Il caso del consigliere leghista che vuole censire gli aborti: “Vogliamo sapere cosa doveva farci”
La proposta di istituire un cimitero per i feti, la richiesta dell'elenco dei libri presenti nelle biblioteche comunali per verificare l'eventuale presenza di testi ‘sull'ideologia gender'. Il consigliere leghista Alcide Mosso, autore di due interrogazioni (poi ritirate) che negli scorsi giorni hanno fatto molto scalpore, non è nuovo alle uscite fuori dal comune. Personaggio conosciuto a Ferrara da tempo, martedì 18 ottobre ha chiesto al sindaco Alan Fabbri di conoscere i numeri delle donne che hanno abortito negli ultimi dieci anni, e quelli di chi ha avviato la procedura per cambiare sesso.
C'è chi dice che sia stata la stessa maggioranza, dopo il clamore suscitato dalle sue richieste, a fare pressione su di lui per fargliele ritirare. Mosso, in una mail mandata al Comune, ha invece parlato di ‘strumentalizzazioni' e ‘attacchi politici' da parte della sinistra. E ha poi fatto sapere di essere già venuto a conoscenza dei dati che aveva chiesto, dato che in realtà sarebbero già pubblici.
"Ho deciso di ritirare le interrogazioni che avevo presentato sul tema del cambio di sesso anagrafico e sulla interruzione di gravidanza per evitare che una semplice domanda, a mio avviso legittima, venga strumentalizzata in modo così pesante – le parole con cui il consigliere ha motivato il ritiro – Le mie richieste erano volte a conoscere l'entità a livello locale di due fenomeni noti, l'interruzione di gravidanza e il cambio di sesso anagrafico, regolamentati da percorsi sanitari e normativi su cui si dibatte da tempo, nel rispetto (si spera) di tutte le opinioni".
"Eppure la richiesta di un numero (si badi bene ovviamente di un numero, non di una identità) sembra aver rotto un tabù. Così, in poche ore sono piovute, tramite i social e alcune testate, accuse e attacchi politici particolarmente pesanti che alludono ad intenzioni sovversive delle norme che oggi stanno a garanzia dei diritti di abortire o cambiare sesso. Intenzioni ovviamente mai esistite. Al contrario, certamente, esiste una volontà da parte di certa sinistra di strumentalizzare ogni parola, ogni pensiero che non risponda esattamente alla sensibilità che ritengono corretta. Su questo mi auguro si aprirà una riflessione. Per quanto riguarda i numeri chiesti nelle interrogazioni ho avuto modo, nel frattempo, di venirne a conoscenza, ritengo perciò soddisfatta la mia volontà di conoscere l'entità di un fenomeno".
"Il consigliere Alcide Mosso è molto attento a questi temi, e le sue richieste sono sempre abbastanza sgraziate – commenta la consigliera dem Ilaria Baraldi – C'è modo e modo di affrontare un tema, anche quando la si pensa in maniera diversa. Anche perché sono statistiche che possono essere visionate facendo accesso agli atti, non c'è bisogno di presentare interrogazioni in questo modo. Tra l'altro ci chiediamo quale sia il senso finale della sua richiesta e che uso avrebbe poi fatto di quei dati. Senza contare che, aggiungo, chiedere quante persone abbiano modificato il proprio sesso anagrafico va ben oltre ai limiti concessi a un consigliere comunale".
Dal centrodestra fanno sapere che l'iniziativa di Mosso è completamente slegata dalle politiche portate avanti dalla maggioranza. Ci tengono a sottolineare come la giunta abbia un ottimo rapporto con realtà associative come Arcigay, e che non sia nel loro Dna portare avanti politiche di discriminazione.
"Non è concepibile affrontare il tema dei diritti e delle libertà in questo modo – continua Baraldi – Questo scambio di comunicati stampa, interrogazioni, ritiri, non consentono di affrontare civilmente e democraticamente la discussione. E le persone che non siedono in consiglio comunale assistono a questo scambio freddo di documenti che non porta a nulla".
Baraldi ha dichiarato che sarà chiesto un tavolo all'assessore alle Pari Opportunità Dorota Kusiak per affrontare il tema. "Dubito che le proposte di Mosso siano arrivate in un momento casuale, dati anche i disegni di legge presentati da Gasparri il giorno prima per cambiare l'articolo 1 del codice civile. Chi vive di rigurgiti reazionari si sente spalleggiato questo periodo, e ha un atteggiamento spavaldo rispetto a certe tematiche. Sarebbe importante comprendere che non si ha a che fare solo con chi ti ha votato, ma non tutta la cittadinanza. Il sindaco dovrebbe dire chiaramente cosa pensa, e invece non si sente nulla".