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Elezioni europee 2024

Il centrodestra è più diviso che mai sulle alleanze per le elezioni europee

Quando mancano poco più di sei mesi al voto, il centrodestra italiano non ha ancora una reale strategia per le elezioni europee, a cui si presenterà diviso con alleati profondamente diversi negli altri Paesi Ue.
A cura di Tommaso Coluzzi
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I tre partiti del centrodestra italiano appartengono a tre diversi gruppi al Parlamento europeo, tra cui ci sono distanze decisamente incolmabili. Il tema è stato spesso accantonato nel dibattito interno, salvo qualche frecciata volata tra Lega e Forza Italia durante l'estate, ma presto dovrà essere affrontato. Anche perché, nel frattempo, soprattutto dal partito fondato dal Berlusconi continuano a mettere in chiaro una cosa: gli alleati del Carroccio non sono accettabili e si pongono – da soli – fuori da ogni possibile accordo a livello europeo. Tradotto: l'esito più probabile è che alla fine l'unica soluzione possibile sarà una nuova maggioranza Ursula, con dentro i socialisti e i popolari a cui appartengono rispettivamente Partito Democratico e Forza Italia.

Il centrodestra europeo su modello italiano non esiste e difficilmente prenderà vita l'anno prossimo: "La caratteristica delle persone non sono le parole e le sigle, ma i contenuti che esprimono – ha detto oggi Maurizio Gasparri a Quotidiano Nazionale – Alcuni poi si pongono fuori di un arco di presentabilità. Salvini, che guida una forze federalista al governo di regioni enormi, sta dentro la presentabilità. Nessuno potrebbe mai discriminare la Lega. Se invece si presentano al seguito dei tedeschi di Afd, il discorso cambia".

Il neocapogruppo al Senato, fedelissimo del leader Tajani, ha anche aggiunto: "Se a Bruxelles ci fosse una maggioranza di centrodestra sul modello italiano, andrebbe benone. Ma si vota a giugno. Mi auguro che ci sia una maggioranza autosufficiente di gruppi di centrodestra presentabili". Quanto a Wilders, che ha appena vinto le elezioni in Olanda ed è sostenuto da Salvini, Gasparri non ha molti dubbi sul fatto che sia presentabile: "Non conosco così a fondo la situazione, ma mi pare di no. Anche questi gruppi molto radicali si devono porre problema dell'inserimento in un sistema di rapporti. L'Europa c'è, come fanno a chiamarsi fuori?".

"Geert Wilders, Marine Le Pen e Alternative fur Deutschland non sono nostri interlocutori – ha aggiunto nel pomeriggio Antonio Tajani – Il Ppe sta ottenendo risultati lusinghieri, come in Polonia e in Finlandia. In Spagna il partito popolare è il primo partito e anche una nuova forza vicina al Ppe ha avuto un buon risultato in Olanda. Noi vogliamo che ci sia in Europa un governo di centrodestra europeista. Quindi mi auguro ci possa essere una coalizione tra liberali, conservatori e popolari".

"Davvero Tajani preferisce stare a braccetto coi socialisti e con Macron a un’Europa finalmente nuova e diversa guidata da un centrodestra compatto e unito? – hanno commentato Marco Zanni e Marco Campomenosi della Lega al Parlamento Ue – Davvero preferisce allearsi con la sinistra del Green deal che va contro i cittadini e le imprese, che manifesta per i terroristi di Hamas e vuole le frontiere spalancate? I nostri alleati europei crescono e vincono ovunque, dappertutto in Europa si respira una forte aria di cambiamento, dopo anni di disastri ed estremismi ideologici della sinistra che hanno colpito imprese e lavoratori. Vedremo gli italiani come la penseranno il giorno del voto, la Lega non si alleerà mai con chi sta rovinando un intero continente".

Sembra l'inizio di una nuova polemica – sulla scia di quella estiva – tra i due partiti di centrodestra, mentre Giorgia Meloni, che fa parte dei conservatori, resta in disparte nell'attesa di capire quale sarà il risultato del suo gruppo, di cui peraltro è anche leader a livello europeo. Insomma, in Europa, il centrodestra, resta più diviso che mai.

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