "pantheon" del centrosinistra immaginato dai cinque, mancano quei nomi che hanno fatto la storia non solo della sinistra, ma dell'intero Paese. Un peccato, davvero.

Bersani 7,5: Il segretario del Partito Democratico ha recitato la parte del favorito che contiene gli avversari e che evita di scoprirsi. Lo ha fatto con grande moderazione e con estrema tranquillità, mostrandosi a tratti finanche conciliante e dicendo parole chiare su alcune questioni come alleanze e riforma del lavoro e delle pensioni. Qualche indecisione nel rivendicare meriti del PD su alcune modifiche a meccanismi di finanziamento della politica (terreno spinoso) e certamente "dimentica" qualcuno nel suo Pantheon personale. Mezzo voto in più, per la chiusura, davvero molto bella: "Non voglio piacervi per forza, vi chiedo di credermi perché dirò le cose come stanno: perché tutti assieme ne usciremo, con semplicità e verità". Pro: Solta concretezza e per giunta ha limitato le sue proverbiali (e controverse) "metafore spettacolari". Certo, sul carisma del segretario potremmo discutere a lungo…

Renzi 7,5: La pressione era tutta sulle sue spalle, tra paura di strafare e necessità di mandare un segnale chiaro agli indecisi. Tutto sommato se l'è giocata bene, cambiando marcia in un paio di passaggi (su meritocrazia e finanziamenti alla politica) e soprattutto mostrando estrema concretezza e decisione nel dire al leader dell'UDC che lo considera fuori dalla coalizione di Governo. Un paio di passaggi a vuoto però vanno segnalati, con un assist involontario sul "caro Marchionne" ed un eccesso di retorica su spese della politica. E' chiaro però che l'approccio morbido non lo ha aiutato. Pro: Ottimo registro comunicativo, non sciorina numeri e arriva dritto al punto.

Vendola 7: Fa uno sforzo immane per rientrare nei tempi e si vede. Indubbiamente i tempi della sua narrazione sono più ampi ed è quasi un peccato vederlo troncare interi ragionamenti. E però, malgrado l'efficacia di alcuni passaggi (su diritti civili e caso Fiat), sconta un po' di inspiegabile timidezza su alleanze e valutazioni personali. A parte lo scivolone della sua supporter ("Oscar Giannetto"), che è già materiale di satira, effettivamente non si capiva bene il senso di quella domanda sul nucleare. Brutto l'incipit iniziale dell'appello agli elettori, ma poi (al solito) chiude in crescendo. Pro: la narrazione sui suoi temi, i diritti e l'idea radicalmente alternativa di società.

Tabacci 6,5: Sereno e posato, a tratti sembra assentarsi, ma poi rientra con grande decisione. E' la sorpresa per il modo in cui stuzzica Renzi e per l'ironia con cui sottolinea alcune domande abbastanza discutibili nel corso del dibattito. E' e resta un outsider, ma fa valere la sua esperienza, scivolando solo in un eccesso di paternalismo. Ovviamente non è proprio il politico che infiamma le folle. Pro: Serafico ed ironico, riesce a non toccare i temi spinosi del rinnovamento generazionale e dell'appoggio al Governo Monti.

Puppato 6: da un outsider era lecito attendersi qualcosa in più. Magari osando sui temi a lei più cari, come le politiche per la famiglia e l'esperienza amministrativa. Molto bene su unioni di fatto, ma fatica ad emergere in un dibattito dai toni bassi e senza eccessi. Pro: la chiusura, che fa appello a concretezza ed esperienza.

68 CONDIVISIONI
Immagine
A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views