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Il cardinale Bagnasco: “Grazie alle scuole cattoliche lo Stato risparmia molti miliardi di euro”

Il presidente della Conferenza Episcopale Italiana, in una lettera ai fedeli della diocesi di Genova, ricorda che le sole scuole cattoliche generano risparmi alle casse italiane per almeno sei miliardi di euro. Poi ci sono mense dei poveri, ospedali, centri per immigrati e numerose altre iniziative senza costi per lo Stato.
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Il Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, cardinale Angelo Bagnasco.
Il Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, cardinale Angelo Bagnasco.

Altro che sanguisuga a danno dei contribuenti italiani: le scuole e le opere caritatevoli messe in campo dalla Chiesa cattolica fanno risparmiare ogni anno allo Stato molti miliardi di euro. E’ quanto rivendicato dal presidente della Conferenza Episcopale Italiana, cardinale Angelo Bagnasco, in una letta rivolta ai fedeli della Diocesi di Genova.

Bagnasco ha ricordato che, ai sensi di legge, che le scuole cattoliche “non sono scuole private, come troppo spesso si sente dire, ma pubbliche” e che “nel sistema della pubblica istruzione, vi sono scuole statali e altre non statali ma sempre pubbliche”. Per Bagnasco “purtroppo la legge non va oltre a questo riconoscimento di diritto, poiché, sul piano del sostegno economico, le scuole cattoliche sono di fatto abbandonate a se stesse dalle civili amministrazioni, anche se il risparmio dello Stato, grazie alle nostre Scuole, raggiunge ogni anno circa più di sei miliardi di euro”. Il cardinale ha rimarcato che lo Stato risparmia tantissimi altri soldi, che è materialmente difficile quantificare, grazie al fatto che buona parte delle attività caritatevoli e sociali in Italia sono gestite e finanziate direttamente dalla Chieca cattolica. “I centri di ascolto, il gran numero di mense, i posti letto per i senza dimora, la distribuzione di viveri e di abiti, il sostegno per l’alloggio, le utenze, i farmaci, le iniziative e i luoghi educativi per bambini e giovani, l’accoglienza e la pastorale degli immigrati, dei marittimi, la cura dei carcerati, la lotta all’usura e alle dipendenze, compreso il gioco d’azzardo – sottolinea Bagnasco – oltre ad essere risparmi miliardari per lo Stato, sono alcuni tratti che disegnano il volto della prossimità cristiana”.

Già nel 2013 in un libro, intitolato “Come la Chiesa italiana accompagna la società nella vita di ogni giorno”, scritto da Giuseppe Rusconi ed edito da Rubbettino, era contenuta una stima (al ribasso) dei risparmi che lo Stato ottiene grazie alla Chiesa: una cifra non inferiore ai 13 miliardi ogni anno, che è senza dubbio più bassa di quella reale, perché è praticamente impossibile calcolare i risparmi legati a buona parte dei servizi socio-assistenziali forniti dalla Chiesa. Si va dai 260 milioni di euro impegnati ogni anni dalle parrocchie a favore dei poveri, al miliardo e duecento milioni della sanità ospedaliera, agli ottocento milioni delle comunità di recupero per i tossicodipendenti, ai fondi per i soggetti vittima di usura, pari ad un miliardo e duecento milioni o per gli immigrati, pari a due miliardi di euro.

Dati in netta controtendenza rispetto alla convinzione popolare che la Chiesa sia una organizzazione “mangiasoldi” a scapito dei contribuenti, in quanto parzialmente esentata dal pagamento di alcune tasse, come l’Imu, non dovuta per i beni immobili in cui non si svolgono per attività commerciali, né dalla Chiesa cattolica né dalle altre organizzazioni religiose.  Molto contestato, negli anni, anche il meccanismo dell’8×1000, che consegna alla Chiesa cattolica non solo i soldi donati dai contribuenti che hanno indicato questa opzione sulla dichiarazione dei redditi, ma anche una parte dei soldi di coloro che non effettuato alcuna scelta.

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