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Il commissario Gentiloni teme ritorsioni dalla Cina dopo l’indagine Ue sulle auto elettriche

Il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, ha detto di temere delle ritorsioni da parte della Cina dopo la decisione dell’Ue di aprire un’indagine contro i sussidi alle auto elettriche.
A cura di Tommaso Coluzzi
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La Cina potrebbe reagire alle mosse dell'Unione europea, anche perché l'opinione della Commissione Ue su Pechino e sulla Via della Seta è nota da tempo. Ora che l'esecutivo comunitario ha deciso di avviare un'indagine sui sussidi alle auto elettriche cinesi, però, Paolo Gentiloni teme ritorsioni: "Ovviamente sono fiducioso che dobbiamo affrontare questo problema molto seriamente – ha detto il commissario europeo all'Economia, arrivando alla riunione dell'Eurogruppo a Santiago de Compostela – Penso che non ci sia una ragione specifica per la ritorsione, ma le ritorsioni sono sempre possibili in questo genere di cose". E ha aggiunto: "Poi sappiamo che l’impatto del commercio con la Cina è abbastanza diverso tra gli Stati membri. Quindi, se consideriamo la situazione complessiva dell’Ue, vale il 2,5%". Poi ha ribadito: "Naturalmente, questo è molto differenziato tra gli Stati membri".

Poi è passato alle ultime mosse della Bce: "Per sostenere gli sforzi della Bce volti a contenere l'inflazione, la politica fiscale deve essere restrittiva, come avevamo raccomandato in primavera – ha detto Gentiloni – Ciò non significa tagliare gli investimenti, ma significa, in particolare, eliminare gradualmente tutte le restanti misure di sostegno energetico e garantire che eventuali nuove misure, qualora si rivelassero necessarie, siano molto più mirate ai più vulnerabili".

Gentiloni ha anche toccato altri due temi fondamentali: i Piani nazionali di ripresa e resilienza e il Patto di stabilità. "Portare avanti i Pnrr rimane una priorità assoluta. Ci aspettiamo che gli esborsi nell'ambito del Pnrr accelerino in questo ultimo trimestre dell'anno. Implementazione e perseveranza saranno le parole chiave – ha sottolineato – La Commissione continuerà a stare al fianco degli Stati membri in ogni fase del percorso per garantire che questo storico sforzo comune sia un successo". Poi ha aggiunto: "Sostenere la crescita sostenibile e la stabilità in Europa richiede un quadro di regole fiscali stabile, credibile e prevedibile. Ecco perché è essenziale raggiungere un buon accordo entro la fine dell'anno sulla riforma della nostra governance economica, in linea con la dichiarazione dell'Eurogruppo dello scorso luglio".

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