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Il centrodestra va all’attacco di Stellantis dopo le dimissioni di Tavares, Salvini: “È disgustoso”

Un “tracollo economico annunciato” quello di Stellantis, in una situazione “disgustosa” che ha portato alle dimissioni dell’ad Tavares. Matteo Salvini non ha risparmiato parole forti e ha attaccato la gestione degli Elkann: “Da italiano ne sono offeso”. Tutto il centrodestra ha chiesto che ora il presidente dell’azienda si presenti in Parlamento per un’audizione.
A cura di Luca Pons
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"È disgustoso. È semplicemente disgustoso quello che sta accadendo". Il ministro dei Trasporti Matteo Salvini ha riassunto così, senza andare per il sottile, la sua opinione critica sulla gestione di Stellantis da parte dell'ex ad, che ha dato le dimissioni ieri, e del presidente John Elkann. Il "tracollo economico" della multinazionale, ha detto, era "preannunciato grazie alle politiche demenziali pseudo-green imposte da Bruxelles". Il vicepremier non è stato l'unico esponente del centrodestra a criticare l'azienda e a chiedere che ora Elkann si presenti in Parlamento per rispondere a delle domande, cosa che in passato ha rifiutato di fare.

Salvini ha criticato direttamente Tavares: "Una persona che rischia di chiudere fabbriche e licenziare milioni di dipendenti e va via con un bottino di decine di milioni di euro, una cosa che non riesco a commentare". Il riferimento è alla presunta buonuscita da 100 milioni di euro, su cui l'azienda non ha dato conferme: "Voglio pensare che sia un brutto scherzo per uno che mia figlia di 11 anni avrebbe fatto meglio".

Il segretario leghista, parlando alla cena di gala per il Transatlantic award a Milano, ha continuato e ha allargato le critiche a Stellantis e gli Elkann: "Qualunque impresa al mondo dovrebbe rendere conto del denaro pubblico che ha incassato e che ha evidentemente sperperato", ha detto. E ancora: "Non da ministro ma da italiano sono offeso dalla gestione degli Elkann e dalle cifre che si stanno leggendo a proposito della fuga dell'ex ad".

Salvini ha chiesto che venga reso conto "al Parlamento e ai cittadini" di come sono stati "spesi – evidentemente male- i soldi che gli italiani hanno dato a questa che una volta era grande azienda italiana negli anni. È veramente uno spettacolo imbarazzante".

Ora l'obiettivo è appunto portare John Elkann in Parlamento, in particolare davanti alle commissioni Attività produttive, per rispondere alle domande dei partiti. "Io gli chiederò, da ministro dei Trasporti, come hanno usato le decine di miliardi di euro che hanno incassato nei decenni passati", ha chiosato Salvini.

Oggi il presidente della commissione alla Camera, il leghista Alberto Gusmeroli, ha scritto una lettera proprio ad Elkann, come aveva fatto il 30 ottobre. Gusmeroli ha parlato di "volontà di tutte le forze politiche" di "proseguire in Parlamento un dialogo positivo e costruttivo tra i cittadini, le istituzioni e gli attori industriali che hanno fatto la storia del nostro Paese"

Per Fratelli d'Italia era arrivato ieri l'intervento di Tommaso Foti, ormai ex capogruppo alla Camera dopo la nomina a ministro degli Affari europei arrivata oggi. Il parlamentare era stato duro: "Era ora che Tavares se ne andasse". Per poi chiedere a sua volta un'audizione di Elkann "al più presto".

Forza Italia è stato più cauto. Il vicepremier Tajani ha sottolineato che la politica non deve "intervenire sulle vicende interne di una società". Ma si è augurato un "cambio di passo" per "incrementare gli investimenti" di Stellantis in Italia.

Nel frattempo, il primo faccia a faccia ufficiale tra il governo e Stellantis è già programmato: il 17 dicembre si incontrerà il tavolo dedicato alla multinazionale al ministero delle Imprese. Il ministro Urso, che oggi ha parlato con John Elkann al telefono, il 17 incontrerà Jean Philippe Imparato, responsabile Europa del gruppo.

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