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Il “ciaone” di Franceschini ai tedeschi (che ricorda molto Berlusconi)

Alla stessa stregua del “Ciaone” indirizzato dal deputato dem Ernesto Carbone ai soccombenti comitati promotori per il “sì” al referendum contro le trivellazioni dello scorso 17 aprile, anche il ministro dei Beni culturali ha pensato di instaurare un dialogo, che avrebbe evidenti basi politiche e che pertanto avrebbe dovuto essere gestito in ben altra maniera, prendendo in giro dei giornalisti allarmisti della Bild. Atteggiamento cialtronesco e un po’ villano che tanto ricorda le tanto criticate uscite di Silvio contro il “Kapò” Martin Schulz.
A cura di Charlotte Matteini
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Dario-Franceschini
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Prologo: la rivista tedesca Bild pubblica una notizia "bomba": le spiagge italiane e francesi sarebbero a rischio attentati. Secondo il giornale, ci sarebbero dei kamikaze pronti a farsi esplodere in mezzo ai bagnanti, quest'estate. Esattamente come avvenuto l'anno scorso in Tunisia, quando un resort nel Golfo di Hammamet venne assaltato dagli attentatori Isis in Tunisia. Comprensibilmente la notizia ha fatto il giro del mondo e in Italia ha provocato un acceso dibattito. Prontamente l'Intelligence italiana ha smentito l'indiscrezione, parlando di "notizia destituita di fondamento". In pratica non ci sarebbe alcuna evidenza relativa alla possibilità che degli islamici stiano architettando di travestirsi da ambulanti per farsi saltare in aria sulle spiagge italiane. Fine del prologo.

Cosa succede dopo la pubblicazione della soffiata da parte della Bild e la relativa smentita? Succede che il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini ha pensato bene di twittare la seguente esortazione, diretta ai giornalisti tedeschi: "Ciaone a Bild.. Vi accoglie questo #Azzurro che gli italiani stanno fotografando. #WillkommenInItalien @ENIT_italia", con tanto di collage con foto di cieli azzurri e bellezze artistiche del Belpaese. Uno sfottò bello e buono, non potrebbe definirsi in altra maniera la frase postata da Franceschini. Alla stessa stregua del "Ciaone" indirizzato dal deputato dem Ernesto Carbone ai soccombenti comitati promotori per il "sì" al referendum contro le trivellazioni dello scorso 17 aprile, anche il ministro dei Beni culturali ha pensato di instaurare un dialogo, che avrebbe evidenti basi politiche e che pertanto avrebbe dovuto essere gestito in ben altra maniera, prendendo in giro dei giornalisti che, magari sbagliando, magari prendendo un abbaglio, ma con l'evidente intento di mettere in guardia l'Italia, hanno pubblicato una notizia allarmante.

Un'uscita, quella di Franceschini, che ricorda molto quella di Silvio Berlusconi contro l'odiatissimo Martin Schulz durante il famigerato discorso al Parlamento Europeo. Alle critiche espresse dal parlamentare tedesco, Mr. B. rispose con un gaudente e strafottente: "Evidentemente vi manca il sole dell'Italia". Tedeschi invidiosi, non potrebbe avere le nostre bellezze e allora ci criticate, tié.

Così, ancora una volta viene fuori quest'approccio cialtronesco e un po' villano che sembra essere tanto caro ai parlamentari in orbita renziana. Nessun confronto civile sembra essere possibile. Ogni comunicazione, notizia, commento o informazione potenzialmente in grado di demolire il romantico e idilliaco storytelling renziano va disinnescata, preferibilmente facendosi beffe dello sventurato bastian contrario di turno. Proprio quello stesso atteggiamento che per anni è stato criticato da molti esponenti dem del vecchio apparato ulivista e del Partito Democratico, oggi però, con un'improvvida giravolta, diventa invece non solo giustificabile, anzi imprescindibile. Improvvida giravolta che altro non può produre che un grave e greve deterioramento del dibattito pubblico, già provato da anni di scontri politici condotti a colpi di insulti, urla isteriche e inesistenti contenuti a supporto.

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Milanese, classe 1987, da sempre appassionata di politica. Il mio morboso interesse per la materia affonda le sue radici nel lontano 1993, in piena Tangentopoli, grazie a (o per colpa di) mio padre, che al posto di farmi vedere i cartoni animati, mi iniziò al magico mondo delle meraviglie costringendomi a seguire estenuanti maratone politiche. Dopo un'adolescenza turbolenta da pasionaria di sinistra, a 19 anni circa ho cominciato a mettere in discussione le mie idee e con il tempo sono diventata una liberale, liberista e libertaria convinta.
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