Il centrodestra boccia il salario minimo a 9 euro l’ora, non passa testo delle opposizioni alla Camera
Il nuovo tentativo delle opposizioni (esclusa Italia viva) di introdurre un salario minimo in Italia pari a nove euro lordi all'ora è stato bloccato dalla maggioranza. In Aula, durante il dibattito sul ddl Lavoro, il centrodestra ha votato contro un emendamento che avrebbe inserito nella legge anche la norma sul salario minimo: 148 i contrari, contro i 111 favorevoli, oltre ai sei astenuti di Italia viva.
La norma era già stata discussa a lungo lo scorso anno, e il governo Meloni aveva più volte rinviato la discussione – prima rivolgendosi al Cnel presieduto da Renato Brunetta, poi rinviando il testo in commissione. Poi, a dicembre, i partiti del centrodestra avevano trovato un escamotage per non doversi schierare contro: avevano completamente cambiato il testo della proposta di legge in questione, tanto che coloro che l'avevano proposta avevano deciso di togliere le loro firme. Alla fine, così, era stata approvata una legge delega con interventi piuttosto generici affidati al governo.
Le opposizioni avevano deciso di riprendere la battaglia politica sul tema in due modi. Il primo, una proposta di legge di iniziativa popolare per introdurre il salario minimo. Proposta che, nel frattempo, ha raggiunto e superato le 50mila firme necessarie per arrivare quantomeno a essere depositata in Parlamento. E il secondo modo, ovvero un emendamento al ddl Lavoro, che oggi è arrivato alla discussione in Aula alla Camera.
A guidare il Pd sul tema in commissione Lavoro è stato il deputato Arturo Scotto, che a Fanpage.it ha commentato: "Potevano dare una risposta a milioni di persone dopo un anno in cui hanno ignorato completamente l’emergenza salariale. Scappano dalla realtà che purtroppo ci indica un crollo del potere d’acquisto". Il voto contrario del centrodestra, ha detto il dem, è "dettato dalla paura, perché la battaglia del salario minimo è entrato nella carne viva anche dell'elettorato della destra". Per questo, "lo riproporremo in tutti i provvedimenti e lo ripoteremo in Aula, perché abbiamo raccolto migliaia di firme con la legge di iniziativa popolare. Non finisce qui".
Moltissimi parlamentari dell'opposizione sono intervenuti per parlare a sostegno della proposta, tra di loro il leader del M5s Giuseppe Conte: "Purtroppo non siamo riusciti a convincere tutti voi che sedete nella parte della destra dell'emiciclo e in parte anche al centro", ha detto, riferendosi a Italia viva che ha annunciato la sua astensione. "Noi non ci arrenderemo mai. Torneremo a interrogare le vostre coscienze perché sappiate che anche molti vostri elettori sono favorevoli e ritengono questa misura di buon senso".
Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra italiana, ha ribadito che oggi "anche per chi ha la fortuna di avere un lavoro il rischio povertà è dietro l'angolo. Questa è la destra sociale a chiacchiere, che quando si occupa delle cose concrete torna ad essere la destra delle élite e dei privilegi". Per Italia viva ha parlato Davide Faraone, chiarendo che il partito non è contrario in assoluto alla proposta: "Tutte le proposte sul salario minimo che non vengano fatte pagare alla fiscalità generale, e cioè aumentando le tasse, avranno il nostro sostegno. Allo stesso tempo siamo sdegnati dall'immobilismo del governo sui salari, come se il problema non esistesse".