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“Il caos treni continuo non è colpa di un chiodo, ma dei ritardi di Salvini sui cantieri Pnrr”

Antonino Iaria, capogruppo M5s in commissione Trasporti, attacca Matteo Salvini per il guasto ferroviario a Roma, che ha paralizzato la circolazione dei treni in tutta Italia nella giornata di mercoledì: “Se cerca davvero, come ha detto, un nome e un cognome del responsabile del disastro, dovrebbe scrivere il suo, Matteo Salvini”, ha detto in un’intervista a Fanpage.it.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il caos che si è abbattuto mercoledì sulla rete ferroviaria italiana, a partire da un guasto che ha causato il blocco delle stazioni di Termini e Tiburtina a Roma, secondo il ministro dei Trasporti non è da attribuire a errori del suo dicastero. Treni cancellati e circolazione rallentata in tutta Italia sono diventati una costante negli ultimi mesi, anche per via dei tanti cantieri aperti su tutta la linea. Ieri però la situazione ha generato disagi eccezionali, con almeno 35 corse dell'Alta Velocità e degli Intercity cancellate,  40 parzialmente cancellate e circa 50 corse che hanno avuto ritardi superiori a 60 minuti. Ma per Salvini il responsabile dei disservizi è stato un chiodo, e l'operaio che l'ha piantato naturalmente.

Il primo provvedimento del vicepremier, è stato quello di sospendere "qualsiasi attività" tra Rfi e la ditta esterna che lavorava alla manutenzione della rete ferroviaria sulla tratta Parco Prenestino – Roma Terminini, la stessa che è risultata danneggiata. Salvini ha reagito all'ennesimo giorno infernale per i viaggiatori promettendo che cercherà i nomi dei responsabili. Antonino Iaria, capogruppo M5s in commissione Trasporti ed ex assessore Urbanistica della città di Torino, ha commentato così a Fanpage.it: "Se cerca davvero, come ha detto, un nome e un cognome del responsabile del disastro di oggi, dovrebbe scrivere il suo, Matteo Salvini".

Il problema dei subappalti a cascata (voluti da Salvini)

Quello che è accaduto, secondo il M5s, dimostra anche le falle e l'inefficienza del sistema degli appalti e dei subappalti che proprio Salvini ha riformato, nell'ottica di una riduzione della burocrazia e di una semplificazione delle procedure di gara. Un sistema oggi poco trasparente, come lo stesso M5s aveva denunciato in passato, che permette di assegnare lavori fino a cinque milioni di euro senza indire una gara d'appalto, con affidamenti diretti, e che soprattutto consente il cosiddetto ‘subappalto a cascata'.

"Salvini è uno specie di bullo, non un vero ministro. Se la prende con chi esegue il lavoro, che è probabilmente l'operaio di una ditta di un subappalto a cascata, a cui magari hanno messo fretta per finire i lavori in tempo. Ha permesso il sistema dei subappalti a cascata, con i quali non si riesce a controllare la qualità dei lavori, e in più ora fa il bullo, dicendo che vuole nomi e cognomi dei colpevoli, scaricando tutta la responsabilità sull'operaio della ditta che ha piantato il chiodo. Ma il colpevole è solo lui, sa benissimo che ha gestito male questa partita del Pnrr: ci sono a disposizione 20 miliardi del Pnrr, 11 del Piano nazionale per gli investimenti complementari (Pnc) e 2 miliardi del Fondo per lo sviluppo e la coesione (Fsc) per investimenti sulla rete ferroviaria, soldi che riguardavano sia nuovi progetti sia il rifinanziamento di progetti preesistenti. Sono passati ormai due anni da quanto il governo si è insediato, il Pnrr non è una novità dell'ultimo mese, si sapeva che bisognava spendere dei soldi e che ci sono delle scadenze".

