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Il caso Cospito

Chi è Alfredo Cospito e perché l’anarchico al 41bis è diventato un caso

Chi è Alfredo Cospito, la storia dell’anarchico che ha condotto uno sciopero della fame durato mesi contro ergastolo ostativo e 41bis, regime a cui è detenuto per un attentato che non ha causato alcun morto.
A cura di Annalisa Girardi
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Alfredo Cospito è l'anarchico detenuto al 41 bis per un attentato considerato "strage politica" – che non ha causato né morti né feriti – e che si è reso protagonista di un lungo in sciopero della fame contro il regime di carcere duro e la possibilità (poi venuta meno) che la sua pena si trasformasse in ergastolo ostativo, togliendogli la possibilità di accedere ai benefici penitenziari. La sua protesta ha riportato la vicenda al centro del dibattito politico.

Alfredo Cospito, 56 anni, si trovava già in carcere quando ha ricevuto la seconda condanna: stava scontando una pena di oltre 10 anni per aver gambizzato l'ad di Ansaldo Nucleare, ed è stato poi accusato di strage politica per l'esplosione di due pacchi bomba, anche se l'azione non ha provocato alcuna vittima. All'organizzazione anarchica a cui Cospito è affiliato, la Fai-Fri, fa riferimento anche sua moglie, Anna Beniamino. Si trova anche lei in carcere. Lo scorso 19 ottobre 2022 ha iniziato un lungo sciopero della fame, durato mesi, che ha avuto un duro impatto sul suo stato di salute: alla fine dell'anno, in alcune settimane, aveva perso ben 35 chili. I suoi avvocati hanno presentato diversi ricorsi, che sono però stati respinti. L'ultimo risale a ottobre 2023: per i giudici, però, Cospito deve rimanere al 41 bis in quanto sarebbe ancora estremamente pericoloso.

La gambizzazione dell'ad di Ansaldo Nucleare Roberto Adinolfi

Classe 1967, Cospito è nato a Pescara, città che ha poi lasciato in favore di Torino, dove al momento dell'arresto viveva con la compagna Anna Beniamino. Anche lei si trova in carcere. Entrambi aderiscono alla Fai-Fri, Federazione anarchica informale – Fronte rivoluzionario internazionale. Nel 2014 Cospito è stato condannato a 10 anni e 8 mesi di carcere per aver gambizzato Roberto Adinolfi, amministratore delegato dell'Ansaldo Nucleare, insieme a Nicola Gai, un altro anarchico.

L'attentato alla scuola carabinieri di Fossano

Quando si trovava già in carcere è arrivata una seconda accusa: quella di aver piazzato, nella notte tra il 2 e il 3 giugno 2006, due pacchi bomba realizzati con pentole a pressione e un tubo di metallo riempito con 800 grammi di polvere pirica, davanti alla scuola allievi dei carabinieri di Fossano, in provincia di Cuneo. L'esplosione non provocò alcun morto o ferito.

Il processo e i motivi della condanna a 20 anni

Il processo si è svolto a Torino. Per i giudici la Fai-Fri è un'associazione terroristica: Alfredo Cospito e Anna Beniamino vengono così condannati rispettivamente a 20 e 16 anni di carcere. I magistrati, emettendo la sentenza, hanno citato l'articolo 422 del codice penale, quello sulle stragi.

Chiunque, fuori dei casi preveduti dall'articolo 285, al fine di uccidere, compie atti tali da porre in pericolo la pubblica incolumità è punito, se dal fatto deriva la morte di più persone, con la morte.

Se è cagionata la morte di una sola persona, si applica l'ergastolo. In ogni altro caso si applica la reclusione non inferiore a quindici anni.

Cospito, durante l'udienza aveva definito l'accusa "assurda", in quanto quella di "commesso una strage politica per due attentati dimostrativi in piena notte, in luoghi deserti, che non dovevano e non potevano ferire o uccidere nessuno". Per i giudici, però, il fatto che non ci fosse stata alcuna vittima non era altro che una mera casualità. La mezz'ora trascorsa tra l'esplosione della prima e la seconda bomba, hanno detto i magistrati, "sarebbe stata più che sufficiente ad assicurare la presenza sul posto di personale incaricato dei primi rilievi".

La Cassazione riqualifica il reato secondo l'articolo 285

Nel 2022, su richiesta della procura, la Corte di Cassazione ha deciso per una riqualificazione del reato secondo l'articolo 285 del codice penale che chiama in causa la "sicurezza dello Stato" ed è punito con l'ergastolo indipendentemente che l'attentato abbia provocato o meno vittime. Gli atti sono stati rinviati alla Corte d'Assise d'Appello di Torino, chiamata ad esprimersi, che a sua volta ha chiesto alla Corte Costituzionale un giudizio sulla compatibilità tra ergastolo ostativo e un attentato dimostrativo senza vittime.

Chiunque, allo scopo di attentare alla sicurezza dello Stato, commette un fatto diretto a portare la devastazione, il saccheggio o la strage nel territorio dello Stato o in una parte di esso è punito con l'ergastolo.

Per contestualizzare, l'articolo 285 non è stato applicato né per le stragi di Capaci e via d'Amelio, né per quella della stazione di Bologna, dove morirono 80 persone. In tutti questi casi venne applicato il 422, di "strage comune". Alla fine, però, la Corte torinese ha rimodulato la pena di Cospito in 23 anni di reclusione, ma non ha imposto l'ergastolo.

