Il centrodestra tocca quota 36%, ma M5S rimane primo partito d’Italia. Il Pd arranca e continua a calare
Il centrosinistra sta tornando, lentamente, a crescere, nonostante il Partito Democratico, ma a 50 giorni dal voto il Movimento 5 Stelle si attesta nuovamente, e stabilmente, primo partito d'Italia, staccando il Pd di oltre 5 punti percentuali. A rilevarlo è l'ultimo Barometro Politico realizzato dall'Istituto Demopolis per il programma televisivo Otto e Mezzo. Secondo quanto rilevato dal sondaggio, "il Movimento 5 Stelle è ormai da mesi, stabilmente, primo partito nel Paese e se si votasse oggi per la Camera, otterrebbe il 29,2% dei consensi, staccando di oltre 5 punti il Partito Democratico, in ulteriore calo al 23,5%". Per quanto riguarda gli altri partiti, Forza Italia viene data al 15,6%, la Lega di Matteo Salvini al 13,8%, Liberi e Uguali di Pietro Grasso al 6,5% dei consensi, Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni al 5% e le altre liste minori sarebbero tutte sotto la soglia di sbarramento del 3%.
Come spesso rilevato dagli analisi, con l'approvazione della nuova legge elettorale – il Rosatellum – torna ad assumere un peso non marginale la forza delle coalizioni, che si contenderanno il 37% dei seggi nella quota uninominale. Secondo i dati Demopolis, "l’area di Centro Destra non sembra pagare le recenti frizioni tra Salvini" e la coalizione capitanata da Berlusconi a oggi supererebbe quota 36% dei consensi. Il Movimento 5 Stelle, guidato da Luigi Di Maio, sfiora invece il 30%. Il Centro Sinistra torna leggermente a crescere, nonostante il continuo calo del Pd di Matteo Renzi, grazie ai consensi di Civica Popolare di Beatrice Lorenzin, Più Europa di Emma Bonino, Insieme e SVP.
Nonostante l'ampio consenso del centrodestra, "prima della definizione delle candidature nei collegi, con le attuali stime di voto, anche la coalizione più forte resterebbe oggi al di sotto della maggioranza assoluta, necessaria per dar vita ad un nuovo Governo dopo la chiusura delle urne. È una percezione diffusa nell’opinione pubblica e che non favorisce la partecipazione al voto: si recherebbe oggi alle urne il 62% degli elettori", ha spiegato il direttore di Demopolis, Pietro Vento.