Il capogruppo di FdI alla Camera sugli studenti che protestano: “Era meglio mandarli a zappare”
Il capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, Tommaso Foti, parlando delle proteste degli studenti universitari che hanno boicottato gli accordi con gli atenei israeliani in solidarietà al popolo palestinese, ha detto che "era meglio mandarli a zappare". Intervenendo a un panel sulla libertà religiosa, organizzato nel seno della conferenza programmatica di FdI a Pescara, il deputato meloniano ha detto: "Quando io vedo nelle università dei fuori corso prevalentemente che pensano che la rivoluzione si realizzi rompendo l'accordo con questa o quella università israeliana perché così favoriamo la lotta del popolo palestinese, io mi chiedo se era meglio mandarli all'Università o a zappare dove avrebbero ottenuto migliori risultati".
Non solo le proteste studentesche, Foti ha toccato diversi temi centrali nel dibattito pubblico di questi giorni. Parlando di una proposta di legge a sua prima firma che introduce una stretta sui luoghi di culto non autorizzati (che molti hanno letto come un attacco alla libertà religiosa, vietando ad esempio le moschee in garage e capannoni), ha tirato in ballo anche il 25 aprile: "Vorrei sgombrare il campo che questa sia una legge anti, è una settimana che ci hanno nauseato con il termine anti, andiamo avanti. Lo dico perché anche oggi molti giornali continuano a ribadire e a fare l'esame del sangue, io non li voglio fare a nessuno e non voglio che nessuno me li faccia".
Più nello specifico sulla legge invece ha affermato: "Questa legge dice che le associazioni del terzo settore se vogliono esercitare attività di culto lo fanno secondo le regole, per liberare una volta per tutte quelle che sono delle situazioni di abusivismo che non possiamo tollerare". E ancora: "Chiedo come mai la sinistra ogni volta che si parla di una sanatoria edilizia grida allo scandalo perché si sanano gli abusi, ma tollera questi abusi da quarant'anni?".
Il capogruppo di FdI alla Camera ha quindi aggiunto: "Non possiamo avere delle città dove si va a pregare nei garage senza che vi sia alcuna norma di sicurezza, alcuna possibilità di sorveglianza e le regole minime per esercitare una libertà di culto alla luce del sole".