Il condannato Galan prenderà comunque il vitalizio
Ha patteggiato 2 anni e dieci mesi per corruzione nel caso Mose (pena confermata in Cassazione), ma l'ex governatore del Veneto Giancarlo Galan, deputato di Forza Italia, da tempo agli arresti domiciliari, riceverà comunque il vitalizio. Come scrive Repubblica, a garantirgli senza ombra di dubbio l’assegno di rendita che spetta ai politici, è il codicillo della legge regionale veneta 47 del 2012 che accoglie il decreto Monti, negando ogni emolumento per i condannati per reati contro la pubblica amministrazione, “ai sensi degli articoli 28 e 29 del codice penale”. Il blocco è previsto solo per chi riceve una pena superiore ai tre anni e viene interdetto dai pubblici uffici. Ma Galan ha patteggiato appunto 2 anni e 10 mesi.
Vitalizio anche per Renato Chisso – Stesso trattamento – scrive sempre Repubblica – sarà riservato anche a Renato Chisso, ex assessore regionale, anch'egli arrestato su richiesta dei pm di Venezia. Calcolando la sua ventennale carriera in consiglio regionale, iniziata nel 1995, il suo vitalizio ammonterebbe a oltre 80mila euro lordi annui, a cui vanno poi aggiunti più di 96mila euro di tfr. Denaro che non potrà essere sequestrato nonostante a Chisso siano stati confiscati 2 milioni di euro, mai trovati dalla Guardia di Finanza.
M5s chiede legge di iniziativa popolare – Non ci sta il Movimento Cinque Stelle che, in una nota il capogruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio regionale, Jacopo Berti, chiede una legge di iniziativa popolare per abolire i vitalizi. "E' vergognoso – commenta Berti – poi ci si chiede perché i cittadini non abbiano fiducia nelle istituzioni. La casta non andrà mai contro la casta, i partiti non faranno mai una vera legge per abolire i loro stessi privilegi, compresi i vitalizi ai condannati. Noi l'abbiamo sempre sostenuto, è per questo che ci siamo portati avanti e già nei mesi scorsi il M5S veneto ha raccolto più delle 7 mila firme necessarie per presentare una legge di iniziativa popolare".