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Il caos creativo del Movimento 5 Stelle (VIDEO)

E’ iniziata la corsa al Parlamento del Movimento 5 Stelle. Ma prima ci sono le (non) primarie online. Che però quasi tutti chiamano primarie.
A cura di Gaia Bozza
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"Per candidarsi firmate di qua, i non candidabili e i nuovi arrivi di là". C'è bisogno di smistare le firme al Movimento Cinque Stelle della Campania, che si riunisce a Napoli in vista delle (non) primarie online, le prime nella storia d'Italia. Si tratta di scegliere chi si candiderà al Parlamento per le prossime elezioni politiche del 2013, anche se Beppe Grillo ha precisato che non si tratterà di primarie. Si litiga parecchio sui nomi, nel Movimento. E in generale, si litiga (o, come preferiscono alcuni, ci si confronta animatamente). Sarà anche perché riunioni così partecipate sono rare ai tempi del governo tecnico. Ma i contrasti sono forti e il popolo dei 5 Stelle, relativamente giovane e "rivoluzionario" nel panorama politico italiano, rischia di spaccarsi ad ogni dissidente.

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La polemica sulle regole  – "Ci avevano detto che il Movimento era nostro – interviene Luca Travaglione, un attivista dissidente – ma poi Grillo ha registrato il marchio a suo nome, ha stabilito regole che ci sono piovute addosso e ci sono andate anche bene, all'inizio. E poi ha proceduto con le epurazioni senza nemmeno spiegarne i motivi".  Il giudizio è piuttosto severo e vale anche per le primarie online, per le quali è stato adottato un doppio argine: per i votanti e per i votati. Possono votare solo gli iscritti al portale entro il 30 settembre scorso, che si siano certificati entro il 2 novembre 2012. Possono essere votati solo coloro che in passato hanno già presentato una lista per le elezioni amministrative. Apriti cielo: la polemica sulle regole, gira e rigira, si è arenata proprio qui. E a fine serata, i "candidabili" alle (non) primarie sono circa 250.

Il "capo politico" – La parola tabù nel Movimento 5 Stelle è "capo". Ma è proprio la parola che ricorre più spesso. Lo stesso Grillo, in occasione della prossima competizione elettorale, si è definito tale. E si è comportato da tale, almeno stando alle parole di alcuni attivisti. E mentre le regole continuano ad essere un po' "calate dall'alto", la piattaforma di "liquid feedback" per le decisioni condivise non è ancora pronta.

La teoria e la pratica – Ma un limite alle polemiche viene imposto dall'osservazione dei fatti. Ad intervenire per placare gli animi è Roberto Fico, attivista della prima ora e già candidato diverse volte: "Io so solo che ci sono i fatti del Movimento – risponde – So che ci sono 15 ragazzi al Consiglio regionale della Sicilia che hanno restituito 1 milione di euro (di rimborsi elettorali, ndr), soldi che torneranno ai cittadini. Ragazzi scelti per il loro lavoro sul territorio".

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