Il primo anarchico al 41bis

Nel 2022, dopo sei anni di detenzione nel circuito ad alta sicurezza, il ministero della Giustizia ha deciso di sottoporre Cospito al regime di 41bis e trasferirlo dal carcere di Terni a quello di massima sicurezza di Sassari. È il primo anarchico per cui viene applicata la misura.

Secondo il suo avvocato, Flavio Rossi Albertini, i giudici hanno equiparato la Federazione anarchica informale, riconosciuta anche dai magistrati di Torino come un'organizzazione orizzontale, a una struttura verticale e gerarchica come la criminalità organizzata di stampo mafioso. E hanno ritenuto che Cospito fosse in posizione di vertice, applicando il 41bis per contrastare i messaggi inviati all'esterno. "È il primo anarchico a cui viene applicata questa misura. Lui stesso si definisce anarchico individualista, il che è un’altra contraddizione rispetto al ruolo di capo che gli viene attribuito", ha spiegato il legale.

Lo sciopero della fame di Alfredo Cospito contro 41bis e ergastolo ostativo

Lo scorso 19 ottobre Cospito ha iniziato uno sciopero della fame per protestare contro il regime di 41bis a cui è sottoposto per quattro anni. Il 41bis, il cosiddetto regime di carcere duro, è stato inizialmente introdotto negli anni Settanta come misura applicata in situazioni di pericolo interne al carcere, utilizzata ad esempio per prevenire le rivolte dei detenuti. Dopo la strage di Capaci, però, la disposizione venne modificata e negli ultimi trent'anni il ministero della Giustizia vi ha fatto ricorso nei confronti dei boss mafiosi per impedire le comunicazioni con l'organizzazione criminale esterna.

Il regime del 41bis prevede la possibilità per il Guardasigilli di sospendere il normale trattamento nei confronti dei detenuti, applicando invece misure incredibilmente restrittive. Prevede l'isolamento del detenuto, la limitazione dell'ora d'aria e dei colloqui con i familiari (sempre attraverso un vetro, non è permesso il contratto fisico), la privazione di libri e giornali, e il controllo meticoloso della posta da parte della polizia penitenziaria.

Il 41bis non è l'unico motivo dietro lo sciopero della fame dell'anarchico.

Perché Alfredo Cospito ha rischiato l'ergastolo ostativo

Cospito si è opposto anche alla possibilità che la sua pena venisse trasformata in ergastolo ostativo, il regime penitenziario che non permette più di applicare i benefici quali liberazione condizionale, lavoro all’esterno, permessi premio e semilibertà, né di mutare o abbreviare la pena.  Questa poteva essere  una diretta conseguenza della decisione della Cassazione, secondo cui Cospito doveva essere giudicato non per "strage comune", ma per "strage politica". Non secondo l'articolo 422 del codice penale, quindi, ma secondo il 285. In questo caso sia che l'attentato abbia provocato o meno dei morti viene previsto l'ergastolo e allo stesso tempo è prevista la possibilità che questo si trasformi in ergastolo ostativo.

Alla fine però, come abbiamo visto, la Corte di Assiste d'Appello di Torino ha stabilito una pena di 23 anni di reclusione (tre anni in più rispetto a quelli ricevuti da Cospito nella condanna di primo grado).

Le proteste, il trasferimento e le condizioni di salute

Per quanto riguarda invece il regime di 41bis dovrebbe o intervenire nuovamente il ministero della Giustizia, facendo marcia indietro rispetto alla sua precedente decisione, o ci dovrebbe essere un ricorso in Cassazione, per cui i tempi sono però destinati ad essere molto lunghi.

La vicenda di Cospito ha innescato diverse manifestazioni e cortei soprattuto a Torino e Roma, ma anche in diverse altre città italiane. Secondo il suo avvocato l'anarchico non avrebbe alcuna intenzione di smettere lo sciopero della fame e sarebbe invece deciso a portarlo avanti "fino a estreme conseguenze".

Proprio a causa del peggioramento delle sue condizioni di salute, Cospito è stato trasferito dal carcere di Sassari a quello di Opera, nel Milanese, dove rimane comunque sottoposto al 41bis. Su questo, mentre si attende il giudizio della Cassazione, il governo ha annunciato che non interverrà. "Sulla richiesta di revoca del 41 bis ascolteremo il Procuratore generale di Torino, ma saranno ascoltate tutte le autorità giudiziarie. Come è ovvio la decisione sarà presa dopo uno studio della situazione giuridica", ha detto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio.

Cosa è successo dopo lo sciopero della fame: respinto il ricorso della difesa

Cospito ha interrotto lo sciopero della fame lo scorso 19 aprile 2023, dopo una sentenza della Corte Costituzionale che prevede la possibilità di applicare delle attenuanti alla sua condanna. A ottobre 2023, comunque, il tribunale della Sorveglianza di Roma aveva deciso che non ci sarebbe stata alcuna revoca anticipata del 41 bis, affermando che l'anarchico presentasse ancora una "estrema pericolosità" sociale. Il verdetto è arrivato nonostante anche la Direziona nazionale antimafia, a cui era stato chiesto un parere sul caso, si fosse detta favorevole alla revoca anticipata del carcere duro.

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