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Il CdM vara il Def, Monti: “No a ricette populiste, occorre disciplina di bilancio”

Il Premier uscente alla presentazione del Documento di economia e finanza avverte “niente tatticismi sull’economia o l’Italia cadrà in una crisi ancora peggiore”.
A cura di Antonio Palma
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Nel giorno in cui l'Unione Europea lancia l'ennesimo avvertimento sulla situazione economia italiana e sui pericoli per il nostro Paese, il Consiglio dei Ministri vara il Def 2013, il documento di economia e finanza per la programmazione della politica economica e di bilancio. Il documento, che è stato ribattezzato un work in progress da Monti per via di questo periodo di legislatura, conferma l'obiettivo del pareggio di bilancio in termini strutturali così come la stima di deficit fatta dal governo per il 2013 che si conferma al 2,9% del Pil. Secondo il Def il debito pubblico italiano invece per quest'anno dovrebbe salire al 130,4% e "iniziare a ridursi velocemente già a partire dal 2014 per arrivare al 117,3% nel 2017". "Speriamo che a maggio l'Italia esca dalla lista dei Paesi con problemi di finanza ed entri nella lista dei Paesi virtuosi" ha auspicato Monti che ha approfittato della conferenza di presentazione per alcune considerazioni.

"No a tatticismi e ricette populiste così diffuse in molte varianti"  ha detto il Premier uscente riferito alle altre forze politiche, aggiungendo "bisogna costruire nuove opportunità di crescita e occupazione e non coltivare illusioni sulla possibilità di tornare a un passato dove c'era la negazione dei problemi". "Si invocano inversioni di rotta e iniezioni di denaro per far fronte alla congiuntura" ha spiegato Monti ribadendo, invece, che la sua posizione è quella di "tenere alta la guardia della disciplina delle finanze anche nei prossimi anni, altrimenti si rischia di far ripiombare il Paese in una crisi anche peggiore". "Noi contiamo che il Paese possa fare anche meglio delle stime contenute nel Def che sono prudenziali per quanto riguarda il Pil, senza le riforme fatte dal governo, il Paese sarebbe rimasto nelle secche della crescita zero" ha concluso Monti.

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