"Salvini non ha saputo gestire le risorse del Pnrr per la rete ferroviaria"

"Invece di insistere con quella sciagurata idea del Ponte sullo Stretto, da ministro avrebbe dovuto organizzare la messa a terra dei lavori sull'infrastruttura ferroviaria, che è molto complessa. Il ministro si interessa solo della sua campagna elettorale, e invece avrebbe dovuto occuparsi della gestione e programmazione di questi cantieri in modo prioritario. Il risultato è che ogni volta che si verifica un piccolo guasto con un lavoro, la rete, che è anche sovraccarica, si blocca. Il punto purtroppo non è il chiodo di mercoledì, tutta l'estate ci sono state problematiche, abbiamo avuto la Calabria bloccata per giorni, con treni che venivano cancellati da un momento all'altro", ha detto ancora Iaria a Fanpage.it.

Ma il problema è più vasto e tocca anche i fondi del Pnrr, che sono stati rimodulati l'anno scorso, con tagli o con il rinvio di investimenti proprio sulle ferrovie, quantificati in 840 milioni di euro, come ha messo in evidenza anche il rapporto ‘Pendolaria' di Legambiente. Nel 2023 il Pnrr, che prevedeva ampi interventi sulle ferrovie, "è stato rimodulato: 620 milioni per velocizzare il corridoio Roma-Pescara sono stati bloccati dalle lungaggini dell'iter amministrativo; l'intervento sul segnalamento ferroviario Ertms, il sistema di sicurezza per le ferrovie di ultima generazione, è saltato per la mancanza delle materie prime; la Palermo-Catania non sarebbe rientrata in tempo per il completamento degli interventi nel 2026, ed è stata quindi rimodulata".

"In totale – si legge nel rapporto di Legambiente – sul sistema di Av/Ac (Alta Velocità/Alta Capacità) al sud, ci sono stati 840 milioni di tagli: Orsara-Bovino (linea Napoli-Bari) per 53 milioni, Caltanissetta Xirbi-Lercara (linea Palermo-Catania) per 470 milioni, Enna-Caltanissetta Xirbi (linea Palermo- Catania) per 317 milioni". La revisione, inoltre, ha ridotto a un terzo i nuovi treni ‘green' a idrogeno: da 150 a 50.

Certo è difficile non ipotizzare che se tutti i cantieri fossero stati avviati secondo i tempi previsti i disagi registrati negli ultimi mesi sarebbero aumentati a dismisura. "Non c'è mai stato un progetto, sulle rimodulazioni sono andati avanti alla giornata. Questo ci preoccupa molto, perché se perdiamo i soldi del Pnrr perdiamo un'occasione unica per dare una svolta all'infrastruttura ferroviaria, per esempio sulla linea Napoli-Bari o sulla linea Palermo-Catania", ha spiegato Iaria.

"Il governo vuole svendere le Ferrovie dello Stato"

"Salvini è inadeguato, e ci preoccupa il fatto che stia accarezzando l'idea di privatizzare le Ferrovie dello Stato. Questo è molto pericoloso. Noi stiamo facendo tutti questi lavori, per avere infrastrutture più moderne e nuove, e poi lo Stato cosa fa? Le svende a un privato. Il disegno del governo è abbastanza palese, e sembra stiano aspettando offerte da valutare. Meloni tra l'altro sta facendo incontri con grandi gestori di fondi finanziari internazionali, un elemento che ci insospettisce".

"Abbiamo provato a capire qualcosa in più di questo programma di privatizzazione delle infrastrutture strategiche del paese, ma il governo per ora non dà risposte chiare". Il ministro Giorgetti, intervistato ieri da Bloomberg, ha confermato che sul piano di privatizzazioni sarà "un autunno-inverno particolarmente denso".

"Andremo sulla tranche di Poste, un'altra tranche di Mps, in questo programma stiamo mettendo ordine e razionalizzando le forme di intervento dello Stato", ha detto il titolare del Mef.

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